Addio al Papa-viaggiatore. Il travel piange Francesco
Era stato il suo incipit fra il tripudio della folla, in una serata fredda e piovosa, il 13 marzo 2013: “Vengo dalla fine del mondo”. Chi scrive era presente in qualità di inviato, ascoltando dal vivo quelle parole e vivendo le emozioni di un momento storico. Ora che Papa Francesco ha terminato il suo percorso di vita proprio durante il Giubileo, ci viene naturale accostarlo al “primus inter pares” tra i pellegrini, che ha raggiunto la sua meta dopo un periplo lungo 88 anni. Continue reading Addio al Papa-viaggiatore. Il travel piange Francesco at L'Agenzia di Viaggi Magazine.


Era stato il suo incipit fra il tripudio della folla, in una serata fredda e piovosa, il 13 marzo 2013: “Vengo dalla fine del mondo”. Chi scrive era presente in qualità di inviato, ascoltando dal vivo quelle parole e vivendo le emozioni di un momento storico. Ora che Papa Francesco ha terminato il suo percorso di vita proprio durante il Giubileo, ci viene naturale accostarlo al “primus inter pares” tra i pellegrini, che ha raggiunto la sua meta dopo un periplo lungo 88 anni. E 4.422 giorni sul soglio di Pietro.
L’Italia nel destino per Jorge Mario Bergoglio, nato a Flores, un barri0 di Buenos Aires, il 17 dicembre 1936 da una famiglia di emigranti piemontesi, primo Papa latinoamericano della storia. Dal Brasile alla Corsica, cartina alla mano, il pontefice ha compiuto complessivamente 47 viaggi apostolici in 66 Paesi diversi. Sono state 40 le visite pastorali in 49 differenti città o frazioni d’Italia. La sintesi non rende giustizia al suo desiderio di toccare con mano ogni parte del mondo, ma ne rende l’idea.
Il pontefice aveva preparato da tempo lo zaino per il suo ultimo viaggio, dopo i problemi di salute, che ne avevano fiaccato il fisico ma non lo spirito, e la lunga degenza al policlinico Gemelli. Ma per tornare a “riveder le stelle” Papa Francesco ha scelto il periodo sublime per un cristiano: la Pasqua di Resurrezione. E il sole appena sorto ha illuminato il suo ultimo respiro alle 7,35 del 21 aprile, il Natale di Roma, che negli ultimi 12 anni è stata la sua città. Ha chiesto di essere sepolto a Santa Maria Maggiore. Il cerchio si chiude.
«Avete lavorato eh?», sottolineava ridendo Francesco ai giornalisti, ricevuti in udienza pochi giorni dopo la sua elezione, riferendosi ai giorni intensi del Conclave e ringraziandoli per l’impegno e la copertura mediatica dell’evento. Sì, Francesco, ci hai fatto lavorare. Parecchio e bene. E qui hai preso lo zaino in spalla e sei partito per il tuo giro del mondo.
“PRIGIONIERO” DEL MONDO
La prima tappa del viandante per antonomasia è all’ombra del Cristo Redentore del Corcovado, in occasione della XXVIII Giornata mondiale della gioventù di Rio de Janeiro dal 22 al 29 luglio 2013: dalla sua elezione sono trascorsi appena 4 mesi e il bagno di folla dei milioni di ragazzi accorsi da tutte le parti del pianeta è l’investitura ufficiale per il Papa del sorriso.
Imprescindibile la fermata in Terra Santa, dal 24 al 26 maggio 2014: negli ultimi tempi Francesco ne ha osservato da lontano lo strazio, spendendosi in appelli su appelli alla pace. Significativo il passaggio in Corea del Sud, dal 13 al 18 agosto 2014, così come il primo approccio in Francia il 25 novembre 2014.
Sono 8 i giorni trascorsi tra Cuba e Stati Uniti, tra il 19 e il 27 settembre 2015, ma la fermata sull’isola è tutt’altro che banale. È infatti uno step fondamentale dopo la ripresa delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi. Negli Usa Bergoglio visita New York, Washington e Philadelphia, dove ha presiede la celebrazione dell’Incontro mondiale delle famiglie dal 22 al 27 settembre. Gli occhi di tutto il mondo si posano sul pontefice quando prende la parola all’Onu.
