L’inflazione risale all’1,9%Il 22% dei contribuenti paga il 64% dell’Irpef
Nel mese di marzo 2025 acquistare beni alimentari è costato il 2,4% in più rispetto ad un anno fa. Nello stesso periodo, le bollette di gas ed elettricità sono costate il 27,2% in più. Il carrello della spesa, con prodotti per la casa e la cura della persona, è pesato sul conto finale il 2,1% […] L'articolo L’inflazione risale all’1,9%Il 22% dei contribuenti paga il 64% dell’Irpef proviene da Iusletter.

Nel mese di marzo 2025 acquistare beni alimentari è costato il 2,4% in più rispetto ad un anno fa. Nello stesso periodo, le bollette di gas ed elettricità sono costate il 27,2% in più. Il carrello della spesa, con prodotti per la casa e la cura della persona, è pesato sul conto finale il 2,1% in più. L’Istat pubblica i dati mensili sull’inflazione con l’indice che rispetto all’1,6% di febbraio, arriva all’1,9% in marzo, +0,3% in un mese. Un dato in miglioramento rispetto alla stima preliminare (+2,0%). L’inflazione acquisita per il 2025 è pari a +1,3%.
Nonostante il ritocco verso il basso, non c’è da stare tranquilli, perché, come sottolinea l’Istat, «l’evoluzione dei prezzi risente principalmente dell’andamento delle componenti più volatili dell’indice»: pesa infatti l’accelerazione dei beni energetici e degli alimenti non lavorati, passati rispetto al mese precedente al 2,6% (da +0,6%) e al 3,3% (da +2,9%). Aumenti che risultano «più elevati per le famiglie con minore capacità di spesa e relativamente più contenuti per quelle con livelli di spesa più alti: +2,0% e +1,8% rispettivamente». Ecco perché le associazioni di consumatori parlano di «dati allarmanti che non lasciano presagire nulla di buono in vista delle spese per Pasqua e dei ponti del 25 aprile e del Primo maggio». Per Antonio Longo, Movimento difesa del cittadino, si rischiano vacanze amare per i consumatori». Per il Codacons la «stangata di Pasqua» costerà in media 851 euro l’anno in più per una famiglia con due figli.
Intanto però dai dati sulle dichiarazioni Irpef 2024 sull’anno di imposta 2023 emerge che il reddito complessivo dichiarato è cresciuto del 5,9% superando i mille miliardi (1.027,7). Il valore medio è di 24.830 euro (+5%). In quasi 12 milioni non versano l’Irpef, tra contribuenti con imposta pari a zero (oltre 9 milioni) o interamente compensata da detrazioni e deduzioni. Il 78% dei contribuenti ha redditi fino a 35 mila euro e versa il 36% dell’imposta netta totale. Il 22%, con redditi dai 35 mila euro, paga il restante 64%: il 30% è nella classe 35-70 mila euro. I contribuenti sopra ai 300 mila euro pagano il 7,1% del totale. In Lombardia e nella Provincia autonoma di Bolzano i redditi medi dichiarati più alti: 29.120 e 28.780 euro. In Calabria il più basso: 18.230 euro.
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