Alexander Zverev e Ben Shelton al centro di un caso: un giudice accusa l’ATP di pressioni sui tennisti
Sport e politica nuovamente protagonisti? Sembrerebbe di sì. La notizia arriva dagli USA e il riferimento è alla sentenza emessa da un giudice di New York, legata ai rapporti tra i tennisti professionisti e l’asset governativo dello sport con racchetta e pallina (ATP). Ebbene, secondo quanto emerso dall’iter processuale citato, l’ATP ha tentato di influenzare […]

Sport e politica nuovamente protagonisti? Sembrerebbe di sì. La notizia arriva dagli USA e il riferimento è alla sentenza emessa da un giudice di New York, legata ai rapporti tra i tennisti professionisti e l’asset governativo dello sport con racchetta e pallina (ATP).
Ebbene, secondo quanto emerso dall’iter processuale citato, l’ATP ha tentato di influenzare impropriamente alcuni dei suoi giocatori di maggior rilevanza, durante il procedimento legale intentato dalla Professional Tennis Players’ Association (PTPA), ovvero l’associazione dei giocatori con Novak Djokovic riferimento principale. Sono stati fatti i nomi anche di Alexander Zverev e Ben Shelton.
Una decisione che si va inserire nella battaglia legale che l’associazione citata ha annunciato lo scorso marzo, attraverso una denuncia con vari punti in cui manifestare contrarietà nei confronti dei quattro organi governativi principali del tennis, ovvero ATP, WTA ITF e ITIA. Un documento in cui anche alcuni riferimenti rispetto al caso di positività al Clostebol di Jannik Sinner avevano fatto parecchio discutere.
Nella situazione specifica, la controversia nasce dall’accusa all’ATP di provare a far sottoscrivere a diversi giocatori, tra cui Zverev e Shelton (finalisti a Monaco di Baviera quest’anno), delle bozze di lettere in cui negavano di essere a conoscenza preventivamente delle intenzioni di PTPA. Ne ha parlato la BBC e il giudice Margaret Garnett ha ritenuto che tali azioni possano essere considerate “Potenzialmente coercitive, ingannevoli o abusive”, soprattutto nei confronti dei due tennisti menzionati.
Una sentenza in cui si fa leva sulla posizione di vulnerabilità dei giocatori, riferendosi a una “coercizione economica“, in quanto i propri guadagni sono legati in maniera importante all’ATP. Pertanto si vuol impedire di mettere in atto qualunque tipo di ritorsione o minaccia contro qualsiasi tennista che potrebbe essere coinvolto nella causa.
Si precisa che la corte non abbia imposto un divieto totale di comunicazione da parte dei gestori del circuito, pur riconoscendo il diritto dell’organizzazione di rispondere al contenzioso legale in modo legittimo. Inoltre, all’ATP è stato ordinato di conservare tutte le comunicazioni con i coinvolti in relazione alla causa, anche se non è stato imposto l’obbligo di renderle pubbliche nell’immediato.
È arrivata una risposta alla sentenza dalla citata ATP in cui si prende atto della decisione della corte, aprendo a un confronto. Tuttavia, si ribadisce la propria posizione a sostegno dei giocatori, volendo difendersi attraverso i propri canali legali. Vedremo come l’intera vicenda si svilupperà, anche in relazione al coinvolgimento di Zverev e Shelton nel caso.