Un trimestre da incorniciare per UniCredit
UniCredit ha messo a segno il miglior trimestre della sua storia, superando ampiamente le attese del mercato e distinguendosi per solidità in tutte le principali voci di bilancio. I risultati presentati mostrano un ritorno sul capitale tangibile (ROTE) del 22%, tra i più elevati del comparto bancario europeo, che sale al 26% considerando un coefficiente... Leggi tutto

UniCredit ha messo a segno il miglior trimestre della sua storia, superando ampiamente le attese del mercato e distinguendosi per solidità in tutte le principali voci di bilancio. I risultati presentati mostrano un ritorno sul capitale tangibile (ROTE) del 22%, tra i più elevati del comparto bancario europeo, che sale al 26% considerando un coefficiente di capitale primario (CET1) del 13%. L’utile netto ha toccato quota 2,8 miliardi di euro, in aumento dell’8,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre l’utile per azione è cresciuto del 18,2% a 1,79 euro. Anche la remunerazione degli azionisti è aumentata significativamente, con un dividendo per azione salito del 46,3% a 0,89 euro.
Nel comunicato, la banca non smentisce le voci relative a operazioni straordinarie, come una possibile acquisizione di Commerzbank o l’offerta pubblica su Banco BPM. Pur non confermando esplicitamente le trattative, Unicredit chiarisce che eventuali mosse in ambito M\&A saranno considerate solo se in grado di rafforzare l’attuale strategia indipendente. «Valutiamo opportunità non organiche solo laddove possano rafforzare ulteriormente il nostro già solido modello di crescita autonomo, a vantaggio di tutti gli stakeholder», si legge nella nota ufficiale.
Le ipotesi di espansione per vie esterne sarebbero state oggetto di analisi nelle ultime riunioni interne, inclusa quella del Comitato per il Controllo sulla Gestione della scorsa settimana. Anche il CdA dell’11 maggio potrebbe aver discusso il tema.
Sul piano operativo, i ricavi complessivi sono saliti del 2,8% a 6,5 miliardi di euro. Il traino principale è arrivato dalle commissioni nette, che hanno registrato un incremento dell’8,2% attestandosi a 2,3 miliardi, più che compensando il calo del margine d’interesse, sceso del 2,9% a 3,5 miliardi. Hanno inoltre contribuito positivamente i proventi da attività di negoziazione, alimentati prevalentemente dall’operatività della clientela. Il rapporto costi/ricavi è migliorato, attestandosi al 35,4%, con spese operative in calo a parità di struttura, pur in un contesto di continui investimenti e crescita.
Dal punto di vista patrimoniale, il CET1 ratio ha raggiunto il 16,1%, con un incremento di 27 punti base. La generazione organica di capitale è stata significativa, pari a 3,1 miliardi (5,3 miliardi considerando anche altri fattori). I dividendi distribuiti nel primo trimestre sono stati pari a 129 milioni, in crescita del 39,5% rispetto al trimestre precedente e del 19,4% su base annua.
Andrea Orcel, ad del gruppo, ha commentato: «Abbiamo ottenuto risultati straordinari, superiori a tutte le metriche previste, consolidando il nostro vantaggio competitivo. È il diciassettesimo trimestre consecutivo in cui miglioriamo la nostra redditività».
Orcel ha poi sottolineato la solidità patrimoniale, con un capitale in eccesso di circa 10 miliardi e una qualità degli attivi che si mantiene elevata. Il costo del rischio si conferma molto contenuto, pari a soli 8 punti base, e restano intatti gli accantonamenti straordinari per 1,7 miliardi, a tutela in un contesto macroeconomico incerto.
La banca ha aggiornato le stime per l’intero esercizio 2025, prevedendo un utile netto superiore ai 9,3 miliardi di euro e un ROTE oltre il 17%. Anche la politica di distribuzione sarà più generosa rispetto al 2024, grazie al miglioramento della redditività. Le entrate nette attese per l’anno in corso si aggirano intorno ai 23,5 miliardi, grazie a una performance solida del primo trimestre e a un costo del rischio più favorevole.
Guardando oltre, UniCredit punta a un utile netto di circa 10 miliardi nel 2027, mantenendo un ROTE superiore al 17% e assicurando agli azionisti una distribuzione annuale crescente. Il piano include un payout del 50% degli utili, con ulteriori ritorni derivanti dall’eccesso di capitale rispetto al target CET1 del 12,5-13%.