Benji & Fede: ‘Anni d’oro’ e il coraggio di cadere
A “Soundcheck”, il duo svela il nuovo singolo, i live a Roma e Milano e il sogno di un duetto con i Nomadi a Sanremo

Dicono sia una questione di equilibrio. Di stabilità. “Cosa vuol dire cadere?” si chiede “Anni d’oro”, singolo che Benji & Fede raccontano a “Soundcheck”, il format musicale disponibile sul web e su canali social del nostro giornale, assieme alle promesse di un’annata artistica varata proprio con questa nuova canzone e relativo video girato da Davide Dilorenzo sul Lago di Como. “Vuol dire perdere un po’ di aderenza con le sicurezze che pensavamo di aver trovato in un dato momento della nostra vita, con relativo senso di smarrimento” spiegano Federico Rossi e Benjamin Mascolo.
La foto di questa vertigine l’avete scattata probabilmente all’Arena di Verona col concerto d’addio, anzi d’arrivederci, della primavera 2021.
Benji: “Sì. Anche se, in realtà, lo ricordiamo come un momento molto bello, una vertigine positiva, in quanto celebrazione della prima parte della nostra carriera. Questo nonostante lo smarrimento dato dalle incognite sul futuro che si portava dietro un evento del genere”.
Poi cos’è accaduto?
“Tanto nella vita artistica che in quella privata sono arrivati tempi di esperienze che ci hanno aiutato a crescere”.
Durante la lontananza cosa vi è mancato più dell’altro?
Benji: “Sicuramente Federico ha molta energia e la capacità di non nascondermi quelle cose che ho bisogno di sentirmi dire. Ecco perché penso che stare con lui mi migliori come persona”.
Fede: “Nel periodo in cui siamo stati lontani di Benji m’è mancato soprattutto il lato umano. L’energia di due personalità come le nostre, infatti, può diventare esponenziale se condivisa come si deve”.
Ora, insomma, l’orizzonte è sereno o quasi
Benji: “Ultimamente non stiamo litigando molto. E la cosa ci preoccupa un po’”.
Fede: “Soprattutto perché continuiamo a dirci le cose in faccia. Evidentemente siamo entrati in una fase più responsabile della nostra vita”.
Questo affiora pure dal video del brano
Benji: “Già, un brano da ascoltare in auto col finestrino abbassato che davanti alla telecamera cerchiamo di raccontare proprio così, come una spensierata gita domenicale”.
Le indiscrezioni della vigilia vi davano per certi al Festival. E invece
Fede: “E invece siamo rimasti a casa. Evidentemente non era l’anno giusto. L’importante per noi è arrivare su quel palco integri e con un amalgama uguale o superiore a quello che abbiamo ora”.
Portiamoci avanti, quando sarà, chi vi piacerebbe ospitare la sera dei duetti?
Benji: “Fede una volta mi ha confessato: i Nomadi”.
Fede: “Si perché ‘Il vecchio e il bambino’ (cavallo di battaglia della band attinto dal repertorio di Guccini - ndr) me la cantava mio padre da piccolo e mio il legame con quella canzone è tale da essermela pure tatuata sulla schiena. Questione di cuore, visto che l’antologia ‘Nomadi 40’ è stato il primo disco che ho ascoltato. In alternativa, mi piacerebbe avere accanto un altro grandissimo della nostra canzone: Gino Paoli”.
A settembre doppio appuntamento live, il 17 all’Auditorium Parco della Musica di Roma e il 19 al Carroponte di Milano
Benji: “Già, con uno show double-face, concepito per celebrare dei dieci anni del nostro primo album ’20:05’, ma anche rinnovato rispetto a quello dell’anno scorso con l’inserimento di musica nuova. Anche se ‘Anni d’oro’ è uscita da poco, infatti, c’è in arrivo pure dell’altro”.
L’importante è tenere un inedito da parte per…
Fede: “Di Sanremo non parlerò più. Voglio seguire il metodo Elodie, che nelle interviste ripeteva di non aver mandato niente a Conti e poi, tutto d’un tratto, ce la siamo ritrovata all’Ariston”.