Una Mercoledì da leoni. Fenomenologia di Jenna. Irresistibile Scream Queen
La giovane Addams reinventata da Tim Burton torna dal 6 agosto su Netflix. Tra impegno pro-Pal e anti-Trump ed eclettismo d’attrice, Ortega superstar.

Tra gli appassionati di cinema c’è un’espressione precisa che riesce a descrivere ciò che Jenna Ortega rappresenta oggi per il pubblico. È una Scream Queen, giovanissima come gli spettatori che riesce portare in sala. È cioè un volto del genere horror, una protagonista che resta impressa per l’acume dei personaggi che interpreta, per lo sguardo deciso e al tempo stesso terrorizzato, ma soprattutto per il suono delle sue urla, agghiaccianti quanto basta a far rimanere impresso una scena o un film intero nella memoria. Dopo piccoli ruoli in diverse serie televisive, infatti, è proprio il franchise di Scream, in cui entra nel 2022 nel ruolo di Tara Carpenter, a renderla nota al grande pubblico. Nonostante il successo del capitolo successivo, Scream VI (2023) lascia bruscamente il progetto, per motivi rivelati solo poche settimane fa, durante la campagna promozionale di Death of a Unicorn (aora nelle sale), una divertente satira fantasy-horror anticapitalista che sta raccogliendo opinioni contrastanti.
In seguito al licenziamento della collega Melissa Barrera per le sue posizioni pro-Palestina e all’abbandono del regista, Ortega ha infatti scelto di supportare la collega e non proseguire oltre con un lavoro di cui non si sentiva più parte, in quanto persona più che attrice. È questo suo forte impegno morale che ha contribuito a renderla, negli anni e in modi diversi, un punto di riferimento della Generazione Z. Non è passata inosservata, per esempio, la protesta fatta nel 2018 contro la First lady statunitense Melania Trump, attraverso una semplice t-shirt. Durante la partecipazione a un evento di beneficienza, Ortega ha cioè indossato una maglietta con su scritto: "A me importa e dovrebbe importare anche a te", in risposta al capo indossato poco tempo prima dal First Lady durante un simile evento: "Davvero non mi importa. E a te?".
Nonostante la sua giovane età – 22 anni –, Jenna Ortega non ha mai avuto timore di esprimere la sua opinione a sostegno, tra gli altri, delle cliniche Planned Parenthood (e quindi dell’aborto e dei diritti delle donne) o in difesa di immigrati e rifugiati. Durante le riprese del film The Fallout, basato sul racconto di una sparatoria in una scuola, ha anche preso parte pubblicamente alle manifestazioni per il controllo delle armi negli Stati Uniti. La sua presenza attiva su temi sociali la rende tutt’oggi una delle attrici più seguite dal pubblico coetaneo, complice anche il fascino che Jenna Ortega esercita sulla cultura pop da quando ha interpretato Mercoledì Addams per Tim Burton nell’omonima serie Netflix. È proprio nella serie, che tornerà con una seconda stagione (dal 6 agosto la prima parte; dal 3 settembre la seconda) che Ortega può lasciare libero il suo talento comico dentro i temi e l’estetica dell’horror, fino a poter giocare persino con la parodia di se stessa, come accade nel video musicale di Taste della popstar Sabrina Carpenter, in cui Ortega dà vita a un mix tra La morte ti fa bella e una nuova e inquietante creatura burtoniana. Chi meglio di lei avrebbe, d’altronde potuto interpretare anche la figlia di Lydia Deetz (Winona Ryder) in Beetlejuice Beetlejuice?
Lontana dal rischiare di incastrarsi in un genere per sempre, Jenna Ortega riesce in realtà a reinventarsi spesso, sperimentando e al tempo stesso restando riconoscibile. È sufficiente vedere il suo nome in un cast per esserne già incuriositi e per immaginare già che il film in questione sarà folle e inquietante, degno di una Scream Queen. Che sia un thriller musicale che gioca con il cinema d’autore, come Hurry Up Tomorrow (dal 16 maggio al cinema, con The Weekend e Barry Keoghan) o una distopia fantascientifica come Klara e il Sole, prossimo film di Taika Waititi dal romanzo del 2021 di Kazuo Ishiguro in cui Ortega affronta un ruolo inanimato, androide, in cui potrà finalmente sfoderare il suo sguardo più "vuoto" e terrificante, lasciando un altro segno ancora nell’immaginario horror contemporaneo.