Torre Unipol: arte al CUBO. Memoria, futuro, protezione: "Il nostro museo che impara al confine tra reale e digitale"
La prima mostra allestita è “Sliding“,un passaggio continuo tra la materia e l’idea "Artisti ottimisti sull’Intelligenza Artificiale, può diventare strumento di rinnovamento".

La Divina Commedia dei milanesi va in scena alla Stazione Garibaldi FS della MM2 (sì, consigliamo di arrivarci con la verde, la “proletaria“). I gironi: dalle sotterranee “suburbane“ ai pennacchi dei grattacieli in piazza Gae Aulenti; in mezzo il Purgatorio (il lavoro in uffici e altri ambienti deputati), che lasciamo perdere. Saltiamo subito sul “Paradiso“ Unipol Tower. Dove ci riceve il direttore Communication e Media Relations per presentarci il CUBO ambrosiano, terza sede del museo d’impresa del gruppo.
Dottor Vittorio Verdone, il nome è coerente con la locale geometria urbanistica di piani, rete, aree?
"Poliedro affascinante, il cubo. Favorisce stabilità, precisione, sicurezza. La base per la creatività. Con CUBO (nome che identifica da più di 10 anni il nostro progetto multidisciplinare), cominciando da Bologna non facciamo solo mostre, ma cultura".
Utile ripassare la formula del cubo in questa piazza, dove c’è il futuro di Milano. Che produce, malauguratamente, incertezza e inquietudine?
"Perciò, esercitarsi durante il presente a immaginarlo, a prevederlo, a non averne paura, è il nostro metodo".
In linea con la mission del gruppo assicurativo, proteggere comunità dai rischi. Facendovi meglio conoscere attraverso la sensibilità per l’arte?
"Sia chiaro, non vogliamo “farci vedere”. È l’arte stessa motivo di garanzia: gli artisti, capaci di prevedere l’innovazione, inevitabile in ogni società, vanno in cerca degli elementi pericolosi, e li mostrano. Peraltro, l’industria finanziaria, settore cui apparteniamo, è innovativa. E noi siamo i stati i primi nel 2003 a introdurre la scatola nera (Unibox) e a lanciare nel 2022 UnipolMove, la prima alternativa al monopolio del telepedaggio".
Siete sobri, riconosciamo. Unipol sostiene il Giubileo silenziosamente. E la Tower milanese, disegnata da Cucinella, è cresciuta senza l’arroganza di essere la più alta di tutti. I visitatori di CUBO comunque vorranno salire all’ultimo piano.
"Ci attrezzeremo più avanti per portare “ad sidera” (sogno di ogni epoca che costruisce cattedrali). Intanto, siamo lieti di poter calcolare 78 visite guidate, in 15 giorni, dall’apertura del museo a piano terra. Una classe di
Quarta Elementare è venuta proprio per un corso di architettura, a scoprire la ‘doppia pelle’ dell’edificio, protetto così dal freddo e dal surriscaldamento".
Fermiamoci dunque nell’atrio monumentale a decifrare “Sliding“ la prima mostra allestita per quest’anno.
"Il titolo richiama l’idea di movimento, scorrimento, tra visioni e concetti: un passaggio continuo tra il fisico e il digitale, la materia e l’idea. Significativa, l’opera “Features of Italy“ (1961) di Larry Rivers, ironico collage che mescola icone italiane come il Papa e le automobili Fiat, già esposto nella sezione Slittamenti della Biennale del 1993".
Nel farsi fotografare dentro l’installazione “Unseen Flora“ (2023) del collettivo fuse*, che accoglie all’ingresso, vuol dirci di non aver paura dell’intelligenza artificiale?
"Questi artisti, generando con algoritmi un mondo virtuale, piante e creature marine immaginarie ispirate a disegni ottocenteschi, ci fanno riflettere sul sottile confine tra ciò che è reale e ciò che è simulato, appunto, nell’epoca dell’intelligenza artificiale. Ma sono ottimisti sul ruolo della tecnologia".
Che non è solo strumento di controllo...
"Ma può diventare dispositivo di rinnovamento, alimentando per esempio un archivio visivo di specie vegetali in estinzione. Così da contrastare le monoculture che saturano la terra di tossine, e favorire il ritorno a pratiche rigenerative in un rinnovato equilibrio con la natura".
Il futuro si regge sulla memoria.
"Le linee direttrici lungo cui si sviluppano le attività di CUBO sono Arte (che ci indica il contenuto del futuro), Memoria (anche di cose non felici), Futuro (da cercare con nuovi occhi), Protezione (perché il pericolo viene da ciò che crediamo vero e invece non lo è), citando rispettivamente Kandisky, la Ginzburg, Proust e Mark Twain".
Un bell’impegno, ci vuole tutto il fervore e l’energia di Giulia Zamagni, responsabile CUBO (arruolata nel Consiglio di Museimpresa di Assolombarda). Farà movimentare i capolavori del vostro patrimonio artistico, Chagall, Boccioni, Fontana, Burri... e l’archivio storico di documenti. Ma più prosaicamente, per l’estate, quando i genitori hanno il problema di “piazzare” i figli a scuole chiuse, ci offrite un servizio educativo?
"A Bologna abbiamo già collaudato da tanti anni campi estivi per gli studenti in vacanza. Li attiveremo anche a Milano".
I milanesi intanto ringraziano per la sesta Panchina Rossa contro la violenza sulle donne, installata in Melchiorre Gioia, davanti al Vostro ingresso, prospiciente l’avveniristica Piazza.
"Abbiamo voluto la trasparenza, sinonimo di accoglienza, a distinguere la Tower, dove CUBO, proiettato sulla Milano di ieri, oggi e domani, vuole essere, con le parole di Giulia, “museo partecipato, museo diffuso, museo che impara” sempre".