The Precint Recensione: il difensore della legge secondo Fallen Tree Games
Il genere sandbox, uno dei più interessanti e coinvolgenti degli ultimi anni, è stato capace di offrire inimitabili nonché ottimi videogiochi, e The Precint è un nuovo esponente che si prepara a sbarcare su console e PC. Negli ultimi anni, comunque, Mount & Blade è stato un esponente piuttosto unico nel suo genere, dando la […] L'articolo The Precint Recensione: il difensore della legge secondo Fallen Tree Games proviene da Vgmag.it.


Il genere sandbox, uno dei più interessanti e coinvolgenti degli ultimi anni, è stato capace di offrire inimitabili nonché ottimi videogiochi, e The Precint è un nuovo esponente che si prepara a sbarcare su console e PC. Negli ultimi anni, comunque, Mount & Blade è stato un esponente piuttosto unico nel suo genere, dando la possibilità al giocatore di intraprendere delle avventure di qualsiasi genere in una cornice fantasy e medievale semplice e variopinta. O pensiamo a Wartales, altro succoso esempio di creatività, prodotto legato in maniera unica ai dettami della produzione di TaleWorlds Entertainment.
The Precint, tuttavia, è di tutt’altra pasta. Entra in gioco intanto la nostalgia, un’energia che muove moltissimi studi di sviluppo nel creare il videogioco che si lega sia al passato che al presente. Quanti di voi hanno mai giocato i primi GTA? Ecco, gli sviluppatori di Fallen Tree Games sono arrivati all’obiettivo. Si tratta, in tal senso, di un’avventura isometrica in cui s’indossano i panni di un poliziotto in una città dominata dalla criminalità delle bande e dalle mosse spietate di piccoli uomini, legati alle stesse in un filo conduttore brutale e agghiacciante.
Pensiamo per un momento alle mod di Grand Theft Auto 5. Ora, non stiamo dicendo che indossare i panni del poliziotto ricordi una cosa del genere, ma che, chiaramente, sappiamo bene ora da dove è stata presa l’impalcatura ludica del prodotto. E, insomma, ne abbiamo apprezzato particolarmente la cura per i dettagli nel ricreare una simulazione autentica e reale. In tal senso, The Precint appare come un videogioco piccino picciò con tante idee, una storia inedita e un gameplay che riesce a tenere incollato il giocatore, facendolo piombare in un tessuto ludico e narrativo interessante.
È bene ribadire, comunque, che il paragone con GTA è stato fatto direttamente dal team. Ogni aspetto è difatti preso a piene mani dai primi capitoli del franchise, che non proponevano una grafica in terza persona e si focalizzavano su una visuale isometrica dal grande impatto, definendo al meglio tutto ciò che vi era attorno, e non solo. La produzione di Fallen Tree Games, quindi, è un omaggio chiaro alle vecchie pubblicazioni di Rockstar Games, ma è anche una prova inconfutabile che ci vuole un po’ più di coraggio in certe occasioni per arrivare dove si desidera davvero. Ecco che The Precint, in un modo a nostro avviso originale, riesce a offrire uno spaccato interessante in termini di game design.
Nel cuore pulsante del gameplay di The Precint
Forte di una bella visuale isometrica, che non è possibile ruotare nel corso dell’esperienza, The Precint è un sandbox noir poliziesco. Il game design si focalizza essenzialmente su una realizzazione piuttosto chiara e diretta delle simulazioni poliziesche a cui siamo abituati, con una cura maggiore e meglio gestita attraverso un’impalcatura di gioco piacevole e ben incastrata. Armati di pistola, una macchina e sì, anche di un partner, l’obiettivo è quello di debellare il crimine dalla cittadina di Averno City, finita nelle mani di gang criminali.
Ovviamente, non è solamente ciò che regna all’interno della città, a sua volta logorata nel profondo da situazioni e momenti brutali in cui tutti i cittadini sono coinvolti. Ecco, in The Precint si segue chiaramente una storia principale (che approfondiamo poco più in basso) ma si passa molto tempo per le strade, a controllare il traffico, a fare multe, a chiedere le generalità ai cittadini e sì, a fare del male in base alla letalità. Siamo negli Stati Uniti, in un Paese in cui la polizia sovente usa il manganello anche se si manifesta per cose importanti. È un po’ cosa succede in Italia e indossare i panni ora di un poliziotto, se si guarda al contesto generale e a cosa ruota attorno nel mondo, potrebbe non piacere a molti.
Tornando a The Precint, il buon alter ego qui rappresentato può chiedere le generalità da un menù procedurale semplice e intuitivo. C’è tantissima interazione con gli abitanti ma soprattutto con i colleghi del Dipartimento di Polizia, utilissimi quando le situazioni iniziano a diventare… caotiche e inaspettate. E sovente succede, fidatevi di noi. In The Precint è possibile avviare delle perquisizioni, con lo scopo di trovare del materiale illegale, come droga e molto altro. È un gameplay che si focalizza tanto sulla simulazione e non potrebbe essere diversamente, considerando che ci sono molte situazioni interessanti che coinvolgono direttamente il personaggio principale.
