Italia in balia di una PRIMAVERA dal Meteo insensato

La primavera 2025 in Italia sta mostrando un volto particolarmente instabile, mettendo a dura prova le aspettative di una stagione mite e progressivamente più calda   I mesi primaverili, finora, sono stati caratterizzati da una sequenza quasi ininterrotta di perturbazioni, temporali improvvisi, grandinate e sbalzi termici significativi che hanno interessato gran parte del territorio nazionale, […] Italia in balia di una PRIMAVERA dal Meteo insensato

Apr 18, 2025 - 09:25
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Italia in balia di una PRIMAVERA dal Meteo insensato
La primavera 2025 in Italia sta mostrando un volto particolarmente instabile, mettendo a dura prova le aspettative di una stagione mite e progressivamente più calda I mesi primaverili, finora, sono stati caratterizzati da una sequenza quasi ininterrotta di perturbazioni, temporali improvvisi, grandinate e sbalzi termici significativi che hanno interessato gran parte del territorio nazionale, dalla Pianura Padana fino alle isole maggiori. Ma quali sono le cause profonde di questo andamento meteorologico così caotico? Il ruolo chiave della pressione atmosferica sull’Europa meridionale Alla base di questa instabilità meteo si trova una configurazione barica sfavorevole sull’intero settore dell’Europa meridionale, con una continua alternanza tra saccature atlantiche e rimonte subtropicali solo temporanee. In pratica, le aree di bassa pressione provenienti dall’Atlantico si sono susseguite con estrema frequenza, riuscendo a spezzare rapidamente ogni tentativo di stabilità portato da anticicloni africani o azzorriani. Questo schema barico ha alimentato un flusso umido e instabile che ha colpito in pieno la Penisola italiana, provocando il transito di numerosi fronti perturbati capaci di generare piogge abbondanti, temporali intensi e, in molte zone, fenomeni estremi come raffiche di vento e grandinate di grosse dimensioni. Il getto polare: un flusso d’aria indebolito e tortuoso Un altro protagonista invisibile ma determinante di questa primavera turbolenta è stato il getto polare, quella corrente d’aria in alta quota che delimita le masse d’aria fredda artica da quelle subtropicali più calde. Nei mesi recenti, questo flusso si è mostrato particolarmente ondulato e debole, favorendo l’ingresso di saccature fredde nel cuore del Mediterraneo centrale. Questa dinamica ha permesso l’arrivo di aria fredda dal Nord Europa che, entrando in collisione con le masse d’aria calda provenienti dal Nord Africa, ha creato forti contrasti termici. Queste condizioni, com’è noto in meteorologia, rappresentano un terreno fertile per la nascita di temporali violenti, con accumuli pluviometrici localmente molto elevati in poche ore. L’anomalia delle temperature marine e il ruolo del “North Atlantic cold blob” Le temperature superficiali del mare, sia nel Mediterraneo che nell’oceano Atlantico, stanno giocando un ruolo tutt’altro che marginale. Mentre le acque del nostro mare, uscendo da un inverno più mite del normale, si mantengono più calde della media, ciò aumenta il livello di evaporazione e l’umidità atmosferica, due elementi che intensificano la forza dei fenomeni temporaleschi. All’opposto, l’Atlantico settentrionale sta registrando la ricomparsa del cosiddetto North Atlantic cold blob, un’area di raffreddamento anomalo che modifica la circolazione atmosferica su scala emisferica. Questa anomalia contribuisce a mantenere attive le depressioni sull’Europa occidentale, impedendo l’espansione degli anticicloni verso l’Italia e accentuando l’instabilità. La transizione ENSO e le sue implicazioni sul meteo mediterraneo Non meno importante è il contesto del fenomeno ENSO (El Niño-Southern Oscillation). Dopo la fase El Niño che ha dominato tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024, si sta assistendo a una progressiva transizione verso La Niña. Questo passaggio porta sempre una ristrutturazione globale dei regimi di circolazione atmosferica, e le sue conseguenze si fanno sentire in tutto il mondo, Mediterraneo incluso. I periodi di transizione ENSO sono notoriamente instabili, con un’atmosfera che tende a comportarsi in modo più caotico, specialmente nelle stagioni intermedie come la primavera. Questo spiega, almeno in parte, la difficoltà dei modelli previsionali nel delineare scenari stabili a medio termine. Cambiamenti climatici e intensificazione degli eventi estremi A fare da cornice a questa situazione meteorologica dinamica c’è l’influenza crescente dei cambiamenti climatici globali. Il riscaldamento atmosferico, ormai evidente anche nel nostro Paese, sta modificando i ritmi stagionali e amplificando l’intensità degli eventi estremi. Le primavere italiane, un tempo segnate da un graduale aumento delle temperature, mostrano ora un profilo molto più frastagliato, con periodi di caldo anomalo interrotti bruscamente da ondate di freddo e maltempo violento. Le oscillazioni termiche e pluviometriche a cui stiamo assistendo stanno mettendo in crisi diversi settori, dall’agricoltura al sistema di gestione delle risorse idriche, oltre a incidere pesantemente sulla qualità della vita quotidiana in molte regioni. Secondo gli ultimi report del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) e del Copernicus Climate Change Service, questi segnali non sono isolati ma si inseriscono in una tendenza ormai strutturale, che renderà sempre più difficile distinguere le stagioni attraverso i canoni meteorologici tradizionali.

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