Accordo Usa-Cina sui dazi, l’analisi dell’economista: “Il vero rischio è svuotare la Wto”
Fracasso (Università di Trento): “La Ue può mettere sul tavolo la regolamentazione delle Big Tech”

Roma, 13 maggio 2025 – È presto per cantare vittoria. L’accordo fra Usa e Cina sui dazi non convince fino in fondo Andrea Fracasso, titolare di una cattedra di politica economica all’Università di Trento, ma soprattutto attento osservatore di quello che sta avvenendo sul fronte della guerra commerciale. “Per ora siamo in presenza di un accordo molto vago e a termine. Considerando il modo in cui finora ha agito l’amministrazione Trump, non è detto che sia il testo definitivo. Ma, poi, di quali accordi stiamo parlando? Sono intese settoriali, non di libero scambio, riguardano solo alcuni prodotti e non altri. E, in ogni caso, avremo una differenziazione delle tariffe da Paese a Paese”.
Insomma, non si fida?
“Diciamo che è un passo che attenua gli eccessi dello scontro, ma non è detto che si arrivi a un accordo davvero soddisfacente. Del resto, per ora, siamo più in presenza di manifestazioni di intento politico che di accordi concreti”.
Nel frattempo, però, si crea incertezza?
“È sicuramente il danno peggiore. Le imprese faticano ad adattarsi alla nuova situazione. Non capiscono se devono correre subito ai ripari o attendere l’esito finale di queste negoziazioni. Ma c’è un ulteriore elemento da considerare, non meno preoccupante”.
Quale?
“Anche nel caso in cui la trattativa con la Cina avesse un esito positivo, ci troveremmo di fronte a un Paese importante come gli Usa che ha aperto negoziazioni bilaterali e di carattere preferenziale con alcuni Paesi, andando oltre gli accordi della Wto (l’Organizzazione mondiale del commercio, ndr). Bisognerà vedere, a questo punto, cosa faranno tutte le altre nazioni. Potremmo avere, in sostanza, un doppio binario commerciale: uno regolato dagli accordi bilaterali firmati dagli Usa e uno per il resto del mondo, dove i Paesi rispettano le regole della Wto. In ogni caso, il mondo non sarà più quello di prima”.
Sarebbe il caos?
“Sicuramente avremmo regole molto più complicate da applicare, anche per evitare le triangolazioni commerciali che potrebbero aggirare le nuove tariffe. Resta il fatto che se gli Stati Uniti decidessero di proseguire con gli accordi bilaterali, differenziando i dazi fra i diversi Paesi, violerebbero di fatto le regole del commercio internazionale. E lo stesso rischio corrono tutte le nazioni che firmano gli accordi con Trump”.
Ma, in concreto, quali sono i rischi che corre l’Occidente?
“La domanda da porsi è un’altra: che cosa succede in un sistema in cui tutti i Paesi continuano a giocare con le regole della Wto, tranne gli Stati Uniti che firmano accordi bilaterali? Molto probabilmente, anche se in maniera graduale, si finirebbe per svuotare il Wto, mentre a livello mondiale avremmo un rialzo generalizzato dei dazi, con effetti a cascata anche sulla crescita economica”.
Che cosa dovrebbe fare l’Europa per non cadere nella trappola americana?
“Dovrebbe muoversi in maniera pragmatica, trovando formule negoziali che non svuotino il Wto. Potrebbe, ad esempio, trattare con Trump in cambio di impegni di altra natura, come l’acquisto di gas o la riduzione di alcune tariffe. Oppure potrebbe discutere di aspetti regolamentari relativi a un settore che sta molto a cuore a Trump, come quello delle Big Tech”.