Un cartello per il riciclo delle auto, scatta la maxi multa dell’antitrust Ue
Secondo la Commissione europea, le case automobilistiche europee hanno fatto cartello per più di un decennio nel settore del riciclo di automobili, cosa rischia Stellantis

Poche ore dopo la proposta di tregua per le multe sulle emissioni, l’Unione europea torna a sanzionare le case automobilistiche. Questa volta si tratta però di un’indagine antitrust di lunga durata. L’accusa, ammessa da tutte le aziende coinvolte, è quella di aver creato per più di 15 anni un cartello sul riciclo delle auto usate attraverso l’Associazione europea dei costruttori di auto Acea.
Praticamente tutte le aziende che operano nel settore in Europa e facevano parte, tra il 2002 e il 2017, di Acea sono state multate, per cifre che variano da milioni a decine di milioni di euro. Si è salvata solo Mercedes-Benz, che ha denunciato il cartello.
Il cartello sul riciclo di auto
La Commissione europea ha stabilito che, tra il 2004 e il 2017, le aziende automobilistiche che operano in Europa hanno fatto cartello, vale a dire hanno deciso a tavolino i prezzi, del mercato delle auto fuori uso e del loro riciclo. I costruttori di auto hanno coordinato il loro comportamento nei confronti degli autodemolitori, per non remunerarli adeguatamente per i loro servizi.
L’accordo si estendeva però anche a danno dei consumatori. Le case automobilistiche si sarebbero accordate per non rendere pubbliche le informazioni su quale percentuale dei materiali utilizzati per produrre un’automobile sia riciclabile, e di quanto materiale riciclato venga utilizzato nelle auto nuove.
Questo avrebbe portato a una riduzione delle informazioni per i consumatori, che non avrebbero quindi potuto fare una scelta adeguata al momento dell’acquisto in caso fossero attenti a questi temi. Da qui la decisione di multare le case automobilistiche.
L’indagine e la collaborazione di Mercedes
Le multe decise dalla Commissione europea sono frutto di un’indagine che ha coinvolto anche l’agenzia Antitrust britannica. Tutto è partito dalla denuncia dell’unica casa automobilistica che non è stata multata, Mercedes-Benz. Il marchio tedesco ha deciso infatti di uscire dal cartello e rivelare alle autorità quello che i concorrenti stavano architettando.
Così, nel 2017, dopo 15 anni di accordi segreti, il trust ha avuto fine e le indagini della Commissione hanno iniziato a rivelarne i dettagli. Le aziende non hanno negato quanto fatto, ma il patto ha comunque avuto effetti molto diversi su ognuna di loro.
Quali case automobilistiche hanno ricevuto le multe più alte
Sono stati diversi gli elementi che hanno influito sull’entità delle multe. Tra questi, il numero di autovetture interessate e la portata geografica sono direttamente legati alle dimensioni delle aziende. Per questa ragione, spesso, i gruppi più importanti nel mercato europeo hanno ricevuto una multa maggiore:
- Volkswagen, 127,7 milioni di euro;
- Renault-Nissan, 81,46 milioni di euro;
- Stellantis, 74,94 milioni di euro;
- Ford, 41,46 milioni di euro;
- Bmw, 25,6 milioni di euro;
- Toyota, 23,55 milioni di euro;
- Opel, 24,53 milioni di euro;
- GM, oltre 17 milioni di euro;
- Hyundai/Kia, 11,95 milioni di euro;
- Volvo, 8,9 milioni di euro;
- Suzuki, 5,47 milioni di euro;
- Honda, 5,04 milioni di euro;
- Mazda, 5 milioni di euro;
- Mitsubishi, 4,15 milioni di euro;
- Jaguar Land Rover, 1,64 milioni di euro.
Oltre alle aziende, anche l’Acea stessa è stata multata, di 500mila euro. Si tratta di cifre significative ma comunque un ordine di grandezza più basse di quelle che erano attese per le emissioni. Per queste sanzioni è stata proposta una soluzione che le rimanda al 2027.