Arte e Propaganda, dall’antica Roma a Banksy: il potere attraverso l’espressione artistica

Eleonora Zamparutti e Piero Muscarà ci conducono in un viaggio attraverso i secoli, per scoprire il rapporto tra arte e potere. Un intreccio espresso in vari modi nella storia

Apr 16, 2025 - 21:20
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Arte e Propaganda, dall’antica Roma a Banksy: il potere attraverso l’espressione artistica

Arte e Propaganda è un documentario a firma di Eleonora Zamparutti e Piero Muscarà. Un lavoro che mira a ripercorrere secoli di storia, raccontando come l’arte sia stata usata per veicolare il potere. Numerosi gli episodi e i resti che ancora oggi fanno parte del nostro patrimonio culturale, in un racconto in prima visione su Rai 5 mercoledì 16 aprile, ore 21:15.

Cos’è l’arte

Descrivere il concetto di arte è qualcosa di incredibilmente complesso, considerando le infinite sfumature e i tanti livelli di interpretazione, spesso personali. Di certo definire arte ciò che è bello è una banalizzazione degradante.

Si vive l’arte sotto vari punti di vista, perché essa è comunicazione, suggestione, ideologia e, la storia insegna, propaganda. Tale consapevolezza ha consentito di gettare le basi per Arte e Propaganda, documentario prodotto da ARTE.it Originals, in collaborazione con Rai Cultura.

Dietro questa pellicola si cela un lavoro di ricerca molto approfondito e dettagliato, che ha avuto inizio nel 2017. Una vera e propria indagine, atta a descrivere l’articolato rapporto tra arte e potere. Lo spettatore viene così condotto in un viaggio che passa attraverso numerosi secoli, muovendosi in lungo e in largo, ignorando qualsiasi confine geografico e politico. Si torna indietro nel tempo, e di molto, per dimostrare quella che è stata la nostra evoluzione.

Ci riteniamo molto differenti dalle generazioni che ci hanno preceduto, centinaia d’anni prima. La realtà, però, è che la propaganda non è di certo un’invenzione dei totalitarismi del Novecento. È stata una costante nella storia (dell’arte).

Il documentario fa propria una celebre frase di George Orwell. Una provocazione ormai celebre: “Tutta l’arte è propaganda”. Si mira così a decostruire il mito romantico dell’arte come espressione “pura” dell’anima. Il pubblico ha così modo di scoprire come fin dall’antichità le realizzazioni artistiche, di qualsiasi tipologia, siano state spesso al servizio dei potenti.

Dall’Impero romano al fascismo

Tornando al tempo dell’antica Roma, Augusto usò l’arte per consolidare il passaggio dalla Repubblica all’Impero. L’iconografia era stata attentamente studiata proprio per legittimare il nuovo ordine.

Il documentario ci porta poi nel cuore dell’epoca napoleonica. Antonio Canova realizzò la statua di Napoleone come Marte Pacificatore. Simbolo trionfale, inizialmente, divenuto in seguito emblema di un fallimento politico e artistico.

Ancora un balzo in avanti ed eccoci ad ascoltare un’analisi su Benito Mussolini, e in particolare sull’Operazione Leonardo. Una strategia che il regime fascista attuò per riuscire a reinventare Leonardo da Vinci. Una bandiera culturale da poter esportare nel mondo. Simbolo assoluto del “genio italiano”.

Arte degenerata e l’icona di Che Guevara

Una porzione importante di Arte e Propaganda è dedicata alla Germania nazista. Spazio alle riprese della mostra Art Dégénéré al Musée Picasso di Parigi. Si documenta così la repressione feroce dell’arte moderna con Hitler al potere.

Al tempo stesso, però, emerge la figura di John Heartfield, artista comunista che seppe smascherare la brutalità del regime nazista con largo anticipo, sfruttando i suoi fotomontaggi. Si vive di balzi in questo film, e così eccoci alla Guerra Fredda, che trasforma la propaganda artistica. La CIA finanziò la diffusione dell’Espressionismo astratto in Europa, come simbolo della libertà occidentale.

Arte e Propaganda, documentario su arte e potere
Fonte: Ufficio Stampa
Arte e Propaganda, documentario su arte e potere

L’Unione Sovietica, invece, vedeva nell’arte figurativa l’unica forma legittima, perché “comprensibile al proletariato”. Tutto ciò ci spinge verso Cuba, dove nasce l’icona di Che Guevara, ancora oggi celebre nel mondo. È probabilmente più diffusa la sua immagina, nel famosissimo ritratto, che la sua storia nel dettaglio. Il Che morì inconsapevole del fatto d’essere divenuto il protagonista di una nuova forma di propaganda pop.

Street Art e propaganda oggi

Il documentario si conclude con una riflessione attuale. L’arte dedita alla propaganda non è affatto scomparsa. È mutata la sua forma, come sempre accaduto. Artisti come Banksy, dediti alla Street Art, agiscono in assenza di committenti. Occupano però spazi pubblici per diffondere messaggi politici e sociali.

La propaganda però non esiste senza un pubblico ed è esso a determinare il successo o il fallimento di un messaggio. A tutto noi, dunque, il compito di sviluppare la necessaria consapevolezza per decodificare le immagini che ci vengono proposte, con tutto il mondo che si cela alle loro spalle.