Un ristorante di Napoli è stato punito per aver espresso solidarietà alla Palestina
lentepubblica.it Accade a un noto ristorante situato a Napoli, la Taverna Santa Chiara: l’attività denuncia di aver ricevuto minacce, diffamazione e intimidazioni via social e non solo per aver espresso solidarietà alla Palestina con una cliente israeliana. Ecco i fatti. I gestori: “Paghiamo il prezzo di un’opinione espressa con coscienza e rispetto”. Sabato 3 maggio, la […] The post Un ristorante di Napoli è stato punito per aver espresso solidarietà alla Palestina appeared first on lentepubblica.it.

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Accade a un noto ristorante situato a Napoli, la Taverna Santa Chiara: l’attività denuncia di aver ricevuto minacce, diffamazione e intimidazioni via social e non solo per aver espresso solidarietà alla Palestina con una cliente israeliana. Ecco i fatti.
I gestori: “Paghiamo il prezzo di un’opinione espressa con coscienza e rispetto”. Sabato 3 maggio, la Taverna Santa Chiara, storica trattoria situata nel cuore del centro antico di Napoli, è diventata teatro di un episodio dai risvolti inquietanti.
Secondo quanto denunciato dai titolari, una turista avrebbe scatenato una vera e propria campagna d’odio nei confronti dell’attività e del suo staff, culminata in minacce, intimidazioni e accuse infamanti. Tutto sarebbe iniziato con una discussione legata al conflitto israelo-palestinese.
Il ristorante di Napoli che è stato punito per aver espresso solidarietà alla Palestina
L’episodio è avvenuto al termine del pranzo, quando una cliente ha cominciato a parlare a voce alta, esprimendo posizioni esplicitamente a favore dell’azione militare israeliana contro i palestinesi. A quel punto, i gestori del locale, dichiarandosi contrari a ogni forma di violenza e sostenitori della campagna Spazi Liberi dall’Apartheid israeliano, hanno manifestato il loro dissenso, condannando quelle che definiscono “gravi violazioni dei diritti umani contro il popolo palestinese”.
Il confronto si è presto inasprito. La donna avrebbe reagito accusando i presenti di antisemitismo e di appoggiare il terrorismo, definendo i palestinesi “terroristi” e associando chi li sostiene a posizioni estremiste. Stando alla ricostruzione dei fatti fornita dall’esercente, la turista ha quindi iniziato a filmare senza autorizzazione personale dello staff e dei clienti, tra cui anche minori, per poi diffondere il video online corredato da accuse pesanti e infondate.
La nostra Redazione ha deciso di non rilanciare ulteriormente la diffusione di questo video per non fornire ulteriore pubbkicità e una vetrina agli accusatori.
Il ristorante denuncerà gli accusaotori e i loro sostenitori
“Le immagini sono state usate per etichettarci come antisemiti e simpatizzanti del terrorismo. Nulla di più falso e pericoloso,” denunciano i titolari. “Da quel momento è iniziato un incubo: abbiamo ricevuto decine di messaggi anonimi, insulti, minacce di aggressione fisica, danneggiamento del locale, fino ad arrivare a indicibili auguri di violenza sessuale nei confronti della proprietaria. Tutto questo per aver espresso un’opinione, civile e non violenta, su un tema di rilevanza internazionale.”
La Taverna Santa Chiara ha annunciato che presenterà formale denuncia alle autorità competenti per diffamazione, minacce e violazione della privacy, e ha incaricato i propri legali di monitorare ogni ulteriore attacco diffuso a mezzo stampa o social.
“Contrariamente a quanto affermato da chi ci ha screditato – precisano – nessuno è stato allontanato dal locale, come dimostra lo stesso video diffuso dalla coppia. Abbiamo sempre accolto clienti di ogni provenienza, fede e cultura. Non permettiamo – e mai permetteremo – che il nostro spazio diventi terreno fertile per messaggi razzisti, siano essi ispirati da antisemitismo, islamofobia o discriminazione verso i palestinesi.”
Un dibattito sempre teso e acceso
L’episodio riaccende i riflettori sul clima teso che circonda il dibattito pubblico sul conflitto in Medio Oriente, anche in contesti lontani dai teatri di guerra. E mentre la solidarietà al popolo palestinese risulta sempre più spesso confusa con il fanatismo o l’odio religioso, c’è chi, come i gestori di questa piccola osteria napoletana, rivendica il diritto di esprimere un pensiero critico senza per questo essere bersaglio di violenza.
“Quello che ci è successo – concludono – non è solo un attacco alla nostra attività, ma un pericoloso precedente per la libertà d’opinione. In un contesto democratico, prendere posizione contro le ingiustizie dovrebbe essere un atto di coscienza, non un rischio per l’incolumità personale.”
Il comunicato della Taverna Santa Chiara
Riportiamo qui di seguito il comunicato stampa diffuso sulla pagina social del ristorante.
Comunicato stampa sui fatti accaduti il 3 maggio
Nella giornata di sabato 3 maggio, nel nostro esercizio, siamo stati vittime di un episodio a scopo intimidatorio da parte di una avventrice che, dopo aver pranzato nel nostro locale, ha iniziato a parlare ad alta voce, facendo chiaramente intendere di essere sostenitrice dei crimini internazionali del governo israeliano contro il popolo palestinese.
A quel punto, da cittadini coscienziosi quali siamo, abbiamo evidenziato che condanniamo il genocidio palestinese in atto, quale crimine contro l’umanità. La turista ha immediatamente iniziato ad accusarci di antisemitismo, di sostenere il popolo palestinese che, nelle sue parole, lei individuava come popolo di terroristi e, quindi, dí essere noi stessi a supporto di terroristi.
La turista, nel frattempo, ha iniziato a riprendere noi e i nostri lavoratori, nonché altri clienti senza consenso di chi veniva ripreso (inclusi minorenni di un’altra famiglia di clienti), per poi diffondere il video in rete (un reato), diffamandoci come sostenitori del terrorismo e antisemiti (un altro reato) e scatenando una campagna di odio che da ieri sfocia in messaggi anonimi con minacce di 1) spedizioni punitive, 2) distruzione del locale, 3) violenza fisica nei confronti della proprietaria e dello staff, 4) auspici di stupro della proprietaria (tutti reati).
La nostra unica responsabilità è quella di aver preso posizione, nell’ambito della campagna degli Spazi Liberi dall’apartheid israeliano, contro il genocidio palestinese in atto.
Alla luce della campagna di odio e mezzo social che è stata scatenata e delle minacce ricevute, volte a minare anche la nostra incolumità personale nonché l’andamento della nostra attività, sporgeremo formale querela.
I nostri legali, inoltre, hanno mandato di segnalarci tutte le diffamazioni a mezzo social e a mezzo stampa che ci accusano, falsamente, di aver cacciato chicchessia dal locale, come dimostra lo stesso video diffuso dalla coppia.
Nel nostro locale, che accoglie da sempre persone di ogni nazionalità, fede ed etnia, non possiamo tollerare e continueremo a non tollerare alcuna forma di esternazione razzista, sia essa ispirata da antisemitismo, islamofobia, o, come in questo caso, razzismo antipalestinese.
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