Effetto dazi sul petrolio: prezzi giù e minore crescita dei consumi

Le tensioni commerciali a livello internazionale, con la guerra dei dazi innescata da Trump, sortiscono i loro effetti sui mercati petroliferi, con previsioni di crescita ribassate e un crollo dei prezzi del barile. Questo lo scenario descritto dall’Oil Market Report di aprile pubblicato dall’Agenzia internazionale dell’energia (Iea). L’aumento della domanda globale di petrolio per l’intero […] The post Effetto dazi sul petrolio: prezzi giù e minore crescita dei consumi first appeared on QualEnergia.it.

Apr 18, 2025 - 09:30
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Effetto dazi sul petrolio: prezzi giù e minore crescita dei consumi

Le tensioni commerciali a livello internazionale, con la guerra dei dazi innescata da Trump, sortiscono i loro effetti sui mercati petroliferi, con previsioni di crescita ribassate e un crollo dei prezzi del barile.

Questo lo scenario descritto dall’Oil Market Report di aprile pubblicato dall’Agenzia internazionale dell’energia (Iea).

L’aumento della domanda globale di petrolio per l’intero 2025, spiega la Iea in una nota di sintesi del rapporto, è stata rivisto al ribasso di 300.000 barili al giorno, rispetto alle stime diffuse a marzo, attestandosi così a 730.000 barili giornalieri.

Si prevede un altro rallentamento della crescita nel 2026, intorno ai 690.000 barili quotidiani, ma le incertezze restano elevate, “dato il rapido cambiamento del contesto macroeconomico”.

Queste previsioni al ribasso, evidenzia la Iea, seguono il forte consumo di petrolio registrato nel primo trimestre del 2025, in aumento di 1,2 milioni di barili/giorno su base annua, il tasso più elevato dal 2023.

Intanto l’offerta mondiale di petrolio è salita di 590.000 barili quotidiani, raggiungendo 103,6 milioni complessivi a marzo (+910.000 barili/giorno su base annua), con i paesi non-OPEC+ in testa agli incrementi sia mensili che annuali.

Cosa succede ai prezzi

I prezzi mondiali del petrolio sono crollati di circa 10 dollari al barile a marzo e all’inizio di aprile (da 71,71 $/barile del 2 aprile a 59,58 $ l’8 aprile), ai minimi degli ultimi quattro anni, “a causa dell’inasprimento del sentiment di rischio dovuto alla proliferazione dei dazi statunitensi e ai crescenti timori di recessione”, prosegue la nota (oggi, 18 aprile il WTI apre a 64,68 $/b).

La decisione di alcuni membri OPEC+ di accelerare la revoca degli ulteriori tagli volontari alla produzione, ha contribuito ad alimentare la tendenza ribassista.

In particolare, i future sul Brent sono diminuiti di circa 13 dollari al barile, appena sopra i 60 dollari, ma hanno successivamente recuperato a circa 65 $ dopo il rinvio dell’attuazione di alcuni dazi ((oggi, 18 aprile il Brent apre a 67,96 $/b).

Goldman Sachs ha ridotto nuovamente il suo outlook sui prezzi: ora ritiene che la media degli indici Brent e WTI sarà, rispettivamente, sui 63-59 $/barile per il resto del 2025 e 58-55 $ nel 2026.

Secondo la Iea, “mentre le importazioni di petrolio, gas e prodotti raffinati sono state esentate dai dazi annunciati dagli Stati Uniti, il timore che le misure potessero alimentare l’inflazione, rallentare la crescita economica e intensificare le controversie commerciali ha gravato sui prezzi del petrolio”. E con negoziati e contromisure ancora in corso, “la situazione è instabile e permangono rischi sostanziali”.

La spirale discendente dei prezzi è dipesa anche “dalla decisione inaspettata di otto membri dell’OPEC+, che avevano aderito a tagli volontari da novembre 2023, di triplicare l’obiettivo di produzione previsto per maggio”, portandola a 411mila barili/giorno.

Tuttavia, l’aumento effettivo potrebbe essere molto inferiore, poiché diversi paesi, tra cui Kazakistan, Emirati Arabi Uniti e Iraq, stanno già producendo ben sopra i propri obiettivi.

Shale oil americano sotto pressione

Nel frattempo, il rilevante calo dei prezzi petroliferi ha scosso il settore dello shale oil statunitense (greggio estratto dagli scisti con tecniche più costose e inquinanti); le aziende sostengono di aver bisogno di una media pari a 65 $ al barile per perforare con profitto nuovi pozzi con queste caratteristiche, secondo le stime citate dalla Iea.

I nuovi dazi potrebbero anche rendere più costoso l’acquisto di acciaio e attrezzature, scoraggiando ulteriormente le trivellazioni.

Tanta incertezza sul 2026

Guardando alle prime valutazioni dettagliate sul 2026, come detto, la Iea si aspetta un altro rallentamento della crescita della domanda petrolifera a 690.000 barili/giorno, “in un contesto macroeconomico fragile e con una quota maggiore dei veicoli elettrici”.

Con le negoziazioni commerciali previste durante i prossimi 90 giorni di sospensione dei dazi e forse anche oltre, conclude l’Agenzia, “i mercati petroliferi si trovano ad affrontare un percorso accidentato e notevoli incertezze incombono sulle nostre previsioni per quest’anno e il prossimo”.The post Effetto dazi sul petrolio: prezzi giù e minore crescita dei consumi first appeared on QualEnergia.it.