Un cerotto sensore di emozioni svela ciò che proviamo

Temperatura della pelle, battito cardiaco e ossigenazione: il nuovo sensore di emozioni combina questi dati per identificare cosa proviamo davvero. L'articolo Un cerotto sensore di emozioni svela ciò che proviamo è tratto da Futuro Prossimo.

Apr 22, 2025 - 10:24
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Un cerotto sensore di emozioni svela ciò che proviamo

Pensate a tutte le volte che avete sorriso dicendo “sto bene” mentre dentro di voi c’era una tempesta. O a quando avete trattenuto le lacrime in pubblico, per poi crollare una volta soli. Reprimiamo continuamente le nostre emozioni, indossiamo maschere sociali, e questo ha un prezzo psicologico enorme. Ma cosa succederebbe se un piccolo adesivo potesse vedere oltre quella maschera? I ricercatori della Penn State University hanno creato proprio questo: un sensore di emozioni che, come un piccolo detective attaccato alla pelle, raccoglie indizi fisiologici per scoprire cosa proviamo veramente, anche quando cerchiamo disperatamente di nasconderlo.

Quando le parole mentono, il corpo parla

Reprimere le emozioni è parte dell’essere umani; lo facciamo costantemente, spesso in maniera inconsapevole. A volte ci è perfino utile. A volte, però, può trasformarsi in un problema serio, portando ad attacchi d’ansia o di panico. Gli operatori sanitari si trovano quindi davanti a un dilemma: come capire cosa prova realmente un paziente che dice di stare bene quando non sta bene?

Il team guidato da Huanyu “Larry” Cheng, professore associato di Ingegneria Meccanica alla Penn State, ha trovato una risposta sorprendente: un cerotto elastico e ricaricabile che monitora simultaneamente diversi segnali fisiologici associati agli stati emotivi.

“Affidarsi solo alle espressioni facciali per comprendere le emozioni può essere fuorviante”, spiega Cheng. “Le persone spesso non mostrano visibilmente come si sentono davvero”.

E ha ragione. Quante volte abbiamo indossato una maschera di serenità mentre dentro di noi era tutto un tumulto? Il nostro corpo, peraltro, è un pessimo bugiardo: temperatura, umidità della pelle, battito cardiaco, livelli di ossigeno nel sangue sono parametri che tradiscono il nostro vero stato emotivo.

Sensore di emozioni: un detective microscopico sulla nostra pelle

Questo dispositivo, grande quanto un cerotto, è stato progettato in modo davvero interessante. I ricercatori hanno piegato insieme sottili strati di metalli flessibili come platino e oro, tagliandoli in forme ondulate in modo da far mantenere loro la sensibilità anche quando vengono tirati o torti. Hanno anche utilizzato materiali che modificano il flusso di corrente elettrica con la temperatura e incorporato tubi cavi fatti di atomi di carbonio che assorbono l’acqua e monitorano i livelli di umidità.

Non è solo una meraviglia ingegneristica; è un’intersezione tra nanotecnologia e psicologia. Il sensore di emozioni combina l’analisi di questi segnali fisiologici con i dati delle espressioni facciali per distinguere meglio tra emozioni genuine e recitate, trasmettendo poi i dati in tempo reale a dispositivi mobili e al cloud.

“Abbiamo progettato questo dispositivo per misurare questi diversi segnali in modo indipendente, senza che interferiscano tra loro, fornendo un quadro molto più chiaro e accurato di ciò che sta accadendo sotto la superficie”, ha dichiarato Libo Gao, coautore dello studio pubblicato su Nano Letters e professore associato presso l’Università di Xiamen, in Cina. E funziona?

Leggere nella mente (quasi)

I numeri parlano chiaro: quando si tratta di identificare espressioni facciali recitate, il dispositivo ha un’accuratezza del 96,28%. Per le emozioni reali, l’accuratezza scende leggermente all’88,83%: comunque un risultato notevole considerando la complessità degli stati emotivi umani.

Per addestrare l’intelligenza artificiale che interpreta questi segnali, i ricercatori hanno reclutato otto persone, chiedendo loro di eseguire sei espressioni facciali comuni: felicità, sorpresa, paura, tristezza, rabbia e disgusto (tipo Inside Out della Disney). Ogni partecipante ha eseguito ogni espressione emotiva 100 volte mentre il sensore di emozioni tracciava i suoi movimenti.

“Questa tecnologia ha il potenziale per aiutare le persone che stanno lottando con la loro salute mentale, ma forse non sono completamente oneste con gli altri o persino con se stesse su quanto stanno soffrendo”.

Yangbo Yuan, coautore dello studio e dottorando alla Penn State.

Sensore di emozioni, un futuro di empatia “aumentata”?

Le implicazioni di questa tecnologia diagnostica vanno ben oltre il semplice rilevamento delle emozioni. Cheng nota che il dispositivo potrebbe aiutare a colmare divari culturali o sociali nelle espressioni emotive, identificare precocemente problemi come ansia o depressione, e persino riconoscere sintomi comportamentali e psicologici della demenza o individuare overdose da oppioidi.

C’è ovviamente la questione della privacy: chi vorrebbe un dispositivo capace di leggere le proprie emozioni nascoste? I ricercatori assicurano che il dispositivo non registra informazioni personali, ma solo segnali, e la privacy è protetta attraverso il design stesso del dispositivo.

Mi piace pensare a questo cerotto come a un “traduttore universale” delle emozioni. Di più: un ponte tra ciò che diciamo e ciò che realmente proviamo. In un’epoca in cui la disconnessione emotiva è sempre più comune, forse abbiamo bisogno di un po’ di tecnologia per ricordarci come “sentire” davvero.

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