Gaza: Hamas consegna a Israele i corpi di 4 ostaggi rapiti il 7 ottobre 2023 ed espone le bare su un palco
Come previsto dagli accordi per la tregua, Hamas ha consegnato oggi alla Croce Rossa Internazionale, per la successiva sepoltura in Israele, i corpi di quattro ostaggi, compresa una madre e i suoi due figli piccoli, sequestrati durante gli attentati del 7 ottobre 2023, dopo aver esposto pubblicamente le bare su un palco macabramente allestito vicino […]

Come previsto dagli accordi per la tregua, Hamas ha consegnato oggi alla Croce Rossa Internazionale, per la successiva sepoltura in Israele, i corpi di quattro ostaggi, compresa una madre e i suoi due figli piccoli, sequestrati durante gli attentati del 7 ottobre 2023, dopo aver esposto pubblicamente le bare su un palco macabramente allestito vicino Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. I cadaveri appartengono alla 33enne Shiri Bibas, ai suoi due figli Ariel e Kfir, rispettivamente di 4 anni e 9 mesi, e all’83enne Oded Lifshitz, tutti sequestrati durante il massacro del 7 ottobre 2023 nel kibbutz Nir Oz, nel sud di Israele.
Come mostrato dalle immagini trasmesse in diretta da Gaza dall’emittente qatariota al-Jazeera, le bare, coperte da un telo bianco e con affissa la foto di ciascun ostaggio e un messaggio propagandistico di Hamas, sono state esposte su un palco a Bani Suheila, a due chilometri a est di Khan Younis, su cui campeggiava un grande manifesto che ritraeva il premier israeliano Benjamin Netanyahu nei panni di un vampiro e accusava Israele di essere responsabile della morte dei quattro ostaggi. Nelle vicinanze del palco, circondato da una piccola folla, i miliziani hanno anche esposto componenti di ordigni presumibilmente utilizzate dalle forze armate israeliane (Idf) nei bombardamenti in cui sarebbero decedute le vittime.
La macabra messa in scena è stata esecrata dall’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk, che l’ha definita “abominevole”. “Secondo il diritto internazionale, qualsiasi consegna dei resti di un defunto deve rispettare il divieto di trattamenti crudeli, inumani o degradanti, assicurando il rispetto della dignità del defunto e delle sue famiglie”, ha affermato in una nota il diplomatico austriaco.
In seguito i corpi sono stati consegnati alla Croce Rossa Internazionale, che con un convoglio li ha portati dalla Striscia di Gaza in Israele, dove sono stati presi in consegna dalle Idf per i necessari controlli di sicurezza. Dopo aver accertato che le bare non contenevano trappole esplosive e a seguito di una breve cerimonia militare, i medici legali dell’istituto forense Abu Kabir hanno proceduto agli accertamenti di rito per l’identificazione degli ostaggi, un procedimento che potrebbe richiedere fino a 48 ore e se possibile portare, secondo il ministro della Salute di Tel Aviv Uriel Busso, a stabilirne la causa del decesso.
“I nostri cuori sono con le famiglie in questo momento difficile”, ha commentato in una nota l’ufficio del premier Benjamin Netanyahu, che ha rinunciato a presenziare alla cerimonia funebre, chiedendo ai cittadini di rispettare la privacy dei familiari in lutto e di astenersi dal diffondere voci infondate. Anche il presidente di Israele, Isaac Herzog, in visita a Roma per incontrare il capo dello Stato Sergio Mattarella e la premier Giorgia Meloni, ha voluto commentare, chiedendo perdono ai quattro ostaggi uccisi per non averli protetti e riportati a casa vivi. “Agonia. Dolore. Non ci sono parole. I nostri cuori, i cuori di un’intera nazione, giacciono a brandelli”, ha scritto Herzog sui social. “A nome dello Stato di Israele, chino la testa e chiedo perdono (…) per non avervi protetti in quel giorno terribile. Perdono per non avervi riportati a casa sani e salvi”.
Le immagini del rapimento della famiglia Bibas, con doppia cittadinanza israeliana e argentina, avevano fatto il giro del mondo. In particolare un filmato mostrava la madre terrorizzata circondata dai miliziani di Hamas con i figli in braccio. Il marito Yarden, invece, era stato liberato durante uno degli scambi tra ostaggi e prigionieri palestinesi detenuti in Israele, avvenuto lo scorso 1° febbraio. Fino all’ultimo la famiglia aveva sperato di poter riabbracciare i propri cari ancora vivi.
Per sabato 22 febbraio è poi prevista la liberazione di altri sei ostaggi israeliani ancora vivi sequestrati da Hamas e trattenuti a Gaza, in cambio del rilascio di altre centinaia di detenuti palestinesi. Dopo quest’ultimo scambio, nelle mani del gruppo terroristico resteranno altri 59 ostaggi, di cui almeno 28 già deceduti. Il tutto in attesa della fase due dell’accordo di cessate il fuoco entrato in vigore lo scorso 19 gennaio, che dopo la liberazione di tutti i rapiti dovrebbe rendere la tregua permanente, consentendo l’ingresso nella Striscia di macchinari pesanti, rimorchi e altro materiale edile per rimuovere le macerie dei bombardamenti che, secondo gli ultimi dati delle autorità del territorio costiero, hanno causato almeno 48.297 morti e 111.733 feriti.