UNA RADIOSA GIORNATA DI MARZO
[TRAGICOMMEDIA EUROPEISTA IN 3 ATTI] INVOCAZIONE Ti invochiamo Ares, dio degli armamenti dissuasivi. Fa’ che sotto questo cielo blu stellato risuonino forti le voci della Civiltà contro la barbarie. E […]

[TRAGICOMMEDIA EUROPEISTA IN 3 ATTI]
INVOCAZIONE
Ti invochiamo Ares, dio degli armamenti dissuasivi. Fa’ che sotto questo cielo blu stellato risuonino forti le voci della Civiltà contro la barbarie. E sostienici nel nostro cammino verso la dis-integrazione europea.
ATTO I. DAL PALCO DI PIAZZA DEL POPOLO
– Michele Serra: “Grazie a tutti per essere qui. A fare cosa? Niente. Vogliamo solo dire che siamo tutti cittadini europei. E cittadine, naturalmente. Il gruppo GEDI è felice. Avanti così”.
– Antonio Scurati: “Noi europei non invadiamo i paesi confinanti: abbiamo causato solo due guerre mondiali. Siamo stati anche colonialisti, è vero, imperialisti, suprematisti, razzisti, fascisti, nazisti. Ma ora siamo buoni. E lo saremo per sempre”.
– Roberto Vecchioni: “Noi europei abbiamo inventato la Cultura. Abbiamo avuto Socrate, Spinoza, Shakespeare, Marx, Dostoevskij (ah no, quello è russo, non c’entra). Poeti immensi e sommi pensatori. Gli altri popoli? Sub-umani”.
– Corrado Formigli: “Bilancio ed esercito europei devono essere comuni. Giovedì prossimo, a Piazza pulita, dirò a Masini di fare un monologo per commuovere la Germania affinché ridistribuisca la sua ricchezza agli altri paesi e per persuadere la Francia a condividere il nucleare. Io personalmente convincerò l’Inghilterra a rientrare nell’Unione”.
– Enrico Carofiglio: “Questa è una piazza contro il rancore tossico. Tossico (come tutti i miei lettori sanno) viene da ‘toxicon’, il veleno in cui si intingono le frecce. E oggi le frecce sono quelle che la plebe incolta scaglia contro il potere. Ma noi europei abbiamo un antidoto: il dialogo. Ne parlerò nel mio prossimo inutile libro”.
– Corrado Augias: “Usa, Cina e Russia si dividono il mondo. Noi europei potremmo essere il quarto protagonista di questo scontro titanico in corso. Ma per competere dobbiamo farci noi stessi Titani. Solo così anche noi avremo un posto al sole”.
– Bentivoglio-Pericle: “Noi europeisti non consideriamo mai la discussione come un ostacolo. Amiamo l’accoglienza, la tolleranza, l’inclusione. Ma se non la si pensa come noi, abbiamo un semplice strumento: l’ostracismo. In Europa noi facciamo così”.
– Claudio Bisio: “Prima c’erano le frontiere, non si poteva viaggiare. Oggi sì. Difendiamo con i denti il diritto al viaggio. Meglio ancora se con delle armi moderne, fresche di produzione”.
– Renata Colorni Spinelli: “Leggete tutti il manifesto di Ventotene, opera visionaria, di speranza e solidarietà! Ma vi sconsiglio di approfondire il pensiero del mio padrino: potreste trovare delle brutte sorprese”.
ATTO II. A MARGINE DEL PALCO
– Umberto Galimberti: “La pace intorpidisce la dimensione guerriera. Occorre ritemprare il nobile spirito italico. Io intanto moltiplico le mie ospitate in TV, che sono più tranquille e redditizie”.
– Achille Occhetto: “Achille, che infiniti lutti addusse ai lavoratori, è sempre con voi. Quando distrussi il Pci, cari compagni, vedevo già questa splendida piazza. Ma ora è tempo di un’Europa diversa: quella attuale è da riformare” (poi ride da solo).
