Balneari, il Tar della Liguria boccia la proroga del Governo: “Manca un accordo scritto con l’Ue”

Il Tar della Liguria ritiene non valido il decreto con cui il Governo ha prorogato fino al 30 settembre 2027 le concessioni per gli stabilimenti balneari. Secondo i giudici amministrativi, il provvedimento è nullo poiché si basa su un accordo con la Commissione europea di cui però non vi è traccia scritta. “Non vale invocare […]

Feb 20, 2025 - 13:52
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Balneari, il Tar della Liguria boccia la proroga del Governo: “Manca un accordo scritto con l’Ue”

Il Tar della Liguria ritiene non valido il decreto con cui il Governo ha prorogato fino al 30 settembre 2027 le concessioni per gli stabilimenti balneari. Secondo i giudici amministrativi, il provvedimento è nullo poiché si basa su un accordo con la Commissione europea di cui però non vi è traccia scritta.

“Non vale invocare un accordo tra lo Stato italiano e la Commissione europea, secondo cui le Amministrazioni avrebbero l’obbligo di prorogare le concessioni balneari sino al settembre 2027: e ciò sia perché non risulta esistente un documento scritto racchiudente tale patto…”, si legge nella sentenza, emanata dal Tar ligure ieri, mercoledì 19 febbraio.

Il Tribunale amministrativo si è pronunciato in merito a un ricorso presentato da tre gestori – i Bagni Silvano di Nichel Anna & C. snc., l’impresa individuale Sacha Cubeddu e la Matakello srl – contro il Comune di Zoagli, in provincia di Genova. I tre balneari contestavano la legittimità delle gare già indette dal Comune, sostenendo che vi fosse un obbligo di proroga delle concessioni fino al settembre 2027. Ma il Tar ha respinto il ricorso, dando ragione all’Amministrazione comunale.

Scrivono i giudici che “le concessioni demaniali marittime per attività turistico-ricreative, beneficiarie di plurime proroghe ex lege, hanno cessato i loro effetti in data 31 dicembre 2023, sicché le nuove assegnazioni devono avvenire mediante selezioni imparziali e trasparenti tra i potenziali candidati, ai sensi della cosiddetta Bolkestein”.

La sentenza del Tar della Liguria potrebbe aprire un nuovo fronte nello scontro aperto tra Governo e magistratura, dopo le divergenze emerse ad esempio sui centri per migranti in Albania e sul caso Almasri.