Negrita: “Con ‘Canzoni per anni spietati’ abbiamo deciso di non far finta di niente”

I Negrita tornano con "Canzoni per anni spietati", album che rappresenta una riflessione profonda sul mondo contemporaneo L'articolo Negrita: “Con ‘Canzoni per anni spietati’ abbiamo deciso di non far finta di niente” proviene da imusicfun.

Mar 29, 2025 - 12:29
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Negrita: “Con ‘Canzoni per anni spietati’ abbiamo deciso di non far finta di niente”

A sette anni dall’ultimo album di inediti, i Negrita tornano con Canzoni per anni spietati, un album che rappresenta una riflessione profonda sul mondo contemporaneo e sulla condizione umana. Il disco è nato dopo un lungo periodo di crisi creativa, scatenata dalla pandemia, e si è sviluppato attraverso una riscoperta della musica folk americana. Qui il link per l’acquisto di una copia fisica.

“È un album per chi non si riconosce nelle etichette e pensa con la propria testa” – racconta Pau, leader del gruppo – “Abbiamo vissuto un periodo difficile come tutti, ma poi è tornata la necessità di raccontare, di esprimere quello che avevamo dentro”.

I Negrita non nascondono che la pandemia abbia rappresentato un punto di rottura per la loro creatività:
“In quel periodo non riuscivamo più a fare il nostro lavoro, a scrivere, a trovare le canzoni”, confessa Pau.
Ci è voluto tempo, ma poi lo sblocco è arrivato naturalmente: “Studiando in modo approfondito la musica folk americana, siamo riusciti a rimettere in fila le cose. I pezzi sono nati uno dietro l’altro, a pochi giorni di distanza, come se fossero già stati scritti da un’altra entità”.

Anche Drigo conferma questa sensazione: “Non avevamo più una visione di futuro, è calato il sipario. Doveva essere un momento di grande presa di coscienza umana, e invece ne siamo usciti più divisi che mai. È stato illuminante capire che, per noi che siamo creativi, serve avere una visione di futuro. Ma ne abbiamo fatto tesoro”.

I Negrita non avevano pianificato un album, almeno all’inizio.
“L’idea era quella di fare solo qualche singolo, poi siamo arrivati a un EP di sei pezzi… e alla fine ci siamo trovati con un album intero”, racconta Pau.
La tracklist, composta da nove tracce, include anche una rilettura di Viva l’Italia di Francesco De Gregori, scelta come “perfetto anello di chiusura”.
“Ci siamo affidati ai nostri maestri, De Gregori e Dylan, perché sentivamo il bisogno di legarci a chi ha sempre raccontato la realtà con coraggio e senza filtri”.

Il disco si apre con Lettera ai Padroni della Terra, intitolata Nel blu, e prosegue con Noi siamo gli altri, il singolo apripista, fino a Dov’è che abbiamo sbagliato, un brano nato da un’intima riflessione di Pau:
“Mi sono chiesto dove abbiamo fallito. La nostra generazione ha ereditato un grande mondo, e non siamo stati capaci di seguirne la direzione. Se questo è il frutto della nostra epoca, abbiamo sbagliato. Ma non bisogna mai smettere di avere fiducia nel futuro”.

Nel descrivere Canzoni per anni spietati, Pau e Drigo usano parole forti:
“È un disco di resistenza. La crisi globale ci ha messo in ginocchio, ma alla fine i pezzi sono nati in modo spontaneo. I pianeti si sono allineati, e la musica ha iniziato ad accogliere le parole che avevamo scritto. Non è stato un processo forzato, è successo e basta”.

“Noi scriviamo in italiano e a volte è complicato far suonare bene la nostra lingua su certe strutture musicali, perché i nostri riferimenti sono internazionali. Ma in questo disco abbiamo trovato una naturalezza nuova”, aggiunge Drigo.
“È un concept album, c’è una narrazione che non si interrompe. Quando l’ascoltatore arriva alla fine, è sazio, conscio degli argomenti”.

La scelta di reinterpretare Viva l’Italia non è casuale:
“È una canzone di cui avevamo bisogno. Ci sembrava subito l’anello di chiusura perfetto. È un pezzo magico, attuale, che parla al nostro presente”, spiega Pau.
“Abbiamo sempre ascoltato la musica dei nostri genitori. Noi siamo nati musicalmente nel 1994, in un periodo che ha cambiato l’Italia. Abbiamo vissuto e raccontato tante fasi del nostro Paese, e oggi sentivamo l’esigenza di dare la nostra versione di questa canzone”.

Un altro punto cruciale del progetto è il ritorno a una dimensione analogica:
“Oggi la musica è sempre più digitale, ma noi volevamo tornare all’essenza. Questo disco è analogico, che più analogico non si può. Abbiamo preso le chitarre e abbiamo suonato. Anche nell’ultimo tour non abbiamo usato nulla di digitale. È stato un modo di suonare alla vecchia, senza dover rispettare qualcosa di prestabilito. Ci siamo sentiti liberi”.

Su questo punto, Drigo aggiunge: “La creatività deve rimanere umana. L’intelligenza artificiale potrà anche scrivere canzoni, ma le emozioni nascono dal vissuto delle persone. E noi vogliamo che la nostra musica resti viva, autentica”.

Dopo l’uscita dell’album, i Negrita torneranno a fare quello che sanno fare meglio: suonare dal vivo.
“Ripartiamo dai club, il nostro habitat naturale. Le pareti dei club restituiscono una pressione sonora che ha una marcia in più. Si parte l’8 aprile a Roma e si chiude il 2 maggio”, raccontano.
“Siamo felici perché, qui davanti a voi, siamo riusciti a mettere in fila le nostre vite e quello che abbiamo vissuto negli ultimi anni”. Qui il calendario e Qui il link per l’acquisto dei messaggi.

Infine, Pau lancia un messaggio chiaro:
“Viviamo in una società sempre più divisa, ma la musica deve unire. Non vogliamo dividerci, vogliamo stare insieme, vogliamo far emozionare chi ci ascolta. Perché la musica non è roba da salotti, è vita vera e non si consuma. Si vive. E noi la vogliamo viva”.

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