Asset sicuri in tempi di volatilità: il ruolo dei titoli di Stato

Le turbolenze sui mercati finanziari globali innescate dalla scure dei dazi di Trump si sono attenuate, ma gli investitori restano alla ricerca di beni rifugio se la volatilità dovesse riaccendersi. Un’opzione sono i titoli di Stato, ma come orientarsi tra BTP, Bund e Treasury Usa

Mag 8, 2025 - 02:07
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Asset sicuri in tempi di volatilità: il ruolo dei titoli di Stato

Articolo tratto dal blog di Banca Generali

La fase di volatilità sui mercati finanziari internazionali innescata dai dazi sembra essersi, almeno in parte, calmata, con gli indici azionari che hanno in parte recuperato il terreno perso nelle sedute successive al Liberation Day del 2 aprile. Ma questa relativa tranquillità è, secondo molti osservatori, fragile e potrebbe interrompersi se il presidente degli Stati Uniti Donald Trump riprendesse la sua offensiva fatta di dazi doganali al termine del periodo di tregua di 90 giorni accordato per favorire le trattative commerciali.

Per questo molti investitori guardano ad asset considerati come più sicuri in tempi di turbolenza per diversificare e assicurarsi un “cuscinetto” di stabilità e rendimenti in caso la volatilità torni ad abbattersi sui mercati azionari. E tra questi asset più sicuri ci sono senza dubbio i titoli di Stato, tradizionalmente asset percepito come “sicuro” dai risparmiatori e che tende a restituire una buona performance in tempi di volatilità. Ma come orientarsi tra i vari bond sovrani?

Il sempreverde BTP

La prima categoria di titoli di Stato a cui va il pensiero degli investitori italiani non può che essere il BTP. I bond governativi del Mef godono anche della tassazione agevolata al 12,5% (rispetto al 26% delle altre rendite finanziarie), una circostanza che li rende sempre appetibili agli investitori del nostro Paese. A spingere l’appeal del BTP ci sono anche le performance recenti, con i rendimenti scesi di circa una ventina di punti base nel corso dell’ultimo mese e lo spread nei confronti del Bund tedesco che si è contratto anch’esso di circa 20 punti base in aprile.

Una performance positiva le cui cause sono da ricercarsi “nella promozione da parte di S&P Global Ratings, che ha migliorato il rating di credito dell’Italia, portandolo a ‘BBB+’ con outlook stabile nel corso. Una decisione che ha allontanato ancora di più lo spettro di un possibile declassamento del rating dei BTP a ‘spazzatura’, una minaccia che per anni ha pesato sui titoli di Stato italiani”, commenta Paolo Baldessari, Responsabile Fixed Income & Alternative per l’area dell’Asset Management di Banca Generali.

“Il miglioramento del rating va ad aggiungersi a un trend positivo alimentato dai flussi di acquisti degli investitori stranieri che ormai da inizio 2024 sono tornati a comprare debito italiano in modo consistente, sostenendo le quotazioni del BTP”, spiega Baldessari.

Tuttavia, i titoli italiani “mantengono uno spread di credito, anche se ridotto, che li rende più vulnerabili di altri bond sovrani in tempi di volatilità, come si è visto all’indomani dell’imposizione dei dazi, con il differenziale rispetto ai Bund che si è allargato. Il BTP, se solo e non parte di un portafoglio diversificato, non è uno scudo sufficiente per proteggere dalle turbolenze dei mercati”, avverte il gestore di Banca Generali.

La sicurezza della Germania

I titoli tedeschi restano, tra i bond governativi dei grandi Paesi europei, quelli con la miglior reputazione di solidità. I Bund, sebbene visti come meno intoccabili rispetto agli scorsi anni (con il decennale arrivato a rendere più dei tassi swap privi di rischio) restano una certezza nell’ambito dei titoli di Stato, grazie alla posizione fiscale solida e al basso debito  pubblico di Berlino.

“Il titolo di Stato tedesco a 5 anni, in particolare, emerge come un’opportunità interessante. Da un lato è molto legato alle aspettative sulla politica monetaria della Bce, una circostanza che lo ha aiutato nelle ultime settimane, con la minaccia dei dazi che ha spinto i mercati ad aspettarsi tagli dei tassi più rapidi e consistenti. Inoltre, per ragioni tecniche, il titolo (detto Bobl) aveva sofferto di più negli scorsi mesi in occasione delle elezioni tedesche e delle aspettative di maggior spesa pubblica da parte di Berlino”, continua Baldessari.

La scommessa Treasury Usa

Qualche investitore più audace, invece, potrebbe puntare sui titoli di Stato americani, i Treasury, che offrono un rendimento stabilmente sopra il 4% e da tradizione sono considerati uno degli asset rifugio più sicuri in tempo di volatilità, grazie all’indiscusso status di prima economia globale degli Stati Uniti.

“Il titolo di Stato americano ha oggi un rendimento in apparenza molto più alto rispetto a quelli europei, ma sconta un rischio valutario non trascurabile”, avverte Baldessarri, sottolineando come il dollaro “si è deprezzato di quasi 10 punti percentuali nelle ultime settimane, dopo l’annuncio dei dazi di Trump. Gli investitori prezzano nel biglietto verde un rischio importante legato alle incertezze sulla politica commerciale e fiscale della Casa Bianca; quindi, se da un lato i potenziali rendimenti sono più elevati, dall’altro lo sono anche i rischi”.

Conclusioni

Come sempre, conclude Baldessari, “non esiste un singolo asset perfetto. Se si vuole inserire nel portafoglio una componente di titoli di Stato in funzione di protezione dalla volatilità sull’azionario, il miglior modo di farlo è attraverso l’utilizzo di gestione professionale attiva e diversificazione. Combinando ad esempio titoli tedeschi come ancora di sicurezza e BTP italiani per assicurarsi un rendimento superiore, senza dimenticare che un gestore attivo può inserire anche asset più ‘sofisticati’, come il credito corporate europeo di alta qualità, che in questa fase può garantire rendimenti interessanti a fronte di fondamentali molto solidi”.