Pil italiano a rischio crollo per i dazi, gli scenari per il 2025

Il nuovo rapporto di Confindustria individua rischi e opportunità per la crescita economica italiana nel 2025, a poche ore dai dazi americani che potrebbero comprometterla

Apr 2, 2025 - 16:27
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Pil italiano a rischio crollo per i dazi, gli scenari per il 2025

Il Centro Studi di Confindustria ha pubblicato il rapporto “Energia, Green Deal e dazi: gli ostacoli all’economia italiana ed europea” che contiene anche le stime per il Pil italiano per il 2025. L’incertezza è uno dei fattori maggiormente presi in considerazione, anche a causa delle tensioni internazionali causate dall’atteggiamento della nuova amministrazione americana.

Per l’Italia e per l’Europa i principali freni alla crescita però rimangono la bassa competitività e il prezzo dell’energia. Il rischio, in particolare per il nostro Paese, è che il calo della produzione industriale diventi strutturale e che il Paese perda il suo settore secondario, che lo ha reso nel secondo dopoguerra uno degli Stati del G7.

Le previsioni sul Pil

Confindustria conferma che la crescita italiana nel 2024 è stata soltanto dello 0,7%, lontana dagli obiettivi posti dal Governo di Giorgia Meloni, che voleva raggiungere il punto percentuale. Quasi tutte le voci, tranne le scorte, sono aumentate, ma il 2025 sembra essere un altro anno incerto.

Per il prossimo anno, il rapporto prevede una riduzione della crescita allo 0,6%, e questo soltanto se l’Europa e gli Stati Uniti saranno in grado di evitare di finire in una vera e propria guerra commerciale. In caso contrario, il Pil italiano rischia di rasentare la stagnazione, con un aumento atteso soltanto allo 0,2%.

Si tratta di una revisione largamente al ribasso rispetto alle previsioni degli scorsi anni. Il 2025 doveva essere l’anno del consolidamento della crescita, oltre l’1% auspicato nel 2024. I risultati deludenti dello scorso anno però hanno compromesso questa visione e il punto percentuale potrebbe essere raggiunto soltanto nel 2026.

I fattori positivi per l’economia italiana

Il rapporto di Confindustria nota che alcune tendenze del 2025 potrebbero andare nella direzione di una maggiore crescita per il Pil italiano. Il primo fattore citato è la politica monetaria della Banca centrale europea. La riduzione dei tassi di interesse dovrebbe proseguire per tutto l’anno, visto anche il calo dell’inflazione in tutta la zona euro.

Altro elemento positivo è l’aumento del reddito delle famiglie, che nel 2025 e nel 2026 dovrebbe accentuarsi grazie all’aumento dell’occupazione degli scorsi anni e al calo dell’inflazione. Questo potrebbe dare nuova spinta alla domanda interna, che potrebbe a sua volta compensare parte dell’instabilità interna.

Le paure legate ai dazi e all’energia

Sono molti però anche i fattori che potrebbero influire negativamente sulla dinamica di crescita del Pil dell’Italia nel 2025. Il primo sono i dazi statunitensi, che potrebbero continuare a peggiorare durante l’anno. Gli Usa sono uno dei principali partner commerciali dell’Italia e una riduzione delle esportazioni verso l’altra sponda dell’Atlantico potrebbe essere pericolosa specialmente per quei settori che hanno già sofferto della crisi economica cinese e delle sanzioni alla Russia.

Altro aspetto cruciale individuato da Confindustria è il prezzo dell’energia. In Italia gas e soprattutto elettricità costano molto più che nel resto d’Europa e questo causa un aumento delle spese di produzione per le aziende. Un fattore che le rende meno competitive e che contribuisce al terzo elemento di preoccupazione. Da ormai diverso tempo infatti la produzione industriale italiana sta calando, nonostante una lieve inversione di tendenza all’inizio dell’anno. Una deindustrializzazione sistematica sarebbe, secondo il rapporto, un rischio enorme per l’Italia.