Beni di lusso, quali sono e come vengono tassati

Si parte dalla proposta del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida di tagliare l’Iva applicata sulle ostriche che ha creato non poca polemica politica sui beni di lusso e continua a far parlare di sé, aprendo la discussione sui beni di lusso in generale, quali vengono considerati tali e soprattutto sulla tassazione a cui sono sottoposti. Al momento la tassazione è quella ordinaria, quindi al 22%, applicata anche a diversi beni di lusso, ma il governo sta cercando di abbassarla fino al 10%, appoggiato in questo anche da diversi partiti di opposizione. Foto: Shutterstock Se l’intento – quello di “rendere un prodotto accessibile” e creare così “una nuova opportunità per la filiera ittica italiana” – è in linea di principio condiviso da tutti, c’è chi fa notare però come altri prodotti, seppur non identificabili come beni di lusso, siano ancora sottoposti alla tassazione Iva più alta. Cosa sono i beni di lusso I beni di lusso in generale sono quelli non considerati di prima necessità, quindi superflui, caratterizzati da un valore economico molto alto. Di base su questi si applica l’IVA al 22%, se non nei casi in cui sono previsti regimi di tassazione speciale (a volte più più alta e a volte più bassa). Economia 20 Novembre 2024 Mercato del lusso tra scenari attuali e prospettive future Il punto con Claudia D’Arpizio e Federica Levato, senior partner di Bain & Company 20 Novembre 2024 lusso mercato lusso bain vendite lusso Guarda ora Esempi di questo genere di prodotti sono gli yacht e i jet privati, le auto di lusso (che hanno il superbollo) gli immobili di lusso, i gioielli di alto valore, gli accessori di alta moda, cibi e bevande di lusso (come il caviale). Economia 16 Settembre 2024 Moda, in sei mesi crollo dell’export. Allarme di Confartigianato La confederazione degli artigiani chiede interventi per scongiurare il tracollo del settore e il rischio di perdere una delle componenti… 16 Settembre 2024 moda confartigianato moda settore moda crolla export in sei mesi allarma della confederazione misure urgenti Guarda ora Le aliquote Iva i

Mar 12, 2025 - 16:19
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Beni di lusso, quali sono e come vengono tassati

Si parte dalla proposta del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida di tagliare l’Iva applicata sulle ostriche che ha creato non poca polemica politica sui beni di lusso e continua a far parlare di sé, aprendo la discussione sui beni di lusso in generale, quali vengono considerati tali e soprattutto sulla tassazione a cui sono sottoposti.

Al momento la tassazione è quella ordinaria, quindi al 22%, applicata anche a diversi beni di lusso, ma il governo sta cercando di abbassarla fino al 10%, appoggiato in questo anche da diversi partiti di opposizione.

Foto: Shutterstock

Se l’intento – quello di “rendere un prodotto accessibile” e creare così “una nuova opportunità per la filiera ittica italiana” – è in linea di principio condiviso da tutti, c’è chi fa notare però come altri prodotti, seppur non identificabili come beni di lusso, siano ancora sottoposti alla tassazione Iva più alta.

Cosa sono i beni di lusso

I beni di lusso in generale sono quelli non considerati di prima necessità, quindi superflui, caratterizzati da un valore economico molto alto. Di base su questi si applica l’IVA al 22%, se non nei casi in cui sono previsti regimi di tassazione speciale (a volte più più alta e a volte più bassa).

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Esempi di questo genere di prodotti sono gli yacht e i jet privati, le auto di lusso (che hanno il superbollo) gli immobili di lusso, i gioielli di alto valore, gli accessori di alta moda, cibi e bevande di lusso (come il caviale).

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Le aliquote Iva in Italia

Come viene spiegato e riassunto sul dell’Agenzia delle Entrate sono previste tutta una serie di aliquote ridotte per specifici beni e servizi.

  • L’IVA è al4% per i prodotti alimentari di prima necessità, i prodotti agricoli e alcune bevande
  • Si sale al 5%per alcuni alimenti
  • Si arriva al 10%per esempio per la fornitura di energia elettrica e del gas per usi domestici, i medicinali, gli interventi di recupero del patrimonio edilizio (sempre per specifici beni e servizi)

Elenco dei beni con aliquote Iva ridotte

L’elenco dei beni sottoposti ad aliquota agevolata è fissato dalla tabella A parte II, parte II-bis e parte III del DPR n. 633/1972, con tutte le varie – molte – modifiche intervenute nel corso degli anni. Per fare qualche esempio:

