Trump piccona la Federal Reserve: "Powell? È un grande perdente"

Continua lo scontro tra Casa Bianca e banca centrale. Wall Street soffre, dollaro ai minimi da tre anni, vola l’oro

Apr 22, 2025 - 04:46
 0
Trump piccona la Federal Reserve: "Powell? È un grande perdente"

"Mister Troppo Tardi è un grande perdente". Nuova stoccata di Donald Trump a Jerome Powell, il presidente della Federal Reserve con il quale è ai ferri corti dal giorno del suo secondo insediamento alla Casa Bianca, reo di non aver ancora tagliato i tassi d’interesse e di voler mantenere l’indipendenza che la Costituzione americana gli garantisce. Dopo l’esternazione di giovedì scorso, il numero uno della banca centrale (il cui mandato scade nel gennaio 2028) è di nuovo sotto il tiro del presidente Usa, il quale sul suo social Truth ha sostenuto che "con i costi energetici in forte calo e i prezzi dei generi alimentari (incluso il disastro delle uova di Biden!) sostanzialmente più bassi, proprio come avevo previsto, non può esserci quasi inflazione, ma può esserci un rallentamento dell’economia. A meno che ‘Mister Troppo Tardi’, un grande perdente, non abbassi i tassi di interesse, Ora. L’Europa ha già tagliato i tassi sette volte. Powell è sempre stato ‘Troppo Tardi’ tranne nel periodo elettorale, quando abbassò i tassi per aiutare il sonnolento Joe Biden, poi Kamala Harris, a essere eletto. Come ha funzionato?".

Una domanda che acuisce lo scontro tra Casa Bianca e Fed, mettendo in gioco delicati equilibri politico-finanziari, e che viene vista da Wall Street come un segnale di forte incertezza. Per questo motivo ieri la Borsa di New York ha vissuto una seduta nervosa e contrassegnata dal segno meno, con gli indici Dow Jones e Nasdaq che hanno lasciato sul terreno oltre due punti percentuali. Anche il dollaro è in forte calo, ai minimi degli ultimi tre anni, di fronte alla possibilità che Trump possa rimuovere Powell. Un’ipotesi che mette a rischio lo status di bene rifugio del biglietto verde e dei Treasury, il cui rendimento a 10 anni è salito oltre il 4,37% proprio nel giorno in cui il superindice dell’economia statunitense (LEI) è sceso dello 0,7% a marzo, un calo peggiore delle attese. Parimenti, volano alle stelle i beni rifugio. Anzitutto l’oro, che ha raggiunto la quotazione record a 3.405 dollari l’oncia, in progresso del 2,31%.

Intanto ieri si è aperta a Washington la sessione di lavori del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale più importante dalla grande crisi finanziaria globale del 2008. Le stime aggiornate, che saranno rese note oggi con la pubblicazione del nuovo outlook, forniranno una prima valutazione ad ampio respiro dell’impatto delle tariffe imposte da Trump su tutti i partner commerciali.