"What are EU doing?". Firenze, gli studenti interrogano l’Europa: "Più concretezza sui temi a noi vicini”

Aula magna gremita al Polo delle Scienze sociali. Petrucci: “Un’occasione formativa insostituibile, fondamentale per comprendere lo spirito e il funzionamento dell’Unione”

Mag 16, 2025 - 23:12
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"What are EU doing?". Firenze, gli studenti interrogano l’Europa: "Più concretezza sui temi a noi vicini”

Firenze, 16 maggio 2025 – Disoccupazione giovanile, riarmo europeo, cybersicurezza, salario minimo e partecipazione. Sono solo alcuni dei temi su cui questa mattina, nell’aula magna del polo universitario di Novoli, 400 studenti universitari toscani hanno interrogato alcuni degli eletti a Bruxelles. L’occasione è stata l’iniziativa “What are EU doing? Le domande dei giovani agli europarlamentari tra disinformazione, autocrazie e difesa”, un evento pensato per dare spazio diretto al confronto tra politica e nuove generazioni.

Firenze, i giovani a colloquio con i parlamentari europei: parla la rettrice dell'università di Firenze

A rispondere, uno dopo l’altro, con 60 secondi a testa – il tempo che spetta anche agli interventi al parlamento europeo – sono stati cinque eurodeputati: Salvatore De Meo (Forza Italia), Gaetano Pedullà (Movimento 5 Stelle), Ignazio Marino (Alleanza Verdi e Sinistra, in collegamento), Dario Nardella (Partito Democratico) e Francesco Torselli (Fratelli d’Italia). Sul palco anche figure istituzionali e accademiche, tra cui la rettrice dell’Università di Firenze Alessandra Petrucci, che ha definito l’incontro “un’occasione formativa insostituibile, fondamentale per comprendere lo spirito e il funzionamento dell’Unione". Presenti anche docenti delle Università di Siena e Pisa, dell’Istituto Universitario Europeo, e l’assessora Letizia Perini per il Comune di Firenze. A moderare, la vicedirettrice de La Nazione, Cristina Privitera.

What are Eu doing?
PRESSPHOTO Firenze, Campus delle Scienze Sociali via delle Pandette. "What are Eu doing? Le domande dei giovani agli europarlamentari tra disinformazione, autocrazie e difesa", studenti universitari toscani e deputati europei a confronto. Tra i presenti, Dario Nardella, Francesco Torselli Giuseppe Cabras/New Press Photo

L’iniziativa è stata promossa dalle Scuole di scienze politiche e giurisprudenza di Unifi in collaborazione con i centri Europe Direct Firenze e Siena, i Centri di documentazione europea di Unifi, le Università di Siena e Pisa, l'Iue, e Ponte Europa, con il sostegno dell'ufficio in Italia del parlamento europeo e della rappresentanza in Italia della Commissione europea. Ed ha puntato a ribaltare le logiche tradizionali: al centro non i discorsi preparati, ma le domande degli studenti, dalla crisi ambientale alla disinformazione, fino ai conflitti internazionali. A partire da una questione chiave: come si può riavvicinare i cittadini all’Europa, in un momento storico in cui l’affluenza alle urne è sempre più bassa? “I giovani sono tra i più fiduciosi nell’Ue – ha detto Nardella – ma serve rafforzare il legame tra istituzioni e territori”. Più netto Torselli: “Se uno su due non va a votare, significa che qualcosa si è rotto. Eppure l’Europa è presente ogni giorno nelle nostre vite, anche se spesso non ce ne accorgiamo”.

What are Eu doing?
PRESSPHOTO Firenze, Campus delle Scienze Sociali via delle Pandette. "What are Eu doing? Le domande dei giovani agli europarlamentari tra disinformazione, autocrazie e difesa", studenti universitari toscani e deputati europei a confronto. Tra i presenti, Dario Nardella, Francesco Torselli Giuseppe Cabras/New Press Photo

Sulla difesa comune, visioni divergenti: “Sì al rafforzamento del pilastro europeo all’interno della Nato” per De Meo, mentre Marino si è opposto con decisione: “Costruiamo il futuro sulla cultura, non sulle armi”. Pedullà ha rilanciato: “La diplomazia è la migliore difesa”.

Uno studente ucraino chiede poi se il suo paese possa in tempi brevi entrare nell’Ue. “Certo, è una priorità. Ma prima devono tacere le armi”, osserva Marino. “Mi auguro di vederla presto nell’Unione europea”, aggiunge Pedullà. E se per Nardella “ci vuole tempo ma la strada è quella”, per Torselli “è un auspicio, ma adesso è prematuro: adesso la priorità è far terminare questa guerra”. Mael, un altro studente, ha poi posto la domanda più drammatica: “A Gaza è in atto un genocidio?”. “Netanyahu va fermato, calpesta i diritti umani”, ha risposto Nardella, accolto da un lungo applauso. Marino è stato ancora più esplicito: “Quello in atto è un genocidio. Netanyahu dovrebbe essere arrestato e processato”.

A chiudere la mattinata un sondaggio interattivo in aula, curato dalla docente di relazioni internazionali Federica Bicchi, per misurare in tempo reale la percezione dell’Unione europea tra gli studenti. E proprio da loro sono arrivate alcune delle riflessioni più interessanti.

Carlotta, studentessa al quinto anno di Giurisprudenza, chiede più concretezza: “Vorrei un approccio diretto e incisivo su temi come la sostenibilità ambientale e le politiche sociali”. Omaima pone il tema della disinformazione: “Spesso arrivano notizie scorrette sull’Ue. Serve una comunicazione migliore per raggiungere davvero i cittadini”. Enrico, al primo anno, racconta un’esperienza personale: “Grazie ad Interrail ho viaggiato in Europa e l’ho sentita vicina. Ma talvolta è difficile comprenderla: mancano informazioni chiare”.

Una mattinata intensa, fatta di confronto, ascolto e domande vere. La prova che l’Europa interessa eccome. A patto che sappia parlare la lingua dei giovani.