Turchia, altri 320 arresti nelle proteste per l’arresto del sindaco di Istanbul. Lui: “Non mi piegherò”

Continuano le proteste e continuano anche gli arresti in Turchia, con il Paese che sta affrontando un’ondata di manifestazioni di piazza dopo l’arresto, con l’accusa di terrorismo e corruzione, del sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, esponente del Partito Popolare Repubblicano (Chp) e considerato il principale oppositore al presidente Recep Tayyip Erdoğan e alla sua volontà […] L'articolo Turchia, altri 320 arresti nelle proteste per l’arresto del sindaco di Istanbul. Lui: “Non mi piegherò” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Mar 23, 2025 - 12:25
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Turchia, altri 320 arresti nelle proteste per l’arresto del sindaco di Istanbul. Lui: “Non mi piegherò”

Continuano le proteste e continuano anche gli arresti in Turchia, con il Paese che sta affrontando un’ondata di manifestazioni di piazza dopo l’arresto, con l’accusa di terrorismo e corruzione, del sindaco di Istanbul, Ekrem Imamoglu, esponente del Partito Popolare Repubblicano (Chp) e considerato il principale oppositore al presidente Recep Tayyip Erdoğan e alla sua volontà di arrivare a una riforma costituzionale che gli permetta di essere rieletto come presidente per il terzo mandato consecutivo. Nella notte tra sabato e domenica, la polizia ha arrestato almeno 323 persone nella città sul Bosforo, come comunicato su X dal ministro dell’Interno, Ali Yerlikaya, aggiungendo che alcuni manifestanti hanno gettato acido contro un agente di polizia.

Le proteste in tutta la Turchia vanno avanti, con i manifestanti che in diversi casi sono arrivati allo scontro con gli agenti in tenuta antisommossa. Le forze dell’ordine hanno risposto con spray urticanti, idranti e arresti di massa. Nella giornata di sabato erano state 343 le persone prelevate dalla polizia.

Intanto, dopo l’interrogatorio di sabato sera, i giudici del tribunale di Istanbul hanno confermato l’arresto di Imamoglu, in custodia da mercoledì con diverse accuse a suo carico, tra cui “corruzione” e “favoreggiamento del terrorismo”. L’ufficio del procuratore capo di Istanbul ha però confermato che l’arresto è stato confermato solo per l’accusa di corruzione mentre è “stato ritenuto non necessario prendere una decisione” riguardo all’accusa di favoreggiamento al terrorismo. “Nonostante vi siano forti sospetti sull’assistenza a un’organizzazione terroristica armata, si è ritenuto non necessario prendere una decisione su questa particolare accusa in questa fase, poiché è già stato messo in custodia cautelare per reati finanziari. Pertanto, la richiesta è stata respinta”, si legge in una comunicazione della Procura. Nello specifico, “è stato deciso che il sospettato, Ekrem Imamoglu, venga messo in custodia cautelare con l’accusa di aver fondato e diretto un’organizzazione criminale, accettato tangenti, aver tenuto una condotta scorretta durante la carica, aver registrato illegalmente dati personali e turbativa d’asta“. Il primo cittadino, però, promette che continuerà a lottare per la sua libertà e la democrazia nel suo Paese: “Non mi piegherò mai – ha detto – Toglieremo questa macchia dalla nostra democrazia”.

Oltre alla piazza, Imamoglu ha riscosso anche l’appoggio del sindaco della capitale turca e compagno di partito, Mansur Yavas, che ha definito “vergognosa” la conferma dell’arresto del collega: “Ci vergogniamo del nostro sistema legale, è vergognoso per il nostro Paese”, ha dichiarato.

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