Tutte le novità della Lega di Salvini

Come si è chiuso il congresso della Lega a Firenze. La nota di Sacchi

Apr 7, 2025 - 07:46
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Tutte le novità della Lega di Salvini

Come si è chiuso il congresso della Lega a Firenze. La nota di Sacchi

“Estremisti” sì , ma “del buon senso”. Matteo Salvini, rieletto segretario federale per la terza volta, stavolta per acclamazione, al congresso di Firenze, traccia il futuro della sua Lega. E mette in chiaro che chi la colloca in una sorta di ridotta da “internazionale nera”, come viene bollato il gruppo dei Patrioti a Bruxelles, (i cui principali esponenti, da Marine Le Pen, Jordan Bardella, Victor Orban, in videocollegamento, intervengono a Firenze) sbaglia perché la Lega “di lotta e di governo” è “in crescita” e intende tornare ad essere il primo partito della maggioranza di centrodestra, “tornare a tirare” la coalizione che “non è un partito unico”. Anche se “fare il secondo va bene, può servire a rigenerarsi”.

E la stessa presenza per la prima volta a un congresso leghista di un presidente di Confindustria, con cui si registrano significative assonanze – come quelle con Emanuele Orsini, intervistato da Giovanni Sallusti, pur “da europeista convinto” contro “la burocrazia” della Ue o contro l’ “ideologia” del Green Deal che fa perdere posti di lavoro sull’automotive – sta a dimostrare che la Lega intende rilanciarsi a tutto campo. Diventando competitiva anche con il cosiddetto “centro” del ceto medio e imprenditoriale.

Ma questo non è uno scossone al governo, che, rassicura Salvini, andrà avanti fino alla fine della legislatura e “anche fino al 2032, se non ci arrestano”, ironizza amaramente di fronte alla condanna per Marine Le Pen e altri casi di uso politico della giustizia. Salvini dice anche che, poiché è dovere di un partito ascoltare la sua platea congressuale, discuterà “senza smanie”, “con serenità” della richiesta fattagli di tornare alla guida del Viminale con lo stesso titolare di ora, Matteo Piantedosi (“amico e grande uomo di Stato”) e il premier Giorgia Meloni.

Salvini si dice “a disposizione” e rassicura ancora sulla tenuta del governo: “Non riusciranno mai a farci litigare”. La stessa Meloni in un videomessaggio afferma: “Andremo avanti, pancia a terra, fino alla fine della legislatura, sul premierato, sulla riforma della giustizia, sull’autonomia differenziata. Difenderemo i confini dell’immigrazione illegale di massa”. Prosegue, il premier, che Salvini ringrazia chiamandola “l’amica Meloni” : “Non arretreremo di un millimetro sulla sicurezza, staremo al fianco delle Forze dell’Ordine. Continueremo a lavorare per costruire un fisco più leggero ed equo combattendo la vera evasione, e soprattutto per mettere le nostre imprese nelle condizioni di creare sviluppo e i nostri lavoratori di avere occupazione di qualità”.

Salvini rilancia la linea sulla trattativa con gli Usa sui dazi ai quali non sarebbe nell’interesse nazionale rispondere con contro-dazi. “No a farsi prendere dal panico” è la linea con cui è d’accordo anche Orsini, che cita le affermazioni analoghe del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, presidente del congresso a Firenze. Salvini mette in chiaro che l’unica bussola è sempre quella dell’ “interesse nazionale”.

Spiega il leader della Lega, vicepremier e ministro delle Infrastrutture eTrasporti: “Non possiamo ragionare come tifosi, non possiamo essere né pro-Trump né anti-Trump, dobbiamo avere come faro l’interesse nazionale”. Poi, un invito al realismo: “Trump sarà presidente per altri quattro anni, le reazioni possono essere due: schifarsi e insultarlo, considerarlo un autocrate e un dittatore miserabile, oppure cercare un dialogo”. Il leader della Lega sottolinea “la necessità di dialogare con gli Stati Uniti, senza cedere alla tentazione di fare guerra commerciale con loro”. “Il dazio può essere un problema per il libero commercio, ma la risposta non è il contro dazio che raddoppierebbe il problema”, conclude Salvini, invitando a perseguire il dialogo per tutelare gli interessi economici nazionali. Quanto alla Ue, auspica che intervenga “con la motosega di Milei per tagliare patto di stabilità, Grean Deal” e conferma il no al “riarmo”, i cui soldi “vanno spesi in scuole e ospedali”.

Sulla sicurezza pone l’accento contro l’Islam radicale che vede ” la donna inferiore all’uomo”. E sottolinea che la religione islamica “non può essere l’unica che non fa un accordo con lo Stato italiano”, come invece fanno tutte le altre religioni. Quanto alla Lega, per la cui guida ha un mandato fino al 2029, deve essere “aperta” alle forze nuove , “non deve avere paura”. Con questo spirito consegna la tessera al generale, Roberto Vannacci.

È una Lega che si appresta alle sfide del futuro ma che deve restare tutta “cuore, fatica, territorio, suole delle scarpe consumate”. Da Umberto Bossi, il fondatore, inventore di manifesti, “attualissimi ancora oggi”, come quelli contro “Forcolandia” e “Europa Superstato”, quel “genio” di cui Salvini porta il saluto al congresso “con un abbraccio e sorriso”, da Bossi, che “parteciperà alle votazioni più importanti” in parlamento”, da Roberto Maroni che lo volle suo successore, alla Lega che ospita Musk, “uno degli imprenditori più importanti del mondo”. Mentre, ironizza Salvini, riferendosi senza nominarla alla contemporanea manifestazione di Giuseppe Conte contro il “riarmo”, “altri hanno in piazza la tik toker di Roccaraso”. Rivendica anche rispetto ai Cinque Stelle che è la Lega la “vera forza di pace”. Salvini rende omaggio a Silvio Berlusconi ricordato con le immagini di Pratica di Mare della stretta di mano tra Bush jr e Putin.

La platea risponde con una standing ovation. Elogio poi di Giorgetti: “Non è da tutti avere un ministro dell’Economia che sa presiedere anche un congresso”. Per il futuro Salvini ipotizza: “Al prossimo congresso sarò qui da delegato, e qui in sala c’è chi sarà il prossimo segretario”. Anche se “non so chi” .

Intanto, Salvini lancia una sfida anche per il prossimo 25 aprile. “Si avvicina il 25 aprile e ricordo che tra coloro che contribuirono alla Liberazione c’erano anche gli estensori delle Carte Alpine e della Carta di Chivasso, combattevano contro la dittatura e sostenevano la necessità del federalismo”. Sottolinea: “Il 25 aprile non è delle bandiere rosse e dei compagni, e il primo maggio è la festa dei lavoratori, non è la festa della Cgil. Giù le mani dalla storia italiana, rimettiamo le cose a posto”.