Vi racconto le contraddizioni della piazza di Michele Serra
Commenti e reazioni alla manifestazione in piazza del Popolo organizzata da Michele Serra del quotidiano Repubblica. I Graffi di Damato

Commenti e reazioni alla manifestazione in piazza del Popolo organizzata da Michele Serra del quotidiano Repubblica. I Graffi di Damato
Trentamila, hanno cominciato a contare registi, ammiratori e simili vedendo la piazza romana del Popolo riempirsi per l’Europa, la pace eccetera e consolandosi per la pioggia dicendo della piazza come del matrimonio, fortunato quando è bagnato. No, quarantamila, hanno corretto dopo gli stessi osservatori. No, cinqantamila, si sono fermati alla fine, con la piazza più asciutta che bagnata, confortati anche dalla valutazioni una volta tanto generose dei poliziotti della Questura.
“La sensazione netta -ha scritto Fabrizio Roncone, del Corriere della Sera– è che questa piazza sì, certo, plurale e tollerante inclusiva e democratica, sia in realtà piuttosto girevole, attraversata da una bolgia di idee distanti e spesso in contraddizione”.
Michele Serra -il giornalista di Repubblica al quale è venuta l’idea di questa piazza, rimastagli attaccata addosso come alla buonanima di Biagio Agnes quella di una trasmissione televisiva sulla salute che lui naturalmente protesse quando salì al vertice della Rai- ha cercato naturalmente, pur col suo stile pacato o persino dimesso, di tenere su gli animi parlando dal palco. Ma i colleghi concorrenti del Fatto Quotidiano non si sono commossi e gli hanno confezionato una vignetta abrasiva contro la solita tentazione di fare santo subito il frainteso di turno.
Gli stessi colleghi di testata di Serra, d’altronde, lo hanno strattonato assegnando alla “sua” piazza anche il compito, riferito in particolare dalla volenterosa Giovanna Vitale, di riconciliare la segretaria del Pd Elly Schlein, accorsa col suo solito passo svelto, e amici e compagni del Nazareno che vorrebbero farle la festa. E ciò naturalmente per l’astensione critica sul riarmo europeo. Che, per quanto rifiutata da metà della delegazione a Strasburgo, ha ugualmente isolato il partito nella famiglia politica del partito socialista continentale.
A dare una mano alla Schlein nella difesa dall’assalto dei presunti guerrafondai del suo partito è corso in piazza, in tenuta rigorosamente leninista anche secondo Roncone, il vecchio Achille Occhetto, da poco entrato nel percorso dei 90 anni. “Si vergognino”, ha praticamente detto l’ultimo segretario del Pci ai critici e avversari della segretaria del Pd, cui alla fine egli finirà forse per iscriversi proprio per sostenere la Schlein dall’interno.
Numerosi sono accorsi nella piazza romana del Popolo anche i sindaci di altre città, oltre a quello della Capitale Roberto Gualtieri. Non ha voluto mancare il sindaco di Milano Sala, Beppe come il suo amico Grillo, tenutosi naturalmente lontano per quanto sicuro di non potervi incontrare Giuseppe Conte. Che non ha voluto mescolarsi ad un pubblico troppo sbarazzino per i suoi gusti ultimamente e rigorosamente pacifisti.
Tuttavia nella sua irriverenza politica ormai nota il sindaco di Milano ha commentato, rispondendo ad un giornalista: “Bellissima piazza, ma non basta. Se andassimo a votare stasera, purtroppo rivincerebbe il centrodestra”. Ah, che importuno.