– Jovanotti: “Ti amo, Europa. Sono un ragazzo fortunato. E voi?”
– Maurizio Landini: “Difendiamo l’Europa, ma è sbagliato investire sul riarmo. Vogliamo un’Europa della pace, non fatemi sempre arrabbiare, mannaggia! Ad ogni modo, se proprio occorre, non saremo d’intralcio. Ci accontentiamo di poco, anche una pacca sulle spalle”.
– Walter Veltroni: “È tempo di fare gli Stati uniti d’Europa. E per farlo occorre aumentare le spese per la difesa. Ma non chiamatelo riarmo: è solo un ‘intelligente investimento in elementi dissuasivi’. A volte esplosivi”.
– Fratoianni-Piccolotti: “W l’Europa equo-solidale, eco-sostenibile, Tesla-compatibile. Contro il capitale? Solo a carnevale. Contro lo sfruttamento? Per qualche momento. Sempre dalla parte dei lavoratori. Hasta la victoria… delle elezioni!”
– Prodi, il Romano: “Ragazzi, si è chiuso l’ombrello della Nato. Serve un nuovo patriottismo europeo e una difesa comune per difendere il sacro suolo degli avi. Stringiamci a coorte! Il riarmo è il primo passo verso l’agognata unità. Così come l’euro è stato il primo passo per lavorare di meno e guadagnare di più. Please, do something! Lo hanno già detto?”
– Elly Schlein: “In 80 anni non ce l’abbiamo fatta, ma nelle prossime settimane nascerà finalmente un’Europa Politica e Federale. Non ci vedranno arrivare”.
[Giorgia Meloni: non pervenuta, scissa com’è tra la fedeltà al sempiterno padrone statunitense e le nuove richieste della grande Patria europea. Prescritti farmaci neurolettici].
ATTO III. VOCI DALL’ADE
– Antonio Gramsci: Nulla avete imparato dalla storia. Ho cercato di spiegarvi donde nasce il fascismo, ma ancor siete sordi. Lottavamo per l’internazionalismo, ma lo avete trasformato nella libera circolazione delle merci e dei capitali. Vi ho parlato dell’egemonia, ma l’avete scambiata per un’operazione di marketing. Non dico altro.
– Enrico Berlinguer: Che disastro. Non intendevo mica questo quando parlavo di eurocomunismo. Un conto è il socialismo democratico, un altro questo progetto neoliberale che chiamate Unione europea. Un conto è la questione morale, un altro questa spocchia censoria che guarda con alterigia le masse popolari. Mi avete trasformato in un’icona ad uso e consumo della contingenza politica. Non mi invocate più, vi prego!
– Karl Marx: “Qualcuno mi ha chiamato?”
CORO (Monti-Gentiloni-Calenda et similia):
Siamo europei.
Siam tolleranti.
Siamo inclusivi.
Siam dissuasivi.
Madre nostra è la Grecia,
che sempre veneriamo,
ma se disobbedisce
la Troika le mandiamo.
Da noi tutto è ammesso,
qualsiasi ‘-ismo’
a parte uno:
il Socialismo.
Siamo efficienti,
siam resilienti:
a scuola produciamo
cittadini ‘competenti’.
Siamo pacifici,
non paci-finti!
Interventisti
ma d’alloro cinti.
Accogliamo l’Altro,
lo sappiamo amare,
ma a volte il fuoco
non si può evitare.
E oggi, signori,
per fare l’Europa,
urge di sangue
cosparger l’Altare.
SI VIS PACEM, PARA BELLUM.
EIA EIA, ALALÀ!
ESODO
[DEUS EX MACHINA]
Dall’alto dell’Olimpo tecnocratico, la Baronessa Velata e il Dragone Incappucciato se la ridono. La prescienza divina conosce già il destino dell’uomo europeo. E il volere degli dei, si sa, non si può cambiare.