Una “falsa ordinanza per coprire violazioni urbanistiche e ambientali”, ai domiciliari il sindaco di Macugnaga

Frode processuale, depistaggio e falso materiale in atto pubblico. Sono i reati contestati al sindaco di Macugnaga (Verbano-Cusio-Ossola), Alessandro Bonacci, arrestato dalla Guardia di finanza per l’ingarbugliata vicenda dei lavori nella zona ghiacciaio del Belvedere sul Monte Rosa. Al sindaco, 84 anni, viene contestato la creazione di una falsa ordinanza urgente per giustificare agli inquirenti […] L'articolo Una “falsa ordinanza per coprire violazioni urbanistiche e ambientali”, ai domiciliari il sindaco di Macugnaga proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mag 5, 2025 - 15:24
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Una “falsa ordinanza per coprire violazioni urbanistiche e ambientali”, ai domiciliari il sindaco di Macugnaga

Frode processuale, depistaggio e falso materiale in atto pubblico. Sono i reati contestati al sindaco di Macugnaga (Verbano-Cusio-Ossola), Alessandro Bonacci, arrestato dalla Guardia di finanza per l’ingarbugliata vicenda dei lavori nella zona ghiacciaio del Belvedere sul Monte Rosa. Al sindaco, 84 anni, viene contestato la creazione di una falsa ordinanza urgente per giustificare agli inquirenti che indagavano quanto da lui fatto nell’ambito di un altro procedimento penale, che lo vede indagato per la violazione delle norme urbanistiche e ambientali. La misura cautelare, emessa dalla giudice per le indagini preliminari del tribunale di Verbania Mauro D’Urso, è stata eseguita dai finanzieri della Stazione di soccorso alpino di Domodossola nella mattinata di oggi, con la collaborazione dei colleghi della compagnia di Domodossola. Nell’indagine sono coinvolti alcuni dipendenti pubblici per cui non è stata emessa misura cautelare.

Il caso dei lavori – La vicenda riguarda i lavori, in corso da mesi, nella zona ghiacciaio del Belvedere sul Monte Rosa, in particolare la pista di accesso al rifugio Zamboni-Zappa, a oltre duemila metri di quota, sui quali da tempo indagano le Fiamme gialle. Dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini, nel gennaio del 2025, è stata depositata come memoria difensiva un’ordinanza che, adducendo ragioni di sicurezza per le quali sarebbe stato necessario allargare il sentiero esistente ricavando una più ampia pista, sembrava giustificare l’operato del sindaco. Il documento è datato maggio 2023, ma fin da subito sono emersi sospetti sul fatto che potesse essere stato creato ad hoc, poiché fino a quel momento mai presentato. Per accertarne l’originalità, il procuratore di Verbania, Alessandro Pepè, ha disposto approfonditi accertamenti che hanno rivelato come quell’ordinanza, in realtà, non fosse originale.

Gli altri indagati – Le perquisizioni, le acquisizioni documentali e informatiche eseguite dai finanzieri hanno fatto emergere il tentativo da parte del sindaco di depistare e frodare il corso del procedimento penale. Per l’accaduto risultano indagate altre due persone: si tratta di un dipendente dell’ufficio tecnico del Comune di Macugnaga e di un agente di polizia municipale, per i quali il gip non ha ritenuto di applicare misure cautelari. Nel corso degli interrogatori l’agente di polizia municipale avrebbe confermato l’accaduto, mentre il sindaco e il dipendente dell’ufficio tecnico avrebbero negato le accuse.

La falsa ordinanza – È “assolutamente indispensabile ripristinare, senza indugi, l’accesso all’area in condizioni di sicurezza” per “salvaguardare l’imminente inizio della stagione turistica estiva” e per “tutelare la pubblica e privata incolumità” si leggeva nell’ordinanza ritenuta falsa, a oggi ancora online sul sito del Comune di Macugnaga. L’ordinanza in questione è la numero 6 del 2023, ma sul sito risulta pubblicata il 22 gennaio del 2025. L’originale ordinanza numero 6 del 2023 (poi sostituita con quella falsa), secondo gli inquirenti, riguardava la viabilità ed era della polizia locale. “Il comprensorio turistico dell’Alpe Pedriola, rifugio Zamboni e lago delle Locce – si legge in quella che sarebbe una falsa ordinanza – durante i mesi estivi rappresenta la principale attrazione turistica e di fatto è il motore economico dell’intera stazione turistica internazionale di Macugnaga e della Valle Anzasca”. Nel documento, “considerato che attualmente l’accesso alla zona è interdetto a causa dei movimenti del ghiacciaio nei mesi scorsi che ne hanno eroso la pista di accesso“, il sindaco ordina “il ripristino della pista di accesso al rifugio Zamboni nel tratto compreso tra l’arrivo della seggiovia sino alla morena in sponda destra del ghiacciaio Belvedere”, incaricando dei lavori la ditta Edilavori di Villadossola.

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