Autovelox fuorilegge, a rischio 40 milioni di euro da multe non valide

Salvini chiede ai comuni un censimento degli autovelox fuori norma in Italia: la Cassazione ha ribadito l'esigenza di un decreto di omologazione, senza il quale le multe non sono valide

Mag 4, 2025 - 14:26
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Autovelox fuorilegge, a rischio 40 milioni di euro da multe non valide

La voragine normativa sugli autovelox aperta dalla Cassazione potrebbe costare ai comuni 40 milioni di euro. A sostenerlo è Codacons, che ha fatto i conti della sentenza con cui la Suprema Corte ha ribadito come le sanzioni non siano valide se il dispositivo che ha rilevato l’eccesso di velocità non è omologato: circostanza che riguarderebbe tutti i rilevatori di velocità in Italia, per la mancanza di un decreto attuativo apposito da 33 anni.

Per correre ai ripari, il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha chiesto all’associazione dei comuni italiani Anci un censimento dettagliato dei dispositivi sparsi in tutto il Paese, ma secondo l’associazione dei consumatori decine di milioni di euro in multe sarebbero già a rischio invalidamento, con ripercussioni sulle casse delle amministrazioni locali.

Il caos autovelox

Il caos sugli autovelox è esploso con una sentenza di aprile 2024 della Cassazione, nella quale i giudici hanno stabilito la necessità di un decreto d’omologazione per rendere legittime le sanzioni per eccesso di velocità, ribadendo il principio in diverse pronunce con cui hanno accolto i ricorsi degli automobilisti.

Il vuoto normativo nasce dall’articolo 142 del Codice della strada, che nel 1992 stabilì come i rilevatori di velocità dovessero essere approvati e debitamente omologati. Il decreto attuativo per stabilire le regole per l’omologazione non arrivò mai e per anni gli amministratori hanno dato per buona la procedura insieme al via libera dei dispositivi.

Fino allo scorso anno, quando la Suprema Corte ha sparigliato le carte precisando che si tratta di due validazioni diverse.

Il decreto congelato da Salvini

Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini aveva provato a mettere una toppa al guazzabuglio giuridico con un decreto nel quale si consideravano omologati tutti gli autovelox approvati dopo il 2017, spegnendo quelli più vecchi in attesa della regolamentazione. Una sanatoria approvata e inviata a Bruxelles, salvo poi essere bloccata per la necessità di “approfondimenti”.

Verifiche ulteriori che il Mit ha richiesto all’associazione dei comuni, scoprendo dai dati consegnati dall’Anci a fine aprile che in Italia soltanto il 40,6% dei rilevatori fissi sono stati approvati dopo il 2017 e tra quelli mobili soltanto il 32,8%.

Un quadro che il dicastero non ha ritenuto sufficiente per tracciare una nuova base normativa, sollecitando i sindaci a fornire “non una percentuale, ma un numero chiaro e inequivocabile“.

I conti di Codacons

In attesa che la macchina normativa trovi una soluzione al caos autovelox, i ricorsi degli automobilisti aumentano sempre di più e i comuni sono costretti a spegnere i rilevatori.

La conseguenza è che, secondo i calcoli di Codacons, “solo nelle grandi città oltre 40 milioni di euro di sanzioni elevate tramite gli autovelox sono a rischio”.

“Solo nelle principali 20 città italiane le sanzioni da autovelox hanno garantito nel 2023 (ultimo dato disponibile) incassi complessivi da oltre 65 milioni di euro, ma la sentenza della Cassazione che ha dichiarato fuorilegge gli apparecchi approvati ma non omologati rischia di rappresentare una tagliola di proporzioni abnormi” ha spiegato l’associazione dei consumatori.