Via al Consiglio dei ministri che vara il nuovo decreto sicurezza. Cosa cambia e perché la Lega non è contenta
La decisione di trasformare il ddl in un decreto legge ha infiammato il fronte delle opposizioni. Proteste in piazza anche durante il Cdm L'articolo Via al Consiglio dei ministri che vara il nuovo decreto sicurezza. Cosa cambia e perché la Lega non è contenta proviene da Open.

Il governo Meloni spinge sull’acceleratore: il disegno di legge sulla Sicurezza, impantanato da mesi in Parlamento, si trasforma in un decreto legge e a questo è stato dedicato il Consiglio dei ministri di oggi, 4 aprile. Una mossa, quella di trasformarlo in dl, che consente di aggirare il lungo iter parlamentare, dal momento che un decreto, per sua natura giuridica, deve essere convertito in legge entro 60 giorni, pena la sua decadenza automatica. Il ddl Sicurezza, attualmente all’esame del Senato, avrebbe dovuto essere votato a metà aprile, ma per problemi di copertura finanziaria sarebbe comunque tornato alla Camera per una terza lettura. Il governo ha così deciso di cambiare strategia, ma il testo approvato oggi non è identico a quello iniziale: le pressioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, hanno portato alla rimozione di alcuni dei punti più controversi, scelta che non è piaciuta alla Lega di Matteo Salvini che fino a ieri ha protestato (oggi ha scelto invece di abbassare i toni) .
La protesta prima del Cdm
La decisione di trasformare il ddl in un decreto legge ha infiammato il fronte delle opposizioni: circa 200 associazioni della Rete No ddl Sicurezza, insieme alla Cgil e alle delegazioni delle forze politiche di minoranza, sono scese in piazza poco prima dell’inizio del Cdm, alle 17.30. «La destra sta mettendo in atto un golpe burocratico», denuncia la rete No ddl Sicurezza. La protesta non è servita però a bloccare l’Esecutivo.
Nessun divieto d’acquisto della sim card
L’interlocuzione con il Quirinale ha portato a un parziale ammorbidimento di alcune misure. Tra queste, il contestato divieto di acquisto di Sim card per i migranti privi di permesso di soggiorno, che aveva scatenato dure critiche da parte di associazioni e opposizioni. Nel testo finale del decreto, la norma è stata riformulata: sarà sufficiente presentare un passaporto o una carta d’identità per ottenere una Sim.
Rinvio facoltativo per madri detenute
Sulle donne con figli di età fino a un anno torna il rinvio facoltativo della pena, ma bisognerà valutare se dalla mancata detenzione in carcere «derivi una situazione di pericolo, di eccezionale rilevanza, di commissione di ulteriori delitti». Anche qui è servito l’intervento del Quirinale per smussare gli angoli della misura.
Stop reato resistenza passiva
Modificato nel testo del nuovo dl il riferimento alla resistenza passiva nel reato di rivolta in carcere. Nella versione iniziale, la norma prevedeva che chiunque, «mediante atti di violenza, minaccia o atti di resistenza anche passiva all’esecuzione degli ordini impartiti», insieme ad almeno tre persone, promuovesse, organizzasse o dirigesse una rivolta, sarebbe stato punito con una reclusione da uno a sei anni. La resistenza passiva, e quindi non violenta, non sarà più punita.
Più tutele per gli agenti
Nel pacchetto entra, invece, il provvedimento che introduce nuove tutele per le forze dell’ordine, una misura che ha acceso il dibattito soprattutto alla luce di recenti fatti di cronaca, come la morte di Ramy Elgaml, il giovane deceduto nel Milanese mentre cercava di sfuggire a un inseguimento dei carabinieri. Il decreto prevede maggiore protezione legale per gli agenti che usano la forza o sparano in servizio, a condizione che lo facciano per difendere sé stessi o altri cittadini in pericolo. Viene inoltre eliminata la sospensione automatica e la revoca dell’arma d’ordinanza.
Stop alla cannabis light
Il nuovo testo conferma l’equiparazione della cannabis light a quella stupefacente, introducendo un divieto totale su commercio, lavorazione ed esportazione di foglie, infiorescenze e resine, nonché di tutti i prodotti contenenti sostanze derivate dalla canapa.
I servizi segreti
Nella bozza del decreto sicurezza che è entrata al Cdm scompare l’obbligo per tutte le pubbliche amministrazioni, società partecipate e controllate di dover dare informazioni ai Servizi segreti, per esigenze di sicurezza nazionale, così come era previsto, invece, nel disegno di legge. Resta invece la parte che autorizza gli agenti dell’intelligence a partecipare e a dirigere associazioni sovversive e terroristiche e a prendere parte ad associazioni mafiose.
I sit in diventano un reato penale
Pugno di ferro contro i blocchi stradali. Le nuove misure colpiscono duramente chi organizza sit-in di protesta su binari ferroviari, strade o autostrade, impedendo la circolazione di mezzi o persone, una strategia sempre più diffusa tra gli attivisti. Il dl stabilisce che chi partecipa a queste manifestazioni rischia da 6 mesi a 2 anni di carcere, trasformando quello che finora era solo un illecito amministrativo in un vero e proprio reato penale. Ma il giro di vite non si ferma qui. Ancora più severe le sanzioni per chi si oppone alla realizzazione di grandi opere pubbliche, una misura fortemente voluta dal ministro Salvini. In questo caso, il reato si aggrava e le pene possono aumentare fino a un terzo.
Occupazione abitativa
Il nuovo decreto prevede che chiunque occupi o si impossessi senza titolo di un immobile altrui o ne impedisca l’accesso al legittimo proprietario, è punito con il carcere da 2 a 7 anni.
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