Allarme in Australia: un’alga tossica prolifera per il caldo anomalo e fa strage di 200 specie marine

Da marzo 2025, le acque dell’Australia meridionale sono teatro di un fenomeno che sta attirando l’attenzione di scienziati e autorità di tutto il mondo. Una massiccia fioritura di alga Karenia mikimotoi, tossica per la fauna ittica, sta alterando l’ecosistema marino, inducendo la morte di centinaia di creature acquatiche. “Si tratta di una fioritura più grande di...

Mag 15, 2025 - 20:12
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Allarme in Australia: un’alga tossica prolifera per il caldo anomalo e fa strage di 200 specie marine

Da marzo 2025, le acque dell’Australia meridionale sono teatro di un fenomeno che sta attirando l’attenzione di scienziati e autorità di tutto il mondo. Una massiccia fioritura di alga Karenia mikimotoi, tossica per la fauna ittica, sta alterando l’ecosistema marino, inducendo la morte di centinaia di creature acquatiche.

“Si tratta di una fioritura più grande di quella che abbiamo mai visto prima”, ha dichiarato Susan Close, ministra dell’Ambiente dell’Australia meridionale, come spiega ABC News Australia. “Non è molto lontana dalle dimensioni di Kangaroo Island e in alcune parti raggiunge la profondità di 20 metri”. Per comprendere la portata del fenomeno, basti pensare che l’Isola dei Canguri è la terza isola più grande dell’Australia, con una superficie di oltre 4.400 chilometri quadrati.

Cosa sta succedendo all’ecosistema marino?

Le prime avvisaglie del problema risalgono a marzo, quando i bagnanti hanno segnalato la presenza di una schiuma densa sulla superficie dell’acqua e il ritrovamento di animali marini morti sulle spiagge di Waitpinga e Parsons, nella penisola di Fleurieu. Da allora, il fenomeno si è rapidamente esteso, raggiungendo Kangaroo Island, la penisola di Yorke e le spiagge a sud di Adelaide.

Secondo i dati raccolti dall’organizzazione ambientalista OzFish, che ha analizzato oltre 1.400 segnalazioni provenienti dai cittadini, più di 200 specie marine sono state colpite dal fenomeno. I numeri ci dicono che il 47% degli animali morti sono pesci con pinne raggiate,  il 26% sono squali e razze, il 7% sono cefalopodi (calamari, seppie e polpi) mentre il 6% sono crostacei (granchi, aragoste e gamberi).

“È come assistere a un film dell’orrore che si sta svolgendo sott’acqua”, ha spiegato al Guardian Brad Martin, responsabile di OzFish per l’Australia meridionale. “L’alga Karenia mikimotoi agisce come una coperta tossica che soffoca la vita marina. Può ostruire le branchie dei pesci impedendo loro di respirare, causare emorragie attaccando i globuli rossi e persino danneggiare il sistema nervoso degli animali marini, provocando comportamenti anomali”.

Particolarmente allarmante è stata la recente serie di ritrovamenti insoliti: lunedì scorso uno squalo bianco è stato trovato morto sulla popolare spiaggia di Henley, ad Adelaide, mentre ad aprile sono stati segnalati altri due squali morti a Port Willunga e Port Moorowie. Questi avvistamenti hanno destato grande preoccupazione tra gli esperti, considerando la rarità di simili eventi.

Gli effetti sull’ambiente e sull’uomo

Il Dipartimento delle Industrie Primarie e delle Regioni (PIRSA) dell’Australia meridionale ha confermato che fioriture algali di queste dimensioni sono estremamente rare nella regione, con l’ultimo episodio significativo registrato a Coffin Bay nel 2014.

Il biologo marino Mike Bossley ha documentato comportamenti insoliti nella fauna marina locale. “Abbiamo osservato razze e squali molto più attivi e aggressivi del normale”, ha dichiarato ad ABC News. Questa osservazione è stata drammaticamente confermata quando, la scorsa settimana, una ricercatrice è stata punta da una razza aquila mentre studiava proprio gli effetti delle alghe sull’ecosistema marino nella penisola di Yorke.

La professoressa Shauna Murray dell’Università di Tecnologia di Sydney, che ha analizzato l’alga al microscopio e ne ha studiato il DNA, ha spiegato che la Karenia mikimotoi è una delle circa 100 specie di alghe nocive conosciute, ciascuna con effetti tossici diversi. “Si ritiene che questa particolare specie produca ossigeno reattivo che danneggia le cellule branchiali dei pesci, impedendo loro di respirare correttamente”, ha precisato.

Anche se l’alga non è considerata direttamente tossica per l’uomo, può causare reazioni allergiche. Diversi surfisti hanno riportato sintomi come tosse persistente, irritazione agli occhi e vista offuscata dopo essere entrati in contatto con le acque contaminate. Le autorità sanitarie locali hanno diffuso un avviso chiaro: “Se vedete della schiuma sulla spiaggia o notate alterazioni del colore dell’acqua, state lontani, non entrate”, ha raccomandato la ministra Close. “E se ci siete stati, lavatevi accuratamente”.

Le cause e le possibili soluzioni

Gli scienziati concordano nell’identificare la causa principale del fenomeno: un’ondata di calore marino senza precedenti, con temperature dell’acqua 2,5 gradi superiori alla media stagionale. Questo riscaldamento anomalo, probabilmente legato al cambiamento climatico, combinato con condizioni oceaniche particolarmente stabili (pochi venti e onde di piccole dimensioni), ha creato l’ambiente ideale per la proliferazione dell’alga.