AI Action Summit, il mondo investe. Italia ai margini?

Che cosa si dice e che cosa non si dice sull'AI Action Summit 2025 che si svolge in questi giorni a Parigi

Feb 10, 2025 - 17:31
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AI Action Summit, il mondo investe. Italia ai margini?

Che cosa si dice e che cosa non si dice sull’AI Action Summit 2025 che si svolge in questi giorni a Parigi

In questi giorni Parigi è al centro dell’attenzione mondiale come sede dell’AI Action Summit 2025, un evento cruciale che sta ridefinendo il panorama globale dell’intelligenza artificiale, con un inevitabile impatto in ottica geopolitica. Sotto la guida congiunta del presidente francese Emmanuel Macron e del primo ministro indiano Narendra Modi, il summit riunisce i più influenti leader mondiali, dirigenti tecnologici e ricercatori per delineare il futuro dell’IA.

UN VERTICE DI PORTATA STORICA

L’evento, ospitato nel prestigioso Grand Palais, vede la partecipazione di figure di spicco del panorama politico e tecnologico mondiale. Tra i presenti spiccano la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il primo ministro canadese Justin Trudeau e il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance. Il mondo dell’industria tecnologica è rappresentato dai vertici di colossi come OpenAI, Microsoft, Google, Amazon, Meta e Mistral AI.

La scelta di Parigi come sede del summit non è casuale. La Francia sta emergendo come uno dei principali hub europei per l’intelligenza artificiale, grazie a una strategia ambiziosa che combina investimenti massicci, semplificazioni normative e incentivi per attrarre talenti e capitali internazionali.

LA NUOVA GEOPOLITICA DELL’IA

Il summit si svolge in un momento particolarmente significativo per il settore dell’IA. L’emergere di DeepSeek, il chatbot cinese che sta rivoluzionando il mercato con un modello più economico rispetto alle controparti occidentali, ha acceso i riflettori sulla crescente competizione tecnologica tra Est e Ovest. La presenza del vicepresidente americano JD Vance alla sua prima visita ufficiale all’estero dopo l’elezione di trump, e l’invio di un inviato speciale da parte del presidente cinese Xi Jinping, sottolineano l’importanza strategica dell’evento.

Il successo di DeepSeek non è solo una vittoria tecnologica per la Cina, ma rappresenta un cambiamento fondamentale negli equilibri del settore. La capacità di sviluppare modelli di IA avanzati a costi significativamente inferiori potrebbe democratizzare l’accesso a questa tecnologia, ma solleva anche preoccupazioni sulla sicurezza dei dati e sulla protezione della proprietà intellettuale. Le aziende occidentali stanno ora dovendo riconsiderare i loro modelli di business e le strategie di sviluppo per rimanere competitive.

L’AGENDA DEL SUMMIT

Rispetto ai precedenti vertici di Londra e Seul, focalizzati principalmente sulla sicurezza, il summit di Parigi sta adottando un approccio più equilibrato. Come ha evidenziato James Manyika di Google, l’attenzione si è spostata dalla mera gestione dei rischi a una visione più costruttiva delle potenzialità dell’IA. Il summit sta affrontando una serie di temi cruciali per il futuro del settore. L’innovazione e la competitività sono al centro delle discussioni, con particolare attenzione allo sviluppo di nuove tecnologie e alla creazione di un ecosistema favorevole all’innovazione.

Grande rilevanza viene data anche all’impatto dell’IA sul mercato del lavoro e alle competenze necessarie per affrontare questa trasformazione. La lotta alla disinformazione e la sicurezza dei sistemi di IA rappresentano altre priorità fondamentali, insieme alla necessità di una governance inclusiva che garantisca una distribuzione equa dei benefici dell’IA. Non manca l’attenzione alla sostenibilità ambientale, con particolare focus sull’impatto dei data center e sulle soluzioni per ridurre il consumo energetico. Argomenti che però certo non appassionano Donald Trump, che ha inviato a Parigi il suo vice J.D. Vance, formatosi alla corte di Peter Thiel (il fondatore di PayPal e Palantir), che ha spesso criticato il trattamento europeo delle Big Tech.

