Blackout in Spagna, buio sulle cause. Si indaga anche per sabotaggio
Nella penisola iberica l’energia è ritornata dappertutto. Il premier Sanchez: i responsabili pagheranno. Tabarelli (Nomisma Energia): “L’eccesso di produzione da rinnovabili rende più complessa la gestione”

Madrid, 30 aprile 2025 – In Spagna sta tornando l’energia in quasi tutto il Paese (siamo sopra il 99,6% di utenze ripristinate). In Portogallo il 100% è di ieri mattina anche se per le metropolitane il riavvio è stato all’80% per ragioni di sicurezza. Purtroppo le autorità spagnole stanno indagando su cinque morti che potrebbero essere scaturite dal blackout di 12 ore in tutto il Paese.
Un decesso è di una donna attaccata alla macchina per l’ossigeno, mentre una famiglia di tre persone in Galizia è stata uccisa dal monossido di carbonio di una stufa. Il premier Pedro Sanchez ha creato una commissione tecnica d’inchiesta. "Gli operatori – ha dichiarato – dovranno prendersi le loro responsabilità e pagare i danni”. Re Felipe ha presieduto il Consiglio di sicurezza nazionale. La corte penale ha invece aperto un’indagine per sabotaggio. In Portogallo un’evenienza simile è stata annunciata dalle autorità che chiedono anche all’Europa di fare luce sui fatti.
Le cause
Professor Davide Tabarelli, crede all’attacco terroristico?
"Direi – risponde il presidente di Nomisma Energia – che è l’ultima delle ipotesi alla quale penserei”.
E quindi che cosa è accaduto?
"Il sistema elettrico spagnolo è invidiato da tutto il mondo per i prezzi bassissimi e le fonti pulite. Ma proprio per questo è assolutamente più complesso da gestire, sia per l’eccesso di produzione delle rinnovabili sia perché all’ora del blackout la richiesta era elevatissima. E quando è mancato il soccorso dell’impianto di riserva c’è stata la necessità di staccare tutto per evitare danni maggiori e poter investigare l’accaduto”.
Può esserci stato un evento scatenante?
"Direi che più di uno si sono succeduti, l’incendio da solo non sarebbe bastato”.
Le ripercussioni potevano essere maggiori?
"Se la Francia non avesse isolato il suo impianto nel Sud poteva essere coinvolta tutta con gravi problemi per l’Italia visto che dipendiamo da loro per il nostro fabbisogno”.
I rischi
Esiste una soluzione che eviti problemi, soprattutto per quel che riguarda l’Italia?
“Diciamo subito che il rischio zero non esiste, ci possiamo andare solo vicini. L’elettricità è una cosa bellissima, ma è complessa e difficilissima da gestire. Ricordiamo la notte del 27 settembre 2003 quando alle tre fummo colpiti da un blackout devastante. Da quello un po’ abbiamo imparato, ma da qui all’eternità si potrebbe replicare”.
C’è un piano per difenderci?
"Sì, sono state fatte delle prove anche la settimana scorsa con test a livello europeo sulle linee più potenti, quelle in cui l’alternatore ha un’oscillazione di 50 giri al secondo. Hanno studiato soluzioni per non dovere staccare tutto, ma se succede come ieri con l’aumento imprevisto della frequenza sui milioni di pannelli solari che la Spagna ha o si governa la potenza o si staccano gli impianti”.
Le fonti
La Spagna ha le centrali nucleari: quanto producono sul totale?
"Nel 2024 è stato il 20%. Ma loro sono molto più avvantaggiati di noi per le rinnovabili: non hanno le barriere per le autorizzazioni che abbiamo noi e quindi costano di meno. Comunque l’Italia è al 42%, la Francia al 70%. Ma l’Italia, come anche la Spagna, potrebbe fare di più”.
Con quale soluzione?
"L’idroelettrico: se non avessimo avuto già i grandi laghi e le dighe ora non si potrebbero fare più. Non si riesce neppure a costruire una piccola centrale su una cascatella, eppure aumenteremmo il nostro fabbisogno”.
Come sarà il mercato nei prossimi giorni?
"Per essere sarcastici ieri il prezzo del gas è diminuito perché la Spagna ha consumato di meno… E continua a scendere e così sarà anche dal 2 maggio. Noi dobbiamo ringraziare le interconnessioni del mercato unico con Francia e Germania perché dipendiamo dall’importazione”.