  • Tra i beni con Iva al 4% ci sono il latte fresco non concentrato né zuccherato; gli ortaggi e le “piante mangerecce”; i legumi “da granella, secchi, sgranati, anche decorticati o spezzati”; i giornali; i mangimi semplici di origine vegetale.
  • Tra quelli conIva al 5% si possono citare, sempre a titolo esemplificativo: basilico, rosmarino e salvia, freschi, origano a rametti o sgranato, destinati all’alimentazione; le “prestazioni di trasporto urbano di persone effettuate mediante mezzi di trasporto abilitati ad eseguire servizi di trasporto marittimo, lacuale, fluviale e lagunare”; i “cavalli vivi destinati a finalità diverse da quelle alimentari per cessioni che avvengono entro diciotto mesi dalla nascita”.
  • Tra i beni con Iva al 10%rientrano gli “animali vivi della specie bovina, compresi gli animali del genere bufalo, suina, ovina e caprina”; le “carni e parti commestibili degli animali della specie equina, asinina, mulesca, bovina, suina, ovina e caprina, fresche, refrigerate, congelate o surgelate, salate o in salamoia, secche o affumicate”; i “volatili da cortile vivi; volatili da cortile morti commestibili, freschi, refrigerati, congelati o surgelati”, i pesci, lo yogurt, il tè, l’uva da vino, le spezie.

Altre polemiche: assorbenti e pannolini

Nel 2024 aveva fatto molto discutere la scelta del governo, poi confermata anche per il 2025, di riportare l’Iva dal 5% al 10% su tamponi e assorbenti, oltre che su prodotti di igiene per l’infanzia come i pannolini.

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Le polemiche si sono scatenate sulla base del fatto che alcuni beni tradizionalmente considerati di lusso – come i tartufi e alcuni vini particolarmente pregiati – abbiano l’IVA al 10%. Perché allora non riabbassare quella su beni di uso quotidiano come gli assorbenti?

Il caso ostriche

La proposta del ministro Lollobrigida di portare l’Iva dal 22% al 10% sulle ostriche in realtà era già circolata più volte negli anni passati.

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Anche questa volta “ha ottenuto il consenso di maggioranza e opposizione”, ha evidenziato il ministro, che spiega come l’intento sia quello di difendere un settore fondamentale dell’industria italiana da pericoli come la proliferazione del granchio blu nelle nostre acque.

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Fin dall’inizio abbiamo lavorato per trovare soluzioni concrete, investendo risorse e presentando un Piano di contenimento che delinea una strategia per contrastare un problema che ha messo in ginocchio la produzione di vongole, cuore dell’economia locale. Oggi, però emerge un’altra possibilità di riscatto: l’ostricoltura. Le ostriche, più resistenti agli attacchi del granchio blu, possono rappresentare un’opportunità di sviluppo per il territorio“, spiega Lollobrigida in una nota.

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Plauso dalle associazioni a tutela della pesca

Paolo Tiozzo, vicepresidente Confcooperative Fedagripesca, fa notare come “in Italia l’aver scelto di tassare le ostriche come prodotto di lusso crea un gap nei confronti degli altri produttori europei che non hanno l’Iva al 22%, come da noi, ma sotto il 10%”.

Il nostro Paese, ha ricordato l’associazione, è infatti un importante consumatore di ostriche, con circa 10mila tonnellate annue, ma “il 97% delle ostriche consumate in Italia sono straniere, probabilmente francesi”.

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Una nota di Francesca Biondo, direttrice generale di Federpesca, applaude al governo. La riduzione dell’Iva, si osserva Biondo, “consentirebbe di implementare l’ostricoltura e diversificare le produzioni soprattutto in quelle zone del nostro Paese maggiormente colpite dall’emergenza granchio blu”.

Le critiche

Sostenuta anche dai partiti di opposizione come Pd e MoVimento Cinque Stelle, ma c’è chi non è convinto delle posizioni di Lollobrigida.

Italia Viva su Instagram nei giorni scorsi ha ad esempio postato un ritratto della regina francese Maria Antonietta, sostituendone il volto con quello del nostro ministro e rielaborando le celebri frasi “Maestà il popolo non ha il pane” – “Dategli le brioches” con “Maestà il popolo ha fame” – “Dategli le ostriche“.

Anche Nicola Fratoianni di Avs non sembra convinto. “Per il ministro Lollobrigida le ostriche dovrebbero avere l’Iva al 10% quindi sono beni essenziali mentre assorbenti, latte in polvere e pannolini sono beni di lusso dato che il governo Meloni ha aumentato l’Iva proprio per questi prodotti dal 5% al 10%. Davvero complimenti“, ha scritto su X.

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