Sguardo al cielo. ‘Così ho scoperto la mia stella variabile’
Roberto Zambelli, astronomo per passione, collabora con la Nasa e importanti istituzioni scientifiche nel campo della ricerca sul cosmo

Sarzana, 7 maggio 2025 – Scoperta una nuova Delta Scuti. Una stella variabile, così chiamata perché cambia la luminosità a causa di pulsazioni della sua superficie, anche in intervalli brevi. Si trova nella costellazione del Cancro a 1.200 anni luce dalla Terra.
A trovarla è stato un team di cinque ricercatori italiani tra i quali, ancora una volta, Roberto Zambelli. Sarzanese di nascita, castelnovese di adozione, Zambelli non è nuovo a questo genere di eventi. Decine le sue scoperte. La più importante, che lo portò alla ribalta, nel 2017. Quando dal suo osservatorio astronomico Canis Major, insieme a quello dell’Università di Salerno guidato da Valerio Bozza, scoprì Kelt-9b, un pianeta gigante con una massa 2,8 volte più grande di quella di Giove e una temperatura talmente elevata, fino a 4600 gradi kelvin, da essere rinominato “il pianeta bollente“.
Canis Major è il suo osservatorio. Letteralmente suo. Lo realizzò nel 2007 nel giardino di casa, sulle colline di Castelnuovo, in un ex pollaio, risistemato e attrezzato un po’ alla volta. Due stanzette, circa 25 metri quadrati, sufficienti a ospitare tutto ciò che serve a un astrofilo appassionato: un tavolo, due sedie, due computer e poi loro, i telescopi. Uno di 300 millimetri di diametro, l’altro più moderno e potente, di 400 mm. Il soffitto del piccolo edificio, ovviamente, è scorrevole, per aprirsi durante le osservazioni e richiudersi ad attività conclusa. Dal tramonto all’alba.
Dal 2012 Canis Major è uno degli otto osservatori iscritti all’elenco della Regione Liguria. È lì che Zambelli passa molte notti. «Cinque-sei ore alla volta – dice –, se il tempo lo permette anche quattro notti a settimana». Per scrutare il cielo alla ricerca di un pianeta simile al nostro al di fuori del sistema solare che dia risposta all’annosa domanda: c’è vita oltre la Terra? Personaggio eclettico Zambelli. Una laurea in economia e commercio a Pisa. Imprenditore di successo in campo assicurativo. Due grandi passioni coltivate fin da bambino. Prima per il mare e la vela, poi per il cielo.
«Avrò avuto dieci anni – ricorda – e seguendo un amico cominciai a veleggiare. Fu amore a prima vista. Da allora non ho più smesso». Da almeno 30 anni partecipa a diverse regate con la sua Pegaso, 20 metri di barca e 16 persone di equipaggio. Partecipa alla Barcolana, storica regata velica internazionale che dal 1969 si tiene ogni anno nel golfo di Trieste, e ad altre competizioni, collezionando ottimi piazzamenti e vittorie. Le ultime sono il primo posto alla Mediolanum Cup di Rimini nel 2023 e il decimo su 1757 imbarcazioni iscritte alla Barcolana 2024.
Cosa c’entra la passione per la vela con quella per le stelle? «Moltissimo – dice – perché l’attrazione fatale per l’astronomia è iniziata da ragazzino proprio andando in barca. A furia di guardare la via Lattea e le costellazioni nei cieli neri che si vedono in mezzo al mare, mi è venuta voglia di osservare meglio. Scrutare e studiare». Circa 25 anni fa acquistò il primo telescopio. E più scrutava più cresceva la voglia di sapere. Entrò in contatto con altri ricercatori e iniziarono ad arrivare le richieste di collaborazione.
«Fino a quando – ricorda – il livello non salì a tal punto che fui costretto a costruire l’osservatorio e dotarmi di strumenti più professionali». Un impegno crescente. Finché da astrofilo, nel 2007, non si ritrovò a entrare nel team dei ricercatori dell’università statunitense di Vanderbilt a Nashville (Tenessee) che collabora con la Nasa alla ricerca di esopianeti, quelli al di fuori del sistema solare. «E così – commenta soddisfatto – eccomi qua a lavorare per la Nasa, con alcuni tra i più prestigiosi astronomi mondiali, alla ricerca della vita nell’universo»