Il Papa dei viaggi continua ad accarezzare e a far girare il mappamondo nella sua residenza di Santa Marta: Africa, Messico, Grecia e Armenia. Poi pianta la sua bandierina sulla Polonia: Cracovia, 27-31 luglio 2016. Il focus è sulla XXXI Giornata Mondiale della Gioventù, ma non solo: Francesco si raccoglie in preghiera nei campi di concentramento di Auschwitz e Birkenau, le fucine dell’orrore.
Il centenario delle apparizioni mariane di Fátima lo conduce in Portogallo dal 12 al 13 maggio 1917: alla messa di canonizzazione dei pastorelli Francesco e Giacinta Marto assiste una folla di quasi un milione di persone.
DA PANAMA AL GIAPPONE
Altro giro, altra Giornata mondiale della gioventù, la XXXIV. Francesco fa rotta su Panama, dove si ferma dal 23 al 27 gennaio 2019. E qui, sotto la sua vesta candida, indossa anche i panni dell’ambasciatore dei viaggi e del turismo, visti come “passaporti di pace” e ponti fra le diverse culture. Un auspicio espresso da lui stesso e dai big player del travel: «Siete maestri della cultura dell’incontro – dice rivolgendosi ai ragazzi – La forza della Gmg è la capacità di ritrovarsi fratelli anche se siamo di tanti Paesi, grazie a Qualcuno che ci unisce».
Nel febbraio 2019, dal 3 al 5, diventa il primo pontefice della storia a visitare gli Emirati Arabi Uniti e si reca ad Abu Dhabi. Quando la Vision si fa storia.
Next stop Thailandia, dal 20 al 23 novembre 2019. A Bangkok incontra il Patriarca Supremo dei Buddisti al Wat Ratchabophit Sathit Maha Simaram Temple e celebra la messa al Supachalasai Stadium alla presenza di circa 40.000 fedeli. Poi la tappa in Giappone, 23-26 novembre: a Nagasaki rivolge un messaggio contro l’uso delle armi nucleari presso l’Atomic Bomb Hypocenter Park, a Hiroshima partecipa a un incontro al Memoriale della Pace.
PASSAGGIO STORICO IN IRAQ E SIPARIO IN CORSICA
La storia transita per l’Iraq, dove Papa Francesco si ferma dal 5 all’8 marzo 2021: è la prima volta in tutta la storia della Chiesa che un pontefice visita il Paese. Dal 13 al 15 settembre 2022 tocca al Kazakistan per l’lVII incontro dei leader religiosi mondiali.
Arriva la seconda visita in Portogallo, in occasione della XXXIX Giornata mondiale della gioventù che si svolge a Lisbona dal 2 al 6 agosto 2023, inizialmente prevista per il 2022, ma rinviata al 2023 a causa della pandemia.
Particolarmente importante il viaggio apostolico in Mongolia, dal 31 agosto al 4 settembre 2023: il Papa visita la capitale Ulan Bator. Si tratta della prima visita di un pontefice nel paese asiatico, dove risiede una piccola comunità cattolica di circa 1.300 fedeli, a fronte di una popolazione di oltre 3 milioni di persone.
Quasi sul gong ecco il viaggio più lungo del suo pontificato, sia per durata che per distanza percorsa. Dal 2 al 13 settembre 2024 il Papa si reca in Asia e Oceania, visitando Indonesia, Papua Nuova Guinea, Timor Est e Singapore in 11 giorni e percorrendo in volo circa 33.000 km.
Ajaccio, in Corsica: la patria di Napoleone. È l’ultima tappa di Bergoglio, primo pontefice a visitare l’isola, il 15 dicembre 2024 per presiedere la sessione conclusiva di una conferenza sulla “religiosità popolare nel Mediterraneo”. Il progressivo peggioramento delle condizioni di salute non gli permetterà più di far girare quel mappamondo così amato.
QUELLA VOLTA CHE IL PAPA INCORAGGIÒ IL TRASPORTO AEREO
Ma non c’è giro del mondo senza aereo. E del suo mezzo preferito il pontefice argentino non si è mai dimenticato. scriveva il , sull’Agenzia di Viaggi Magazine a proposito dell’udienza privata in Aula Nervi del pontefice con l’Enac direttore, Roberta Rianna
Ci voleva il Papa. Ci voleva Jorge Mario Bergoglio a riportare l’industria dei voli con i piedi per terra»«Il trasporto aereo è stato tra i settori più colpiti dalla pandemia – aveva sottolineato Francesco – Per questo va sostenuto e incoraggiato. È un’attività delicata e faticosa, soprattutto quando si deve ridurre il personale o unirsi ad altre società: vi prego, in questi casi, di custodire le persone. Vi prego di preservare il lavoro».
