Al Sud si lavora 27 giorni in meno all’anno, l’impatto sugli stipendi e sulla produttività: dove si guadagna di più in Italia

Secondo uno studio della Cgia di Mestre, il lavoro nero e la precarietà diffusa pesano in negativo sul mercato nelle Regioni meridionali. Milano e Monza-Brianza le province dove gli stipendi sono più elevati L'articolo Al Sud si lavora 27 giorni in meno all’anno, l’impatto sugli stipendi e sulla produttività: dove si guadagna di più in Italia proviene da Open.

Mag 10, 2025 - 11:34
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Al Sud si lavora 27 giorni in meno all’anno, l’impatto sugli stipendi e sulla produttività: dove si guadagna di più in Italia

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Al Sud si lavora meno che al Nord, per la precisione 27 giorni in meno ogni anno. È la stima calcolata dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre. Non è solo una questione di ore e giorni lavorati, ma soprattutto di salute del mercato del lavoro. E che si ripercuote inevitabilmente su, o è frutto di, una produttività maggiore, che a sua volta genera salari di molto maggiori. Non è un caso, infatti, che nel 2023 i lavoratori al Nord siano pagati il 35% in più rispetto a quelli del Sud.

Perché al Sud si lavora di meno

Sono 255 i giorni lavorativi annui per chi sta al Nord, 228 per chi è al Sud. Le principali ragioni sono due: la maggiore economia sommersa nel Mezzogiorno e la precarietà. Secondo la Cgia, infatti, nelle Regioni meridionali la proporzione di lavoro in nero o irregolare è molto superiore rispetto alle regioni settentrionali. Non essendo ore registrate ufficialmente, è quindi impossibile tenerne conto nell’elaborazione di statistiche. In secondo luogo, hi è al Nord timbra più volte il cartellino perché il lavoro è più sicuro. Al Sud, infatti, sono più diffuse la precarietà e il part time involontario. Basti pensare ai settori del turismo e dell’agricoltura, che tendono ad affidarsi più che altro a lavoratori stagionali.

Chi lavora di più, chi di meno in Italia  

Gli operai e gli impiegati con il maggior numero medio di giornate lavorate durante il 2023 sono quelli della provincia di Lecco: 264,9 giorni. A seguire i dipendenti di Biella (264,3), Vicenza (263,5), Lodi, (263,3), Padova (263,1) e Monza-Brianza (263). In fondo alla classifica, invece, le province di Foggia (213,5 giorni), Trapani (213,3), Rimini (212,5), Nuoro (205,2) e Vibo Valentia (193,3). In generale, la media italiana è stata pari a 246,1 giorni.

Dove si guadagna di più in Italia

Le ore lavorate sono legate a doppio nodo con la produttività e con i salari. Al Nord la retribuzione giornaliera nel 2023 era superiore del 35% rispetto al Sud (104 euro contro 77) e la produttività era maggiore del 34%. Milano è stata di gran lunga la provincia con gli stipendi medi più elevati: 34.343 euro. Subito dietro al capoluogo lombardo, Monza-Brianza con 28.833 euro e una sfilza di città dell’Emilia-Romagna: Parma con 27.869 euro, Modena con 27.671 euro, Bologna con 27.603 euro e Reggio Emilia con 26.937 euro. Si tratta di zonein cui si concentrano settori ad alta produttività come la produzione di auto, la meccanica, la meccatronica, il biomedicale e l’agroalimentare. I dipendenti «più poveri», invece, si trovano a Trapani con 14.854 euro, a Cosenza con 14.817 euro e a Nuoro con 14.676 euro, Chiude la classifica, ancora una volta, Vibo Valentia con 13.388 euro.

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