Il meteo contemporaneo sembra bloccato in un loop infinito, come un disco rotto che
ripropone sempre lo stesso tema:
l’inarrestabile avanzata del caldo anomalo.
Non è la normale alternanza stagionale a preoccupare, ma questo copione ormai consolidato dove l’anticiclone africano diventa protagonista fisso del nostro clima, presentandosi sempre prima e con intensità crescenti. Quello che un tempo era un’eccezione – un’ondata di caldo precoce – è diventato la norma, trasformando le previsioni meteorologiche in un monotono bollettino di record termici infranti e giornate afose anticipate. Il problema non è il sole o il tepore primaverile in sé, ma l’inarrestabile tropicalizzazione del nostro clima, dove le ondate di calore non sono più eventi straordinari, bensì appuntamenti fissi che segnano il calendario con inquietante regolarità. Quello che potrebbe accadere nelle prossime settimane – un’invasione di aria sahariana con
temperature ben oltre le medie –
non sorprenderebbe più nessuno, eppure
resta un’anomalia climatica che
merita tutta la nostra attenzione, nonostante
la stanchezza di doverne continuamente parlare.
L’estate sembra ormai incapace di attendere il suo turno,
irrompendo con prepotenza in
un maggio che dovrebbe ancora essere primavera,
come un ospite indesiderato che
si presenta con giorni di anticipo. Se l’anticiclone africano dovesse stabilizzarsi, sarebbe difficile scrollarselo di dosso, come esperienza ci ha amaramente insegnato. La speranza – l’ultima a morire – è che questa volta sia la primavera a vincere la partita, regalandoci ancora qualche settimana di meteo variabile, di piogge benefiche, di contrasti atmosferici, prima che l’estate ci sommerga con la sua cappa opprimente. La questione non è solo climatica, ma anche narrativa: quanto può essere frustrante dover continuamente riproporre lo stesso identico tema? Ci piacerebbe parlare d’altro – di fronti perturbati, di aria fresca, di temporali rigeneranti – ma il meteo sembra ossessionato da un’unica, monotona storia: quella del caldo che avanza, invade, soffoca.
Abbiamo ancora tre mesi pieni per
parlare di afa,
di notti tropicali,
di temperature record.
Davvero dobbiamo iniziare già ora,
quando il calendario ci ricorda che
siamo ancora nel cuore della primavera? La risposta, purtroppo, sembra essere sì, e questa – più del caldo stesso – è forse la cosa più deprimente di tutte.
Meteo MAGGIO: CALDO anticipato, fino a quando