Apple, l’impatto dei dazi stende il titolo

L’amministratore delegato della Casa di Cupertino ha avvisato che i dati potrebbero avere un impatto importante sui costi dell’azienda nel corso del trimestre in corso, mentre la società ha anche ridotto il buyback.

Mag 2, 2025 - 09:49
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Apple, l’impatto dei dazi stende il titolo

Un conto salato per Apple potrebbe arrivare dalle scelte sul commercio del Presidente Donald Trump. L’avviso è arrivato dall’amministratore delegato Tim Cook della Casa di Cupertino, parlando nel corso della presentazione dei conti del secondo trimestre fiscale.

L’avviso ha attirato le vendite sulle azioni Apple, in calo di oltre il 3% nelle contrattazioni after hours, scambiate a 206 dollari per azione, facendo intravvedere una seduta difficile a Wall Street.

Il titolo arriva all’appuntamento degli utili dopo un calo del 12% nel corso di questo 2025, seppur ridotto ad aprile quando era riuscito a recuperare il 23%.

Cook ha spiegato agli analisti che i dazi potrebbero portare circa 900 milioni di costi nel corso del trimestre in corso, proprio mentre la società sta spostando negli Stati Uniti la sua catena di produzione per limitare l’impatto della guerra commerciale scatenata da Trump.

Il manager prevede che la spesa di 500 miliardi prevista per espandere la presenza nel Paese comporterà sia esborsi di capitale sia un aumento delle spese operative per la costruzione di fabbriche di server e chip con i suoi partner di produzione. Inoltre, ha illustrato come Apple abbia iniziato a costituire una scorta di prodotti in modo che la maggior parte dei dispositivi venduti negli Stati Uniti in questo trimestre non provenga dalla Cina.

Fino a questo momento, la guerra commerciale sembrava non essere un problema per le vendite di Apple: Cook ha affermato di non aver visto i consumatori correre a fare scorta di prodotti della società prima dell’entrata in vigore dei dazi.

La maggior parte degli iPhone venduti negli USA nel trimestre in corso proverrà dall’India, mentre la maggioranza degli iPad, dei Mac e degli Apple Watch proverrà dal Vietnam. Per i prodotti destinati ai mercati fuori dagli USA, la provenienza è quella della Cina.

La Casa di Cupertino ha ridotto di 10 miliardi il suo programma di riacquisto di azioni, portandolo a 100 miliardi di dollari, aumentando così l’incertezza su suo futuro.

La decisione dell’azienda “è stata deludente”, secondo Angelo Zino, analista di CFRA, in quanto Apple "storicamente o mantiene i suoi riacquisti o aumenta la sua autorizzazione rispetto all'anno precedente".

"Ci aspettavamo di vedere una quantità maggiore di riacquisti”, spiega Thomas Monteiro, analista senior di Investing.com, che aggiunge: “conoscendo l'azienda, questo indica che Tim Cook sta accumulando liquidità per i tempi difficili” e, "anche se questo non è esattamente un problema in sé, suggerisce certamente che l'azienda non è così sicura del suo futuro a breve termine come lo era nei trimestri precedenti".

Passando ai risultati del secondo trimestre fiscale, terminato lo scorso 29 marzo, il fatturato e gli utili sono saliti rispettivamente a 95,36 miliardi e 1,65 dollari per azione, superiori ai 94,68 miliardi e 1,63 dollari previsti dagli analisti (dati LSEG).

Superiori alle attese anche le vendite di iPhone, arrivate a 46,84 miliardi rispetto ai 46,17 miliardi delle previsioni (dati LSEG). Lievemente sotto le attese la divisione servizi, con ricavi per 26,65 miliardi, contro i 26,70 miliardi del consensus, così come i ricavi provenienti dalla Cina: 16 miliardi contro i 17 miliardi del consensus.

Apple ha registrato “solidi risultati trimestrali, tra cui una crescita a due cifre nei servizi", dichiarava nella nota Cook, mentre il CFO Kevan Parekh evidenziava la “crescita dell'utile per azione (EPS) dell'8% e un flusso di cassa operativo di 24 miliardi di dollari, consentendoci di restituire 29 miliardi di dollari agli azionisti".

"Grazie agli elevati livelli di fidelizzazione e soddisfazione dei nostri clienti, la nostra base installata di dispositivi attivi ha raggiunto ancora una volta un nuovo massimo storico in tutte le categorie di prodotto e i segmenti geografici", concludeva Parekh.

Per il terzo trimestre fiscale in corso, il management prevede una crescita dei ricavi a una cifra medio-bassa, in linea con le aspettative degli analisti che prevedevano una crescita del 4,28% a 89,45 miliardi (dati LSEG).

Negative, però, le previsioni dei margini lordi, attesi in calo: secondo i dati LSEG saranno compresi tra il 45,5% e il 46,5% nel terzo trimestre fiscale, al di sotto delle stime degli analisti che prevedevano una crescita del 46,58%.

Apple ha inoltre annunciato l’aumento del 4% del dividendo in contanti, portandolo a 26 centesimi per azione, pagabili il 15 maggio 2025 agli azionisti registrati alla chiusura delle contrattazioni del 12 maggio 2025.

Cattive notizie per Apple sono arrivate dal fronte giudiziario negli USA. La giudice distrettuale Yvonne Gonzalez Rogers ha stabilito che la società ha violato un’ingiunzione del tribunale del 2021 relativa al suo App Store, determinando che la commissione del 27% sugli acquisti esterni e la visualizzazione di avvertimenti sui metodi di pagamento di terze parti hanno ostacolato la direttiva del tribunale di consentire agli sviluppatori di informare gli utenti su opzioni di pagamento alternative.

L’ingiunzione era nata dalla causa antitrust di Epic Games, la quale accusava Apple di comportamento monopolistico per aver limitato i sistemi di pagamento di terze parti e imposto elevate commissioni sugli acquisti effettuati sulla sua app.

L’ordine del tribunale vieta ad Apple di ostacolare le comunicazioni tra sviluppatori e utenti e di imporre commissioni sugli acquisti effettuati al di fuori delle app, lasciando la decisione sulle accuse penali ai procuratori federali.

La giudice ha deferito Apple e il suo Vicepresidente delle Finanze, Alex Roman, ai procuratori federali per potenziale oltraggio criminale, citando testimonianze fuorvianti durante il procedimento.

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