Trump l’imperialista non esclude la forza militare per annettere la Groenlandia

In un’intervista rilasciata domenica alla NBC, l’ex presidente statunitense Donald Trump ha dichiarato di non escludere l’uso della forza militare per annettere la Groenlandia agli Stati Uniti. L'articolo Trump l’imperialista non esclude la forza militare per annettere la Groenlandia proviene da Globalist.it.

Mag 5, 2025 - 10:44
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Trump l’imperialista non esclude la forza militare per annettere la Groenlandia


In un’intervista rilasciata domenica alla NBC, l’ex presidente statunitense Donald Trump ha dichiarato di non escludere l’uso della forza militare per annettere la Groenlandia agli Stati Uniti. “Non lo escludo. Non dico che lo farò, ma non escludo nulla”, ha detto l’ex presidente durante il programma “Meet the Press”, rilanciando un tema che aveva già agitato le relazioni diplomatiche tra Stati Uniti, Danimarca e Groenlandia nel 2019.

“Abbiamo un disperato bisogno della Groenlandia”, ha aggiunto Trump. “La popolazione è molto piccola, ce ne prenderemo cura, la ameremo e tutto il resto. Ma ne abbiamo bisogno per la sicurezza internazionale”. Il riferimento è, con ogni probabilità, all’importanza crescente dell’Artico in chiave strategica e militare: l’isola ospita la base americana di Pituffik (ex Thule), nevralgica per il sistema radar e missilistico degli Stati Uniti e collocata in una posizione strategica per monitorare i movimenti russi e cinesi nel Nord globale.

Le dichiarazioni rientrano in un quadro più ampio di interesse rinnovato per l’Artico. A inizio aprile, infatti, il consigliere diplomatico di Trump, J.D. Vance, aveva effettuato una visita riservata a Nuuk, capitale della Groenlandia, nel tentativo di riallacciare contatti con le autorità locali. Anche se i dettagli della missione non sono stati resi pubblici, fonti diplomatiche hanno confermato che al centro del colloquio vi erano questioni energetiche, investimenti infrastrutturali e l’ipotesi di una presenza americana più stabile sull’isola.

Le parole di Trump, tuttavia, arrivano a settimane di distanza dalle reazioni già espresse dai governi coinvolti. Il primo ministro della Groenlandia, Múte B. Egede, aveva ribadito all’inizio di aprile che “la Groenlandia appartiene al popolo groenlandese” e che “il nostro futuro e la lotta per l’indipendenza sono affari nostri”. Anche la premier danese Mette Frederiksen aveva definito “assurda” ogni ipotesi di vendita dell’isola: “La Groenlandia non è in vendita e non lo sarà mai. Il suo futuro appartiene ai suoi oltre 56.000 abitanti”.

Le rinnovate dichiarazioni di Trump fanno dunque riaffiorare un progetto geopolitico più ampio, in cui la Groenlandia diventa pedina centrale nella contesa tra potenze globali. Gli Stati Uniti hanno da tempo rafforzato la propria presenza diplomatica sull’isola, riaprendo un consolato a Nuuk e incrementando gli investimenti nella regione. Al tempo stesso, Russia e Cina stanno cercando di espandere la propria influenza nell’Artico, considerato ormai un punto nevralgico per le rotte commerciali e le risorse minerarie future.

L’intervista di Trump arriva mentre si apre una nuova fase politica negli Stati Uniti, con l’ex presidente già tornato protagonista sulla scena pubblica dopo le presidenziali del 2024. Le sue parole potrebbero segnare un ritorno a una retorica aggressiva in politica estera, coerente con il suo approccio sovranista e unilaterale. Resta tuttavia da vedere se, oltre alle dichiarazioni, esista una strategia concreta per una possibile annessione della Groenlandia, o se si tratti, ancora una volta, di una provocazione calcolata dal forte impatto mediatico.


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