Tutto è nelle mani del giocatore
Oltre a poter partecipare a turni di ronda, sia notturni che spalmati durante il giorno, il nostro alter ego, chiamato all’anagrafe agente Nick Cordell, apprende sin da subito come gestire il traffico e controllare inoltre con l’etilometro quanto alcool è stato ingerito da un guidatore. Capita sovente di partecipare a turni più tranquilli, come occuparsi del traffico e della velocità, o di fare le multe. Un agente, però, deve sapere agire in modo improvvisato a qualsiasi situazioni. Ad esempio, stavamo finendo il turno e mancava solo un minuto. Eravamo già pronti a concludere la giornata, ma ecco che un folle ci aggredisce, ruba una macchina e parte un inseguimento lungo l’avenue principale di Averno. Sono tutte situazioni casuali e gli arresti, in base alle situazioni, sono da valutare attentamente in base al capo d’accusa di cui potrebbero essere imputati i criminali. Inoltre, è possibile fare multe ai vandali che scrivono sui muri. Ma in certe occasioni si può anche rilasciare chi non è imputato di alcunché, tanto mica succede nulla. Al riguardo, è bene tenere sott’occhio la reputazione e la stima dei colleghi e del dipartimento. Capiterà di essere promossi e di procedere nel gioco, anche seguendo la storia principale e concludendo le varie vicende dei criminali da inseguire nel percorso.
Oltre a vivere una realtà simulativa interessante, ci saranno purtroppo delle occasioni in cui l’ultima risorsa sarà uccidere. Chi agisce con un coltello può chiaramente essere stordito, ma secondo il manuale del dipartimento, è bene usare una pistola a salve ed elettrificata per non fare del male al bersaglio. Il tutto cambia, tuttavia, quando ci si trova a doversi barcamenare in una sparatoria. E qua capita purtroppo ciò che nessuno poliziotto vorrebbe. È bene coprirsi durante e sparatorie per evitare di essere colpiti, soprattutto perché l’intelligenza artificiale della produzione è parecchio tosta e impegnativa.
Prendendo la mira come in un twick stick shooter à la The Ascent, il giocatore è costretto a usare ogni mezzo per eliminare chi si trova davanti. Nel nostro caso abbiamo dovuto cambiare arma al volo chiedendo del supporto, e quando abbiamo ucciso tutti i criminali ci siamo dovuti persino improvvisare dei becchini, vestendo le carogne con un sacco nero, simbolo di qualcuno che è stato appena crivellato di colpi. Denso e caratteristico dal punto di vista del game design, The Precint riesce a incantare e intrattenere in modo davvero originale. È complesso riuscire a farlo in un mercato del genere, dove tante pubblicazioni sanno cosa proporre ai giocatori, ma questo nuovo videogioco ha la capacità di creare assuefazione e d’intrattenere nonostante alcune sbavature.
In tal senso, per quanto il gameplay sia alle volte inaspettato e pieno di soluzioni, alla quindicesima ora di gioco ci siamo sentiti piuttosto disorientati nel ripercorrere le medesime azioni. Nulla di grave, perché, d’altronde, l’obiettivo del team era appunto creare un videogioco di questo tipo e seguire un game in evoluzione. La progressione avviene attraverso le promozioni dell’agente Cordell, la cui storia è molto simile a un altro agente della New York degli anni ’90, il protagonista di True Crimes, anch’egli un uomo di legge dopo l’omicidio del fratello.
Un contesto interessante e coinvolgente
Figlio di un ex poliziotto, Nick Cordell si ritrova a ripercorrere la strada del padre nella città in cui è cresciuto. La narrazione, raccontata attraverso delle sagome in visual novel, intrattiene e coinvolge, commuovendo e lasciando il segno. È un racconto piacevolissimo che va ben oltre la strada di vendetta di un ragazzo, poiché esplora la giustizia e i dettami a essa collegati in modo preciso e autentico, facendo leva non sul sentimentalismo, ma soprattutto sulla strada sofferente che Nick vive e sopporta.
Il racconto è quindi piacevole e svelto, non incespicante, forte di un contesto dal fascino incredibile, tenuto in piedi da un racconto totale. Era complesso, per l’appunto, arrivare a fare qualcosa di questo genere, soprattutto in un mondo che non riesce mai effettivamente a dare conforto a qualcuno. È uno di quei casi in cui fare la giustizia ed essere un rappresentante della legge è splendido e utile per sé stessi. In conclusione, ad averci affascinato di molto è lo stile grafico, semplice ma impattante, capace di far brillare gli occhi per le sagome e cos’è presente al suo interno. The Precint è un videogioco da provare, anche se è bene aspettarsi un’opera che non cambia e non innova alcunché, ma forse non serve questo in certe occasioni.
The Precint è un videogioco appassionante e interessante. Forte di un game design che riesce a intrattenere e non perde mai tempo a raccontare storie né a dipingere mostri, riesce a risultare piacevolissimo per tutta la sua durata. Era davvero complesso riuscire a garantire ore di gioco simile a un prodotto così denso e particolareggiato, ma il team è riuscito nel complesso tentativo di dipingere un piacevolissimo game design.
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