Scuola, allarme per i tagli: in Toscana 400 docenti in meno, 115 solo a Firenze

In Toscana, la riduzione prevista è di 370 cattedre, di cui 105 a Firenze. I dati confermano una tendenza già in atto: in tutto il territorio si perderanno a settembre quasi 14.000 studenti

Mag 3, 2025 - 11:12
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Scuola, allarme per i tagli: in Toscana 400 docenti in meno, 115 solo a Firenze

Firenze, 3 maggio 2025 – Una nuova stagione di tagli attende la scuola pubblica. A partire da settembre, in Toscana mancheranno circa 400 insegnanti, di cui ben 115 solo nella provincia di Firenze: un numero che va oltre la riduzione legata al calo degli studenti, e che segna un punto di svolta nell’impatto delle nuove politiche di bilancio su un sistema già provato. A lanciare l’allarme è la Flc Cgil Firenze: “Il governo vuole impoverire la scuola pubblica e la sua funzione di emancipazione, per farne uno strumento di selezione sociale”, accusa il segretario della Flc Cgil Emanuele Rossi. Il riferimento è al combinato disposto di patto di stabilità europeo e legge di bilancio 2025, che secondo i sindacati colpiranno duro già dal prossimo anno scolastico, e ancora più pesantemente dal successivo, quando entreranno in vigore i tagli al personale Ata: oltre 2.000 posti in meno a livello nazionale.

Tagli significativi al personale docente

Finora, i tagli a docenti e classi venivano giustificati con il calo degli iscritti, fenomeno inconfutabile. Ma questa volta c’è dell’altro. La decisione di ridurre di circa 6.000 unità i posti di docente in Italia non nasce solo dalla denatalità, ma “da scelte politiche ben precise”, sempre secondo i sindacati. In Toscana, la riduzione prevista è di 370 cattedre, di cui 105 a Firenze. I dati, forniti dall’Ufficio scolastico regionale e ancora provvisori, confermano una tendenza già in atto: in tutto il territorio toscano si perderanno a settembre quasi 14.000 studenti, con un calo che colpisce ogni grado d’istruzione. Alle superiori si passerà da 170.475 a 163.846 alunni, alle medie da 92.991 a 90.221, alle elementari da 127.968 a 123.539. La flessione è più accentuata nella scuola primaria, dove solo in provincia di Firenze si contano 1.130 alunni in meno rispetto all’anno precedente. Eppure, i posti tagliati saranno più del doppio di quelli giustificabili sulla base della demografia: 115 contro i 47 teoricamente legati al calo degli iscritti.

Impatto sul potenziamento scolastico

A essere colpito sarà in particolare il potenziamento, cioè quell’insieme di ore e attività aggiuntive con cui le scuole rispondono ai bisogni specifici degli studenti: corsi di recupero, alfabetizzazione, progetti innovativi, attività di inclusione. Il potenziamento serve anche per attivare indirizzi di studio, coprire assenze, o collaborare all’organizzazione scolastica. La perdita di questi spazi si tradurrà, accusano sempre i sindacati, in una riduzione drastica dell’offerta formativa, soprattutto nelle scuole superiori, dove in media sparirà un posto e mezzo per istituto. In un contesto in cui “si chiede alla scuola di contrastare la dispersione scolastica, accompagnare gli studenti nelle scelte e formare cittadini consapevoli, queste misure appaiono un passo indietro”, prosegue Rossi.

Pratiche di ridimensionamento futuro

Il colpo di grazia arriverà nel 2026, con il taglio di oltre 2.000 unità di personale Ata deciso dal Parlamento. Non si tratta di un taglio emergenziale, ma strutturale. Una scelta che, secondo la Flc Cgil, conferma la volontà politica di ridimensionare l’intero sistema di istruzione pubblica. Emanuele Rossi denuncia l’ipocrisia di una narrazione che celebra la crescita dell’occupazione a reti unificate il primo Maggio, mentre nei fatti – proprio tra aprile e maggio – si prepara la conta dei posti che scompariranno a settembre. “Noi non ci fermeremo – dice Rossi – e continueremo a opporci, forti di un consenso crescente, che a Firenze e provincia ha superato il 42% nelle recenti elezioni Rsu”.

Anche altri sindacati condividono le preoccupazioni. Claudio Gaudio della Cisl Scuola sottolinea che i parametri per il numero minimo di alunni per classe non sono mai stati aggiornati, nonostante il drastico calo della popolazione scolastica. Oggi le classi alla primaria contano da 15 a 26 alunni, alle medie da 18 a 27 (fino a 30), alle superiori da 27 a 30. Secondo Gaudio, sarebbe il momento di rivedere questi numeri, per ridurre la numerosità delle classi e migliorare la qualità della didattica. “È anche una questione occupazionale – osserva – ma soprattutto un investimento sul futuro”.

Pasquale Cuomo, segretario regionale Flc Cgil, parla di “un mix terribile” tra tagli di bilancio e denatalità, che rischia di chiudere intere sezioni e scuole nei prossimi anni. E lancia un appello per politiche genitoriali e di accoglienza capaci di invertire la rotta. Ma intanto, nelle scuole toscane, si predispongono organici al ribasso. E mentre i numeri calano, aumentano le preoccupazioni per una scuola che rischia di diventare sempre più povera.