LA STRATEGIA FRANCESE E L’INIZIATIVA CURRENT AI

Nel mentre, il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato un piano di investimenti senza precedenti per l’Europa: 109 miliardi di euro nei prossimi anni, una mossa che si pone in diretta competizione con l’iniziativa americana OpenAI Stargate da 500 miliardi di dollari. Il piano francese si articola attraverso una serie di misure concrete: la semplificazione normativa mira a ridurre le barriere burocratiche per le startup del settore, mentre gli incentivi fiscali puntano a stimolare gli investimenti in ricerca e sviluppo. Grande importanza viene data al potenziamento delle infrastrutture, con particolare attenzione alla rete di data center sul territorio nazionale.

La formazione rappresenta un altro pilastro fondamentale, con programmi specifici per lo sviluppo di competenze nel settore dell’IA. L’iniziativa Current AI, con un investimento iniziale di 400 milioni di dollari e l’obiettivo di raccogliere fino a 2,5 miliardi, rappresenta un nuovo approccio alla collaborazione pubblico-privata nel settore dell’IA.

Lato investimenti si è esposta anche la Commissione Europea, con Henna Virkkunen, Vicepresidente esecutivo della Commissione europea per la sovranità tecnologica, la sicurezza e la democrazia, che ha annunciato l’espansione della capacità di calcolo europea, che sarà quintuplicata, e ha annunciato un prossimo Cloud and AI Development Act – una proposta presente nel Rapporto sulla competitività europea di Mario Draghi – per attrarre investimenti nelle gigafactory dell’IA, previste per l’addestramento di modelli avanzati.

IL RUOLO DI MISTRAL AI

La startup francese Mistral AI – gioiello della corona IA dell’Elise con aspirazioni globali – sta emergendo come un campione europeo nel settore dell’IA. Nel quadro del piano Macron, l’azienda ha annunciato di aver lanciato di un investimento da 300 milioni di euro per costruire un data center focalizzato sull’AI in quel di Parigi, in collaborazione con HPC Capital e Microsoft. L’ottica è quella di fare passi avanti verso verso l’autonomia tecnologica europea, uno degli argomenti preferiti dei francesi.

La strategia di Mistral AI si concentra sullo sviluppo di modelli di linguaggio di nuova generazione, sulla collaborazione con istituzioni accademiche europee e sulla creazione di soluzioni specifiche per il mercato europeo, con particolare attenzione alla privacy e alla conformità alla normativa Ue.

STATI UNITI E CINA: DUE APPROCCI DIVERGENTI

Nonostante il movimentismo francese, la partita sull’IA al momento si gioca tra Usa e Cina. Gli Stati Uniti sotto Trump stanno perseguendo una politica di deregolamentazione e massimizzazione degli investimenti privati. L’amministrazione americana ha revocato diverse restrizioni normative sull’IA volute a suo tempo da Biden, e sta puntando sullo sfruttamento delle risorse energetiche nazionali – e magari anche quelle ucraine quando si arriverà alla pace – per alimentare i data center. Gli incentivi per le aziende tecnologiche americane e il focus sulla competizione con la Cina caratterizzano questa strategia.

La Cina, da parte sua, sta adottando un approccio più centralizzato. Il governo di Pechino ha implementato massicci investimenti statali nel settore dell’IA, integrandola nella strategia di sviluppo nazionale. La promozione di campioni nazionali come DeepSeek e l’enfasi sulla sovranità tecnologica sono elementi chiave di questo approccio.

L’ITALIA: POCO FUMO E POCO ARROSTO

Rispetto al Summit di fine 2023 a Bletchley Park, nel Regno Unito, cui partecipò il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, stavolta il limitato coinvolgimento dell’Italia nel summit (al netto della scarsa sintonia fra Meloni e Macron, per usare un eufemismo) evidenzia alcune criticità strutturali del paese, nonostante un disegno di legge in discussione al Senato – che però andrebbe a regolare l’AI ben oltre la norma UE, un qualcosa certo non apprezzato dagli investitori internazionali – e dopo essere stata l’Italia protagonista riconosciuta durante il G7, guidando il dibattito globale con due ministeriali dedicate all’AI.

