Unicredit, Berlino alza le barricate: “Commerzbank resti indipendente”
Il governo tedesco: “Acquisizione inaccettabile”. Nessun incontro in programma con il ministro Giorgetti

Milano, 16 maggio 2025 – Nein. E ancora Nein. Il governo tedesco cambia maggioranza e cancelliere, da Olaf Scholz a Friedrich Merz, ma continua a ritenere “inaccettabile” un’acquisizione “non amichevole” di una banca “sistemicamente rilevante” da parte di Unicredit. “Noi puntiamo sull’indipendenza di Commerzbank” ha detto ieri una portavoce del ministero delle Finanze tedesco guidato da Lars Klingbeil (Spd), rispondendo a una domanda sul tentativo di scalata del gruppo italiano. I modi utilizzati dall’ad Andrea Orcel per conquistare la banca di Francoforte continuano a non piacere al governo di Berlino, che ha fatto sapere di non avere in agenda incontri né con il nostro ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, né con Piazza Gae Aulenti.
La cancelleria appare dunque sempre più allineata sulle posizioni di Bettina Orlopp, la ceo di Commerzbank che fin dall’inizio dell’operazione ha fatto di tutto per mettere i bastoni tra le ruote ad Orcel. Dalla sua la manager ha anche i numeri, avendo presentato ottimi conti trimestrali ai soci, lusingati da sostanziosi dividendi e prospettive di buyback. Ma non c’è fretta. Orcel, che ha cercato di rompere il ghiaccio inviando una lettera di congratulazioni al nuovo esecutivo tedesco nei giorni scorsi, ha dichiarato che Unicredit attenderà fino al 2026 o al 2027 per decidere cosa fare della quota del 28% in Commerzbank e che la decisione dipenderà dall’esito delle discussioni con tutti gli stakeholder. L’ad prende tempo nel tentativo di costruire rapporti meno tesi con Berlino e provare poi l’affondo.
Resta in stand-by anche l’altro fronte che vede impegnato Unicredit, l’offerta su Banco Bpm, già complicata dalle condizioni imposte dal governo italiano con il Golden Power. Dopo il primo incontro tecnico tra i funzionari del Mef e Unicredit, il monitoraggio nell’ambito delle prescrizioni prevede altri aggiornamenti, sempre che la banca non decida di gettare la spugna. Anche in questo caso il tempo c’è, dato che l’offerta è in corso e termina il 23 giugno.
Le prossime settimane saranno cruciali per capire la strategia di Orcel: andare avanti nell’offensiva su Piazza Meda o cambiare obiettivo. A pesare come un macigno è soprattutto il diktat sull’uscita dalla Russia, irrealizzabile nei tempi dettati dal governo, ovvero entro il 18 gennaio 2026. Tuttavia Unicredit ha già quasi azzerato l’esposizione cross-border con Mosca, i prestiti e i depositi locali sono al lumicino. La speranza, per evitare una svendita dell’asset, è avere più tempo per azzerare gli impegni in Russia, dove entro luglio 2026 Piazza Gae Aulenti terminerà l’attività retail e, a quel punto, la controllata russa farà solo intermediazione per l’export e l’import di aziende italiane.