Airbus, Thales, Rheinmetall e Leonardo, quale azienda della difesa europea spende di più in lobbying a Bruxelles?
Secondo un'indagine di Politico, i budget per le attività di lobbying delle più grandi aziende europee della difesa sono aumentati di circa il 40% tra il 2022 e il 2023. La maggior parte ha ampliato i propri team con sede a Bruxelles negli ultimi tre anni. Tutti i dettagli

Secondo un’indagine di Politico, i budget per le attività di lobbying delle più grandi aziende europee della difesa sono aumentati di circa il 40% tra il 2022 e il 2023. La maggior parte ha ampliato i propri team con sede a Bruxelles negli ultimi tre anni. Tutti i dettagli
Le aziende della difesa europee stanno spendendo sempre di più in attività di lobbying a Bruxelles.
La difesa sta dominando l’agenda dell’Ue: con l’istituzione per la prima volta di un commissario per la difesa, la questione del finanziamento nel settore militare e del rafforzamento dell’industria della difesa europea è diventata sempre più urgente.
Tanto che questa settimana, a poche ore dalla sospensione degli aiuti all’Ucraina da parte di Trump, la presidente Ursula von der Leyen ha annunciato “Rearm Europe”, piano articolato su cinque pilastri che la porterà al vertice straordinario dei leader di oggi per un primo confronto, con l’intenzione di lavorare ai testi legislativi in tempo per il Consiglio Europeo di fine marzo. Secondo la presidente gli strumenti europei costituiscono la leva per mobilitare circa 800 miliardi di investimento attraendo capitale privato.
L’imperativo del riarmo ha fatto schizzare le azioni dei produttori in borsa, con le aziende della difesa del Vecchio Continente che vogliono farsi trovare pronte. Se fino a questo momento in ambito militare ci hanno pensato i governi nazionali a spendere maggiormente, adesso è Bruxelles che sta imprimendo la direzione pertanto è lì che vanno concentrati gli sforzi delle lobby.
I budget per le attività di lobbying delle più grandi aziende di difesa europee sono aumentati di circa il 40% tra il 2022 e il 2023, secondo un’indagine di Politico. La maggior parte ha ampliato i propri team con sede a Bruxelles negli ultimi tre anni per soddisfare la crescente domanda di influenza nella capitale del potere dell’Unione europea ha evidenziato la testata.
Tutti i dettagli.
ACCAPPARRARSI LE RISORSE DEL RIARMO EUROPEO
Mentre l’amministrazione Trump ha ordinato la sospensione degli aiuti militari americani a Kiev, l’Europa è pronta a mettere sul tavolo 800 miliardi di euro per garantire la propria difesa e aiutare l’Ucraina. Questo obiettivo e i mezzi per raggiungerlo saranno discussi giovedì a Bruxelles.
La flessibilità sulle regole di bilancio, secondo i calcoli comunitari, implicherebbe che se la spesa per la difesa aumenterà in media dell’1,5% del Pil ciò “potrà generare uno spazio di bilancio di 650 miliardi in quattro anni”, ha detto von der Leyen. Altri 150 miliardi verranno da prestiti concessi da Bruxelles agli Stati con eurobond emessi dalla Commissione e garantiti dal bilancio europeo.
IL COMMENTO DEGLI ESPERTI
“Stiamo assistendo a un interesse senza precedenti guidato dalla cruda realtà dell’ambiente di sicurezza”, ha affermato a Politico Line Tresselt, partner e direttore del gruppo di difesa e sicurezza presso Rud Pedersen, una società di consulenza per gli affari pubblici che ha consigliato il settore della difesa per due decenni.
“È più di una risposta all’invasione su vasta scala in Ucraina: con Edip [il programma europeo per l’industria della difesa da 1,5 miliardi di euro], ma anche il Fondo europeo per la difesa (Edf), il prossimo libro bianco sulla difesa dell’Ue, il commissario alla difesa di recente nomina, insieme alla posizione in evoluzione della Nato… c’è un aumento massiccio di politiche Ue per il settore”, ha aggiunto Tresselt.
AUMENTA LA SPESA IN LOBBYING PER LE AZIENDE DELLA DIFESA EUROPEE
Da quando la guerra ha raggiunto le porte dell’Europa nel febbraio 2022, le aziende di difesa hanno aumentato significativamente la loro presenza a Bruxelles.
Le prime 10 aziende di difesa dell’Ue (Airbus, Leonardo, Thales, Rheinmetall, Naval, Saab, Safran, Knds Deutschland, Dassault e Fincantieri) sono tenute a dichiarare le loro attività di lobbying nel registro per la trasparenza dell’UE quando esercitano attività di lobbying negli stati membri, spiega Politico.
Gli archivi del database LobbyFacts, creato dalle ONG, consentono anche un confronto con i precedenti record dall’inizio del 2022 e del 2023.
Nel 2022, la spesa cumulativa delle prime 10 variava da 3,95 milioni di euro a 5,1 milioni di euro; nel 2023, questa cifra è salita a una cifra compresa tra 5,5 e 6,7 milioni di euro. Considerando le fasce più basse dell’intervallo, ciò rappresenta un aumento del 40% in un solo anno, evidenzia l’influente testata statunitense.
AIRBUS, SAAB E THALES LE AZIENDE CHE SPENDONO DI PIÙ
Questa tendenza è particolarmente evidente con il gigante della difesa svedese Saab, che ha raddoppiato la sua spesa; seguita da Airbus e Dassault, che hanno aumentato significativamente le loro attività di lobbying, prosegue Politico.
L’AVANZATA DI UN ESERCITO DI LOBBISTI A BRUXELLES
Oltre all’aumento dei budget, la maggior parte di queste aziende ha rafforzato i propri team, segnala Politico. Nel 2024, il 90% delle aziende intervistate ha dichiarato di aver assunto altro personale a tempo pieno per rappresentare i propri interessi a Bruxelles. Thales ha guidato la carica, espandendo il proprio team di lobbying da 3,5 a 10 dipendenti. Leonardo ha seguito aumentando il proprio team da tre a cinque dipendenti, conclude la testata.