La carenza di data center e infrastrutture digitali avanzate – nonostante una previsione di investimenti di circa 15 miliardi – rappresenta un ostacolo significativo, così come la scarsità di finanziamenti pubblici e privati nel settore.

A Parigi ci sarà in rappresentanza – ha scritto oggi La Stampa – il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso (Fratelli d’Italia), che proprio recentemente si è speso per una normativa mirata al superamento della burocrazia che frena lo sviluppo dei datacenters e non solo. Di lì la decisione del Consiglio dei ministri del 29 novembre di dichiarare di “interesse strategico” l’investimento da 1,2 miliardi iniziali di Amazon Web Services. Peccato però che da allora sia calato il silenzio sulla pratica e a tutt’oggi sui siti del dicastero retto sa Urso o di Palazzo Chigi non ci sia traccia della nomina del commissario straordinario, con tutto ciò che ne consegue in termini di rallentamenti.

Il paese deve inoltre affrontare la necessità di potenziare la formazione specialistica e sviluppare una strategia nazionale coerente per l’IA. Il governo italiano sta valutando diverse iniziative per colmare questo gap, tra cui la creazione di un fondo specifico per l’IA, l’introduzione di incentivi fiscali per gli investimenti in tecnologia, il rafforzamento dei programmi di formazione specialistica e la promozione di partnership pubblico-private che – come ha dichiarato pubblicamente il sottosegretario all’Innovazione, Alessio Butti (Fratelli d’Italia) – stanno dando risultati importanti con progetti come Colosseum 355B di iGenius, Velvet di Almawave e Vitruvian-1 di ASC27.

A Parigi il ministro Urso ha sottolineato come i data center siano “le miniere del futuro, e l’Italia è al centro della connettività globale, con una posizione strategica tra Europa, Africa, Penisola Arabica e Indo-Pacifico. Investire in supercalcolo significa garantire che i nostri dati e il nostro know-how rimangano sotto il controllo dell’Europa, senza dipendere da altri attori globali”. Ha ricordato poi la creazione da parte dell’Italia “dell’AI Hub for Sustainable Development, lanciato insieme all’UNDP sotto la nostra presidenza del G7, iniziativa che mira a favorire l’adozione dell’IA nei Paesi emergenti, con un’attenzione particolare all’Africa”. Una bellissima iniziativa che dà lustro all’Italia, ma siamo anni luce lontani da ciò che è necessario per competere.

PROSPETTIVE FUTURE

Il summit sta delineando le direzioni future dello sviluppo dell’IA, evidenziando tendenze emergenti come la democratizzazione dell’accesso alle tecnologie di base, la necessità di una regolamentazione equilibrata che bilanci innovazione e sicurezza, l’importanza della collaborazione internazionale per stabilire standard comuni e l’attenzione crescente all’impatto ambientale del settore.

Un tema su cui la Commissione sta finalmente iniziando a comprendere che forse qualche errore è stato fatto con la corsa a regolare in maniera troppo stringente l’IA attraverso l’AI Act (aggiuntosi al Digital Services Act, al Digital Markets Act ed al Data Act, con altri in arrivo), con l’iniziale conseguenza di non vedere oggi alcuni modelli disponibili nell’Unione Europea e di spingere le migliori startup a guardare verso Stati Uniti e Gran Bretagna. La Commissione europea ha infatti dichiarato di voler semplificare le regole sull’IA e la tecnologia per favorire l’innovazione. L’obiettivo è ridurre la burocrazia, con una proposta iniziale “omnibus” sulla sostenibilità attesa a breve. Anche le normative digitali e sull’IA saranno incluse nel processo.

Le sfide da affrontare rimangono numerose e complesse. È necessario garantire un’equa distribuzione dei benefici dell’IA, proteggere la privacy e i diritti individuali, gestire l’impatto sul mercato del lavoro e mantenere la competitività in un mercato globale sempre più dinamico. Il World AI Festival di Cannes, che seguirà l’AI Action Summit in questa stessa settimana, offrirà ulteriori opportunità per esplorare queste tematiche e consolidare le partnership internazionali nel settore dell’IA. Il futuro dell’intelligenza artificiale, i grandi investimenti, si delineano in questi summit, in cui però c’è ancora troppa poca Italia.