Terre rare nei rifiuti: scoperto un giacimento di 11 milioni di tonnellate nelle ceneri di carbone

Una recente scoperta dell’Università del Texas ad Austin potrebbe rivoluzionare il modo in cui pensiamo alle risorse minerarie e alla gestione dei rifiuti industriali. Secondo uno studio pubblicato su Springer Nature, le ceneri di carbone accumulate negli Stati Uniti contengono circa 11 milioni di tonnellate di terre rare, elementi fondamentali per le tecnologie moderne come...

Apr 23, 2025 - 08:51
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Terre rare nei rifiuti: scoperto un giacimento di 11 milioni di tonnellate nelle ceneri di carbone

Una recente scoperta dell’Università del Texas ad Austin potrebbe rivoluzionare il modo in cui pensiamo alle risorse minerarie e alla gestione dei rifiuti industriali. Secondo uno studio pubblicato su Springer Nature, le ceneri di carbone accumulate negli Stati Uniti contengono circa 11 milioni di tonnellate di terre rare, elementi fondamentali per le tecnologie moderne come veicoli elettrici, turbine eoliche, smartphone e dispositivi informatici.

Un tesoro nascosto nei depositi di ceneri industriali americani

I ricercatori hanno stimato che la quantità di terre rare presenti nelle ceneri di carbone statunitensi equivale a circa 8,4 miliardi di dollari (7,3 miliardi di euro), ovvero quasi otto volte le attuali riserve ufficiali degli Stati Uniti. Gli elementi individuati – tra cui lantanio, cerio, neodimio, praseodimio, gadolinio, terbio e disprosio – sono essenziali per numerose applicazioni tecnologiche grazie alle loro eccellenti proprietà magnetiche.

Secondo Bridget Scanlon, coautrice dello studio, si tratta di un classico esempio di “da rifiuto a risorsa”. Infatti, la combustione del carbone ha già separato i minerali dalla matrice originaria, semplificando enormemente il processo di estrazione rispetto a quello tradizionale, che comporta costi energetici e ambientali elevati.

Variazioni regionali e recuperabilità: quali aree sono più promettenti

Lo studio ha messo in luce che la concentrazione di terre rare varia sensibilmente da una regione all’altra. Ad esempio, nel bacino degli Appalachi, le ceneri mostrano una concentrazione media di 431 mg/kg, ma solo il 30% degli elementi è facilmente estraibile. Nella Powder River Basin, al contrario, la concentrazione media è inferiore (264 mg/kg), ma ben il 70% è recuperabile, rendendola potenzialmente più vantaggiosa per un’estrazione su larga scala.

I ricercatori sottolineano che queste differenze nella composizione sono cruciali per determinare quali giacimenti risultano più economicamente sostenibili da sviluppare. Nonostante il potenziale, precisano che la strada verso un’applicazione industriale su vasta scala è ancora lunga, ma l’opportunità potrebbe contribuire a ridurre in modo significativo la dipendenza statunitense dalle importazioni, attualmente dominate dalla Cina, che detiene circa la metà delle riserve mondiali conosciute.

Un’opportunità strategica per l’indipendenza mineraria degli Stati Uniti

Il valore strategico di questa scoperta non risiede solo nel volume delle risorse, ma anche nella possibilità di riutilizzare rifiuti esistenti anziché aprire nuove miniere. In un’epoca in cui la sostenibilità è al centro delle politiche energetiche e ambientali, sfruttare le ceneri di carbone per estrarre elementi critici offre un doppio vantaggio: recupero di materie prime preziose e riduzione dell’impatto ambientale dei rifiuti industriali.

Attualmente, la Cina continua a dominare il mercato globale con 44 milioni di tonnellate di terre rare, ma questa nuova risorsa americana potrebbe rappresentare un passo importante verso una maggiore autonomia nella catena di approvvigionamento.

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Fonte: Springer

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