Billari: valorizzare la superdiversità, motore dell’innovazione #Linkontro25
Le diversità, prigioniere di una narrazione che le vede come capri espiatori, sono figlie dei mutamenti demografici e sempre più necessarie per generare innovazione sostenibile “Un capro espiatorio si aggira per il mondo ed è la diversità. Sembra che tutti i problemi dell'umanità derivino dalle politiche che hanno favorito la diversità, l'equità e l'inclusione”. Ha esordito così Francesco Billari, rettore dell’Università Bocconi sul palco de Linkontro. Ovviamente non è così. Le diversità di genere, di età ed etnica hanno contribuito in modo decisivo al benessere economico delle nostre società, al punto che combinandole insieme si può parlare di superdiversità, “Le nostre identità sono complesse e costruite durante una vita sempre più lunga, e che si formerà in modo complementare con le identità altrui e questo genererà una società migliore” sottolinea Billari. Demografia come madre delle diversità Il rischio di considerare la diversità come capro espiatorio è di spegnere il motore dell’innovazione. La diversità, nelle sue declinazioni sociali, etniche e di genere, è una risorsa importante da custodire, e Billari ha ribadito anche quest’anno il ruolo centrale della demografia, come madre di tutte le diversità. Esiste infatti un impatto considerevole della longevità sulla società, con evidenze di varia natura: la speranza di vita globale è salita a 73 anni, in Italia ha raggiunto un massimo storico di 83,4 anni nel 2024. Ma il numero medio di figli per donna è calato drasticamente da 5 a 2,2 nel mondo, in Italia siamo a 1,18. La combinazione di longevità e natalità ha portato a una popolazione globale più numerosa e diversificata e l’uguaglianza di genere è favorita da longevità e istruzione. L’istruzione universitaria è in crescita, con le donne che superano gli uomini in molti Paesi. L’Italia sta diventando un Paese a forte diversità etnica con 5,4 milioni di stranieri residenti e più 2 milioni naturalizzati. Le città globali, come per esempio Londra e New York mostrano come la diversità etnica favorisca creatività e innovazione e le università possono perdere di attrattività se non valorizzano la diversità. La forza dei team multigenerazionali Tornando su un tema che aveva caratterizzato l’intervento dello scorso anno, la piramide demografica si è trasformata in una chiglia di una nave, soprattutto in Italia: il gruppo più numeroso non è più quello dei bambini ma fasce di età intermedie. I team multigenerazionali sono fonte di innovazione, come dimostrato da diversi studi: la diversità genera infatti complementarità di competenze e le organizzazioni omogenee sono meno innovative e meno competitive. La "tecnologia" connessa alla demografia, si pensi per esempio all’introduzione della pillola contraccettiva, come ha spiegato la premio Nobel Claudia Goldin, ha dato alle coppie e alle donne la libertà di pensare più liberamente alle proprie vite, “per questo possiamo considerare la diversità come figlia della demografia”, conclude Billari. L'articolo Billari: valorizzare la superdiversità, motore dell’innovazione #Linkontro25 è un contenuto originale di Mark Up.


“Un capro espiatorio si aggira per il mondo ed è la diversità. Sembra che tutti i problemi dell'umanità derivino dalle politiche che hanno favorito la diversità, l'equità e l'inclusione”. Ha esordito così Francesco Billari, rettore dell’Università Bocconi sul palco de Linkontro. Ovviamente non è così. Le diversità di genere, di età ed etnica hanno contribuito in modo decisivo al benessere economico delle nostre società, al punto che combinandole insieme si può parlare di superdiversità, “Le nostre identità sono complesse e costruite durante una vita sempre più lunga, e che si formerà in modo complementare con le identità altrui e questo genererà una società migliore” sottolinea Billari.
Demografia come madre delle diversità
Il rischio di considerare la diversità come capro espiatorio è di spegnere il motore dell’innovazione. La diversità, nelle sue declinazioni sociali, etniche e di genere, è una risorsa importante da custodire, e Billari ha ribadito anche quest’anno il ruolo centrale della demografia, come madre di tutte le diversità. Esiste infatti un impatto considerevole della longevità sulla società, con evidenze di varia natura: la speranza di vita globale è salita a 73 anni, in Italia ha raggiunto un massimo storico di 83,4 anni nel 2024. Ma il numero medio di figli per donna è calato drasticamente da 5 a 2,2 nel mondo, in Italia siamo a 1,18.
La combinazione di longevità e natalità ha portato a una popolazione globale più numerosa e diversificata e l’uguaglianza di genere è favorita da longevità e istruzione. L’istruzione universitaria è in crescita, con le donne che superano gli uomini in molti Paesi. L’Italia sta diventando un Paese a forte diversità etnica con 5,4 milioni di stranieri residenti e più 2 milioni naturalizzati. Le città globali, come per esempio Londra e New York mostrano come la diversità etnica favorisca creatività e innovazione e le università possono perdere di attrattività se non valorizzano la diversità.
La forza dei team multigenerazionali
Tornando su un tema che aveva caratterizzato l’intervento dello scorso anno, la piramide demografica si è trasformata in una chiglia di una nave, soprattutto in Italia: il gruppo più numeroso non è più quello dei bambini ma fasce di età intermedie. I team multigenerazionali sono fonte di innovazione, come dimostrato da diversi studi: la diversità genera infatti complementarità di competenze e le organizzazioni omogenee sono meno innovative e meno competitive. La "tecnologia" connessa alla demografia, si pensi per esempio all’introduzione della pillola contraccettiva, come ha spiegato la premio Nobel Claudia Goldin, ha dato alle coppie e alle donne la libertà di pensare più liberamente alle proprie vite, “per questo possiamo considerare la diversità come figlia della demografia”, conclude Billari.
L'articolo Billari: valorizzare la superdiversità, motore dell’innovazione #Linkontro25 è un contenuto originale di Mark Up.