Bōtaoshi: il rubabandiera giapponese tanto spettacolare quanto violento (di cui oggi faremmo volentieri a meno)
Il bōtaoshi (letteralmente “far cadere il palo”) è un tradizionale gioco di squadra giapponese simile al rubabandiera, noto per la sua spettacolarità ma anche per la sua estrema violenza. Nato probabilmente tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, è oggi praticato quasi esclusivamente nell’ambito dell’Accademia militare nazionale e alla Kaisei Gakuen, una...

Il bōtaoshi (letteralmente “far cadere il palo”) è un tradizionale gioco di squadra giapponese simile al rubabandiera, noto per la sua spettacolarità ma anche per la sua estrema violenza. Nato probabilmente tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo, è oggi praticato quasi esclusivamente nell’ambito dell’Accademia militare nazionale e alla Kaisei Gakuen, una prestigiosa scuola superiore privata.
Durante il bōtaoshi, due squadre composte da 150 giocatori ciascuna, si dividono tra attaccanti e difensori con un obiettivo molto semplice: abbattere il palo della squadra avversaria, mantenendo eretto il proprio. Le partite sono frenetiche e durano soltanto 90 secondi, ma sono spesso teatro di mischie caotiche, spinte violente e cadute spettacolari.
Il campo vede due veri e propri assalti simultanei. Gli attaccanti cercano di travolgere la difesa e abbattere il palo piegandolo di almeno 30 gradi, mentre i difensori organizzano barriere umane e schierano giocatori in posizioni strategiche come il “ninja”, l’atleta che si arrampica sulla sommità del palo per aiutarlo a rimanere in piedi.
Molte scuole lo hanno progressivamente vietato
Nonostante il fascino legato alla resistenza fisica, alla strategia di squadra e al coraggio individuale, il bōtaoshi non nasconde la sua natura estrema. Gli incidenti sono frequenti: ossa rotte, nasi sanguinanti e contusioni sono all’ordine del giorno, anche se i giocatori sono dotati di caschetti e ginocchiere. Per tentare di ridurre i rischi, il regolamento proibisce l’uso di calzature e limita l’abbigliamento, evitando fasce o elementi che potrebbero impigliarsi nella ressa.
Negli anni, proprio a causa del numero elevato di infortuni, molte scuole hanno progressivamente vietato il bōtaoshi, lasciandolo sopravvivere solo alla Kaisei Gakuen e nelle accademie militari. Anche qui, tuttavia, il regolamento viene costantemente aggiornato per rendere il gioco meno pericoloso, riducendo, ad esempio, la durata delle partite e limitando le azioni più aggressive.
Dal punto di vista culturale, il bōtaoshi è considerato una sorta di rito iniziatico, capace di rafforzare lo spirito di squadra, la determinazione e la resilienza degli studenti. Tuttavia oggi non possiamo che chiederci se sia davvero necessario e sia ancora giustificabile perpetuare tradizioni tanto violente. Promuovere il coraggio e il gioco di squadra non dovrebbe infatti mai andare a discapito dell’incolumità dei giovani.
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