Chi, come e perché accusa Stmicroelectronics

Ecco che cosa si legge nella memoria depositata alla corte di New York e il peso del "caso Monti" nella class action che accusa i vertici di Stmicroelectronics di manipolazione dei risultati e di insider trading.

Feb 10, 2025 - 17:31
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Chi, come e perché accusa Stmicroelectronics

Ecco che cosa si legge nella memoria depositata alla corte di New York e il peso del “caso Monti” nella class action che accusa i vertici di Stmicroelectronics di manipolazione dei risultati e di insider trading

Che succede a Stmicroelectronics?

L’azienda di semiconduttori controllata dal ministero dell’Economia italiano e dalla banca statale francese Bpifrance (la loro holding paritaria possiede il 27,6 per cento della società) prevede di registrare entrate per 2,5 miliardi di dollari nel primo trimestre del 2025, vale a dire il 28 per cento in meno su base annua. Gli investimenti per quest’anno sono stati ridotti, nei prossimi mesi molte fabbriche rimarranno chiuse e si temono licenziamenti.

LA CLASS ACTION CONTRO STMICROELECTRONICS

Negli Stati Uniti, peraltro, il 21 gennaio è stata depositata presso la corte del distretto meridionale di New York una class action da parte di Faith Close, Hassan Ibrahim, Aya Zalat e Ferdinando Garbuglio in rappresentanza degli investitori di Stmicroelectronics tra il 14 marzo 2023 e il 30 ottobre 2024: la società è accusata di aver rilasciato delle dichiarazioni fuorvianti su propri risultati economici, nascondendo il peggioramento del mercato dei semiconduttori.

Nel documento si legge che “durante la conferenza tenuta per annunciare i risultati finanziari del terzo trimestre del 2023, Chery [cioè Jean-Marc Chery, l’amministratore delegato, ndr] ha continuato a dire agli investitori che le vendite del mercato Automotive sarebbero cresciute in modo significativo nel 2024 […]. I gruppi industriali e gli altri produttori di semiconduttori sono stati molto più schietti di Stm sul deterioramento del quadro della domanda”.

LE AZIONI PRECEDENTI

Già a fine agosto lo studio legale Levi & Korsinsky di New York aveva avviato una class action contro Stmicroelectronics per via del forte squilibrio tra le stime annunciate all’inizio del 2024 e l’aggiornamento comunicato lo scorso luglio.

Secondo un altro studio statunitense, Robbins Geller Rudman & Dowd, l’azienda “non aveva una visibilità adeguata per fare quelle previsioni [sui ricavi, ndr], non ha analizzato bene i dati o forse non era semplicemente attrezzata per affrontare le sfide”.

LE DICHIARAZIONI (FORSE) DI MARCO MONTI

Nella class action di gennaio sono state allegate le testimonianze anonime di alcuni ex-dirigenti di Stmicroelectronics. È probabile che il testimone numero uno, indicato con la sigla “CW1” e descritto come “il presidente della divisione Automotive & Discrete della società dal 2012 fino alla fine del 2023”, sia Marco Monti, che aveva guidato l’unità in questione e che ha lasciato Stmicroelectronics nel gennaio 2024, come riportato da Startmag.

La divisione Automotive and Discrete Product, composta principalmente da italiani, è stata eliminata l’anno scorso all’interno di un piano di semplificazione della società. La mossa, però, aveva rafforzato la percezione del governo italiano che il sistema decisionale di Stmicroelectronics fosse finito più saldamente in mano francese; il governo italiano, peraltro, era contrario alla riconferma di Chery alla carica di amministratore delegato.

“Per tutto il 2023”, si legge nel documento depositato, “CW1 ha partecipato a riunioni mensili del personale con circa 25 dirigenti di alto livello, tra cui Chery, che presiedeva le riunioni. Secondo CW1, i partecipanti a queste riunioni hanno discusso le previsioni, la visibilità della domanda, le relazioni pubbliche e le informazioni. Nel corso di queste riunioni, CW1 ha detto a Chery che Stm avrebbe dovuto comunicare pubblicamente previsioni coerenti con il mercato dei semiconduttori in generale, vale a dire che l’azienda prevedeva un rallentamento significativo nel 2023, in linea con il settore. In particolare, CW1 ha intimato a Chery di non dichiarare erroneamente che l’azienda era immune dal declino generale del mercato. CW1 ha anche detto a Chery che gli impegni assunti pubblicamente da Stm nei confronti degli investitori nel terzo e quarto trimestre del 2023 non potevano essere mantenuti sulla base delle informazioni note alla società in quel momento. CW1 conferma che dopo il cambiamento del mercato dei semiconduttori nella seconda metà del 2023, anche le prospettive per il resto del 2023 e per il 2024 hanno mostrato una tendenza al ribasso”.

CW1, inoltre, ha raccontato che Stmicroelectronics ha fornito “sconti eccessivi per dare l’impressione ingannevole di risultati finanziari migliori nel 2023. Tuttavia, se da un lato il fatto di anticipare le vendite con questi sconti ha permesso a Stm di dichiarare il raggiungimento degli obiettivi trimestrali a breve termine nel 2023, dall’altro ha creato un eccesso di scorte presso i distributori e gli utenti finali che ha ostacolato la domanda in futuro”.

In sostanza, Chery viene accusato di aver messo a punto uno schema fraudolento che gli ha permesso di comunicare risultati positivi e di ottenere, nel marzo 2024, la riconferma al ruolo di amministratore delegato per altri tre anni.

L’ACCUSA DI INSIDER TRADING A CHERY E GRANDI

I promotori della class action accusano inoltre Chery e il direttore finanziario Lorenzo Grandi – è anche membro del consiglio di gestione di Stmicroelectronics, una carica che dovrebbe servire a ripristinare l’equilibrio Italia-Francia nella società – di aver sfruttato il rigonfiamento artificiale dei risultati di Stmicroelectronics, e di conseguenza delle azioni, per il proprio tornaconto.

Nel periodo oggetto della class action, “Chery e Grandi hanno approfittato del prezzo gonfiato artificialmente delle azioni di Stm e dell’ignoranza degli investitori del crescente problema della domanda di Stm per raccogliere collettivamente quasi 8 milioni di dollari in vendite interne di azioni. In particolare, Chery ha venduto oltre 4,1 milioni di dollari in azioni ordinarie, mentre Grandi ha venduto poco più di 3,7 milioni di dollari in azioni ordinarie. Questi guadagni derivanti dalla vendita di azioni sono nettamente superiori allo stipendio di Chery, di 1,21 milioni di dollari nel 2023”.

L’ANALISI DI ARESU

“Per capire Stm e altre aziende europee bisogna considerare allora il grande rilievo del mercato automotive per i loro ricavi. Se l’automotive tira e sceglie i loro prodotti, vanno bene. Altrimenti, perdono terreno. Ovviamente, il mondo vive ora il super-ciclo dell’intelligenza artificiale, ma questo per gli Idm europei conta relativamente poco, perché non è il loro ciclo, non stanno su quella frontiera”, ha spiegato Alessandro Aresu, analista politico e consigliere scientifico di Limes.