Vitamina D: anche in estate potremmo averne bisogno. Ecco perché
La vitamina D è un elemento essenziale per la salute dell’organismo, in particolare per il benessere di ossa, muscoli e sistema immunitario. Nota come la “vitamina del sole”, spesso si tende a sottovalutare l’importanza di mantenerne livelli adeguati anche nei mesi estivi. Durante l’esposizione solare, infatti, la pelle stimola la produzione di vitamina D grazie […]

La vitamina D è un elemento essenziale per la salute dell’organismo, in particolare per il benessere di ossa, muscoli e sistema immunitario. Nota come la “vitamina del sole”, spesso si tende a sottovalutare l’importanza di mantenerne livelli adeguati anche nei mesi estivi.
Durante l’esposizione solare, infatti, la pelle stimola la produzione di vitamina D grazie ai raggi UVB, ma non sempre questo processo è sufficiente a garantirne un apporto ottimale, soprattutto in assenza di abitudini corrette o in presenza di fattori che ne ostacolano la sintesi.
Per questo motivo, in alcune circostanze, può essere utile valutare l’integrazione di vitamina D in estate, capiamo insieme quando e perché.
Carenza di vitamina D in estate
Contrariamente a quanto si possa pensare, la carenza di vitamina D non è un fenomeno esclusivo dei mesi invernali e, anche in estate, alcune persone non riescono a produrne una quantità sufficiente.
Le ragioni sono diverse, dal trascorrere gran parte della giornata al chiuso al coprire la pelle con indumenti, fino all’applicare creme solari a protezione totale, aspetti che riducono la capacità della luce solare di attivare la sintesi cutanea della vitamina D. Inoltre, la superficie esposta deve includere almeno gambe e braccia per un tempo significativo: circa 30-40 minuti al giorno, con abbigliamento leggero, sono generalmente necessari per accumulare una buona riserva.
Dal punto di vista alimentare, le fonti naturali di vitamina D sono piuttosto limitate e i cibi che ne contengono quantità apprezzabili appartengono per lo più al gruppo dei pesci grassi come sgombro, salmone e aringa. Anche il fegato, i tuorli d’uovo, alcuni formaggi, il burro e i funghi coltivati al sole rappresentano opzioni valide, ma difficilmente riescono da soli a coprire il fabbisogno giornaliero, soprattutto in soggetti anziani o in persone con aumentato fabbisogno.
Come integrarla
Quando l’esposizione solare non è sufficiente o l’alimentazione non consente un apporto adeguato, può essere utile ricorrere a un’integrazione mirata. Gli integratori di vitamina D sono disponibili in diverse formulazioni e si distinguono principalmente per il tipo di principio attivo contenuto: vitamina D2 (ergocalciferolo, di origine vegetale) o vitamina D3 (colecalciferolo, di origine animale). Quest’ultima risulta generalmente più efficace nel mantenere livelli ematici stabili.
Una caratteristica importante da considerare è la breve durata della vitamina D libera nel sangue, che tende a dimezzarsi entro 24 ore, aspetto che rende preferibile una somministrazione quotidiana capace di garantire una copertura costante, specialmente in soggetti a rischio di carenza.
In molti casi, gli integratori di vitamina D vengono somministrati in associazione con il calcio per favorire la salute ossea, in particolare nelle donne in menopausa o in chi segue terapie prolungate con corticosteroidi.
Ricordiamo che, in generale, ogni integrazione dovrebbe essere eseguita con consapevolezza e sotto consiglio medico, per evitare eccessi e garantire un corretto assorbimento.
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