Blockchain come l’intelligenza artificiale: la nuova corsa globale ai talenti tech è appena iniziata
Blockchain in crescita: se seguirà il percorso dell’AI, potrebbe superare il milione di posti di lavoro globali entro il 2030. L’articolo Blockchain come l’intelligenza artificiale: la nuova corsa globale ai talenti tech è appena iniziata è tratto da Forbes Italia.

Nel vasto panorama tecnologico in rapida evoluzione, l’intelligenza artificiale ha già conquistato il suo posto come motore di trasformazione in ambito lavorativo, industriale e sociale. Con oltre un milione di offerte di lavoro attive a livello globale e una crescita annua che ha superato anche il 100% per alcuni settori, l’AI è diventata un polo d’attrazione per investimenti, talenti e istituzioni accademiche. Però, secondo il recente report Blockchain vs AI: Untapped Potential in Talent Attraction and Growth di Bitget (uno dei principali exchange di criptovalute al mondo) il vero ‘sleeping giant’ dell’occupazione tech potrebbe essere la blockchain.
Benché il tasso di crescita annuale storico dei posti di lavoro nel settore blockchain ha raggiunto in media il 45% di Cagr (Glassdoor, Hyphen Connect), superando la maggior parte dei settori tecnologici tradizionali, è comunque rimasto indietro rispetto all’intelligenza artificiale. Con solo 15mila – 20mila offerte di lavoro a livello globale e un numero di addetti stimato attorno ai 300mila professionisti, il settore blockchain sembra lontano dal boom dell’AI. Eppure, le previsioni raccontano un’altra storia: se la blockchain seguirà un percorso simile a quello dell’intelligenza artificiale, il numero di posti di lavoro nel settore potrebbe raggiungere e superare il milione entro il 2030 con la diffusione in regioni chiave come Nord America (40%), Asia-Pacifico (35%) ed Europa (20%), e l’interesse trasversale da parte di settori come finanza, sanità e logistica.
Blockchain: un ecosistema in costruzione tra regolamentazione, formazione e nuove applicazioni
A differenza dell’AI, il cui decollo è stato reso possibile da decenni di ricerca, sin dagli anni ’50, e da investimenti massicci sia pubblici che privati, la blockchain è ancora in fase di prima espansione. Lanciata nel 2009 con Bitcoin, ha richiesto più di un decennio per vedere le prime applicazioni aziendali concrete. Ma le basi ci sono tutte: regolamentazioni emergenti come il MiCA in Europa e gli sviluppi voluti da Tramp in Usa, l’impegno in aziende come JPMorgan (con la divisione Onyx), Visa (con pagamenti basati su Usdc) e Ibm (con Hyperledger), e le evoluzioni tecniche delle infrastrutture (come Arbitrum, Optimism e i continui aggiornamenti di Ethereum) stanno costruendo l’ecosistema necessario per un salto di scala. Infatti questi sono tutti aspetti che porteranno ad utilizzi che andranno ben oltre le criptovalute e si espanderanno a casi d’uso aziendali in settori come la logistica, la sanità e l’energia, sino all’adozione da parte delle pubbliche amministrazioni.
Il report di Bitget sottolinea anche un altro aspetto fondamentale: l’istruzione. Università come il Mit, Stanford e Cambridge hanno iniziato a offrire programmi accademici dedicati alla blockchain, seguendo il modello già adottato per l’AI e la data science. Questo è cruciale per creare un’offerta di talenti in grado di soddisfare la futura domanda, che potrebbe concentrarsi in ruoli chiave come sviluppo di smart contract, sicurezza, compliance e tokenizzazione. A conferma del ritardo di maturazione del settore blockchain rispetto all’AI c’è anche un dato economico rilevante messo in evidenza nel report: oggi uno bravo sviluppatore blockchain può guadagnare tra i 115mila e i 190mila dollari all’anno, mentre nel settore dell’intelligenza artificiale la remunerazione può superare i 250mila dollari. Nel caso di esplosione dell’adozione della blockchain e dei crypto asset, probabilmente i salari si omologheranno verso l’alto.
La prossima corsa globale ai talenti tech
Le condizioni per un’accelerazione sono dunque mature, ma la vera sfida sarà quella di coordinare regolamentazione, adozione aziendale e formazione. Se le imprese inizieranno a investire in massa nella blockchain come hanno fatto per l’AI, il risultato potrebbe essere un’esplosione della domanda di lavoro che trasformerebbe completamente il panorama tecnologico globale. Aziende tra le Fortune 500 come Microsoft, che ha già avviato progetti in blockchain, potrebbero guidare questa transizione, attirando talenti in ogni angolo del pianeta. Allo stesso tempo, i governi dovranno fornire una cornice normativa chiara e coerente, evitando di frenare l’innovazione, ma garantendo allo stesso tempo trasparenza, sicurezza e affidabilità. Il rischio, per le nazioni meno pronte, è quello di rimanere indietro in quella che potrebbe essere la prossima corsa globale ai talenti tech. Paesi come Singapore, che già oggi offrono politiche favorevoli e ambienti regolamentati, sono destinati a diventare nuovi hub di assunzione, seguendo il modello della Silicon Valley per l’AI.
A margine della presentazione del report, la ceo di Bitget, Gracy Chen, ha commentato: “La blockchain è ciò che l’IA era dieci anni fa: una tecnologia ricca di potenziale ma in attesa di compiere il grande salto. La giusta combinazione di regolamentazione, formazione e adozione aziendale potrebbe ridefinire il panorama lavorativo mondiale”. La stessa azienda Bitget dimostra questo trend, la sua forza lavoro è passata dai 200 dipendenti del 2022 agli oltre 1.900 di oggi, con un aumento dell’850% in soli tre anni. E attualmente, l’exchange ha 129 offerte di lavoro aperte in tutto il mondo, per coprire ruoli che vanno dalla compliance allo sviluppo commerciale, fino ad aree più tecniche come l’ingegneria blockchain.
L’articolo Blockchain come l’intelligenza artificiale: la nuova corsa globale ai talenti tech è appena iniziata è tratto da Forbes Italia.