In quella circostanza il Papa aveva definito il comparto un «prezioso bene sociale» per la sua capacità di fare da «ponte tra culture. Offrite alla popolazione un servizio indispensabile. Grazie a voi migliaia di persone possono raggiungere altri Paesi. Così si accostano culture, si favoriscono scambi e conoscenze».
SULLE ALI DI ITA
E poi quel rapporto speciale con Ita Airways, nata sotto il suo pontificato. «Siete le mie ali per portare il Vangelo ai confini della terra» erano state le parole rivolte a una delegazione di dirigenti e del personale della compagnia italiana, ricevuta in udienza il 14 aprile 2023: “Quella frase – ricordano commossi da Ita – resterà scolpita nei nostri cuori”. Per 13 volte Francesco è salito a bordo dei voli di Ita per i suoi viaggi apostolici, per 13 volte è arrivato sottobordo con la sua 500 grigia, per 13 volte ne ha salito le scalette con il suo sorriso e la sua dolcezza.
Ieri Ita ha voluto ricordare così il Papa appena scomparso sui suoi canali social: “Ha incarnato i valori della misericordia e della solidarietà, avvicinando la Chiesa a tutti con una particolare attenzione a chiunque fosse in difficoltà. Il suo impegno per il dialogo, la pace, l’ambiente e l’attenzione agli ultimi rappresentano un’eredità preziosa”.
“Ita Airways – prosegue la nota – ha avuto l’onore di sostenere la missione ecumenica del pontefice in tredici viaggi apostolici, il primo a Cipro nel dicembre del 2021, poco meno di due mesi dopo l’avvio delle operazioni della compagnia, passando per destinazioni più lontane quali Canada, Kazakistan, Bahrein, Congo, Sud Sudan, Mongolia e Indonesia, fino all’ultimo in Francia, ad Ajaccio, a dicembre 2024″. L’immagine di Bergoglio sorridente con il saluto “Ciao” compare sui display disposti lungo tutto l’aeroporto di Roma Fiumicino.
BANDIERE A MEZZ’ASTA AL MITUR – LE REAZIONI DELL’INDUSTRIA TURISTICA
Anche il ministero del Turismo ha reso omaggio al Papa viaggiatore con le bandiere a mezz’asta nella sua sede di Villa Ada. dal Campidoglio l’addio di Alessandro Onorato, assessore allo Sport, turismo, grandi eventi e moda di Roma Capitale: «Grazie per aver sempre parlato di pace in un mondo pieno di conflitti. Grazie per aver sempre parlato di speranza, cercando luce dove nessuno la vedeva. Grazie per aver pensato sempre ai più bisognosi, alle famiglie in crisi e ai bambini in difficoltà. Oggi è un Natale di Roma triste».
Toccante anche il messaggio di Fiavet: “Diamo il nostro ultimo saluto a Papa Francesco, simbolo di umiltà, gentilezza, vicinanza al popolo, agli ultimi, gran viaggiatore e, soprattutto, instancabile ambasciatore di pace“.
UNA “GUIDA” NELLA TEMPESTA
«Dio, non lasciarci soli nella tempesta», pregava Bergoglio il 27 marzo 2020 di fronte al mondo soffocato dal Covid. Noi sul divano di casa, impietriti da quell’uomo solo sotto gli scrosci di pioggia in una piazza San Pietro completamente deserta, come mai lo è stata. L’immagine più potente di questo secolo buio. Perché se quella tempesta è passata, altre stritolano oggi un pianeta straziato e alla disperata ricerca di pace. Quella che, isolato e controvento, Francesco il viaggiatore ha invocato come una “voce di chi grida nel deserto“.
Così si torna al punto di partenza, a quella Vision di viaggio come “ponte gettato fra i popoli” e di turismo da sfruttare come “un concreto impegno per la pace“. Francesco, da primo viandante, annuirà e proseguirà nel suo cammino. Perché, come scriveva il poeta Thomas Stearns Eliot, «non è importante la meta, ma il viaggio».