Una giudice annulla l’ordine esecutivo di Trump contro lo studio legale Perkins Coie: “Incostituzionale e vendicativo”
Una giudice federale ha annullato in modo permanente un ordine esecutivo firmato da Donald Trump che prendeva di mira lo studio legale Perkins Coie, noto per aver collaborato con la campagna elettorale di Hillary Clinton nel 2016. L'articolo Una giudice annulla l’ordine esecutivo di Trump contro lo studio legale Perkins Coie: “Incostituzionale e vendicativo” proviene da Globalist.it.

Venerdì, una giudice federale ha annullato in modo permanente un ordine esecutivo firmato da Donald Trump che prendeva di mira lo studio legale Perkins Coie, noto per aver collaborato con la campagna elettorale di Hillary Clinton nel 2016. La giudice distrettuale Beryl Howell ha definito l’ordine “incostituzionale e illegittimo”, emettendo una decisione durissima contenuta in un’opinione di 102 pagine, in cui ha smontato punto per punto l’impianto del provvedimento presidenziale.
Howell ha sottolineato come nessun presidente americano avesse mai emanato un ordine simile, scrivendo: “Per finalità e conseguenze, quest’azione sembra uscita da un copione antico quanto Shakespeare, che scriveva: ‘La prima cosa da fare è uccidere tutti gli avvocati’”.
La giudice ha stabilito che l’ordine violava il Primo, il Quinto e il Sesto emendamento della Costituzione, e ne ha vietato l’applicazione in modo permanente. Ha inoltre espresso preoccupazione per gli altri studi legali che, per timore di ritorsioni simili, hanno scelto di negoziare con l’amministrazione Trump piuttosto che affrontare il rischio di essere colpiti da misure simili.
Perkins Coie è stato il primo studio legale finito nel mirino di un ordine esecutivo che prevedeva la rescissione di ogni contratto con il governo federale e il divieto per i dipendenti pubblici di interagire con i suoi avvocati o consentire loro l’accesso a edifici federali, compresi i tribunali. L’amministrazione Trump aveva giustificato l’ordine sostenendo che Perkins Coie rappresentava un rischio per la sicurezza nazionale, poiché nel 2016 aveva ingaggiato Fusion GPS per conto della campagna Clinton — la società che aveva prodotto il controverso “dossier” sulle presunte relazioni di Trump con la Russia.
La giudice Howell ha respinto fermamente questa motivazione, evidenziando il carattere ritorsivo dell’ordine, testimoniato anche dall’ampiezza delle restrizioni, che colpivano non solo gli avvocati dello studio, ma anche i loro assistenti.
In particolare, Howell ha sottolineato la gravità della clausola che vietava ai legali dello studio l’ingresso negli edifici governativi e qualsiasi forma di interazione con i funzionari pubblici, evidenziando come incontri già programmati siano stati cancellati pochi giorni dopo l’emanazione dell’ordine — segno che le restrizioni erano tutt’altro che teoriche.
Il tentativo dell’amministrazione di giustificare il provvedimento come limitato ai soli casi di rischio per la sicurezza nazionale è stato giudicato non credibile: lo stesso testo dell’ordine dichiarava che collaborare con Perkins Coie non era “nell’interesse nazionale”.
“Si tratta di una ritorsione incostituzionale e di una discriminazione basata sulle opinioni: semplice e chiaro”, ha scritto Howell.
La giudice ha inoltre criticato l’obbligo imposto alle aziende private con contratti pubblici di dichiarare eventuali precedenti collaborazioni con Perkins Coie, anche se non legate all’attività per il governo. Secondo Howell, questa clausola contrasta con il Primo Emendamento, che tutela il diritto di ciascuno a scegliersi liberamente il proprio avvocato: la sola possibilità che la collaborazione con Perkins Coie potesse dover essere dichiarata avrebbe potuto dissuadere altre aziende dal rivolgersi allo studio.
Infine, la giudice ha ritenuto l’ordine eccessivamente generico e sproporzionato, in quanto imponeva obblighi di dichiarazione “sia per contratti relativi a equipaggiamento militare classificato da milioni di dollari, sia per forniture minime come graffette da pochi centesimi”, senza alcun legame diretto con i rapporti tra lo studio legale e il governo.
L’amministrazione Trump presenterà con ogni probabilità ricorso alla Corte d’Appello del circuito di Washington. Intanto, questa decisione segue un’ingiunzione temporanea emessa da Howell poche settimane fa, dopo che Perkins Coie aveva avviato un ricorso d’urgenza con l’assistenza dello studio Williams & Connolly, noto per la sua opposizione agli abusi di potere governativi.
Inizialmente, Perkins Coie aveva tentato di affidare il caso a Quinn Emanuel — studio legale che in passato ha rappresentato personaggi vicini a Trump come Elon Musk o la Trump Organization — ma i soci di vertice hanno rifiutato per non entrare in una controversia politica altamente sensibile. Alla fine, Williams & Connolly ha assunto la difesa e ottenuto prima la sospensione d’urgenza e ora l’annullamento definitivo dell’ordine.
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