Terra dei fuochi, il governo pensa a ricorso contro la Cedu. Ma un legale: “Pronta azione collettiva senza precedenti”

Il ministro Pichetto in commissione ha detto che è stato fatto poco ed "è evidente che occorre dare un ulteriore slancio alle azioni di risanamento con maggiore rapidità". L'invito alla Regione per i dati sui tumori nell'area. Don Patriciello: "Ora i fatti" L'articolo Terra dei fuochi, il governo pensa a ricorso contro la Cedu. Ma un legale: “Pronta azione collettiva senza precedenti” proviene da Il Fatto Quotidiano.

Feb 13, 2025 - 19:58
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Terra dei fuochi, il governo pensa a ricorso contro la Cedu. Ma un legale: “Pronta azione collettiva senza precedenti”

Un possibile ricorso contro la sentenza della Cedu (“La vita degli abitanti della Terra dei Fuochi messa a rischio”) proprio mentre si pensa a un’azione collettiva “senza precedenti in Italia e nel mondo” da parte che hanno subìto danni a causa dell’inquinamento e della devastazione del territorio nella Terra dei Fuochi. Il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, in audizione alla commissione Ecomafie nell’ambito del filone d’inchiesta riguardante il sistema di smaltimento dei rifiuti nella Regione Campania, ha anche dichiarato che quanto fatto finora non è sufficiente, che è necessario perimetrare il sito di interesse nazionale di Giugliano e chiede alla Regione Campania l’importantissimo registro dei tumori in un’area altamente inquinata e dove i casi di patologie oncologiche sono in aumento. Nel settembre del 2023 Asl 2 nord aveva certificato un eccesso di incidenza e mortalità per cancro (al 2018) per i seguenti tumori: polmone, mammella, vescica, colon retto, fegato e vie biliari, linfomi, tiroide, stomaco e pancreas. “Chi ha subìto danni ha il diritto di essere risarcito e chi ha inquinato deve pagare” dichiara l’avvocato Angelo Pisani che stima un potenziale coinvolgimento di 3 milioni di persone.

AZIONE COLLETTIVA – “Alla luce della storica sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani sulla gestione della cosiddetta Terra dei Fuochi, che di fatto condanna lo Stato italiano per gravi violazioni ambientali e sanitarie, organizziamo un arruolamento simbolico per tutti coloro che hanno subìto danni a causa dell’inquinamento e della devastazione del territorio – annuncia l’avvocato Angelo Pisani, presidente dell’associazione “Noi Consumatori” per il quale il numero di cittadini potenzialmente coinvolti “sono quasi tre milioni” – Vogliamo portare avanti – spiega Pisani – un’azione collettiva senza precedenti in Italia e nel mondo e, data la delicatezza delle questione e la sua complessità in termini giuridici, Noi Consumatori ha mette a disposizione delle vittime e richiedenti tutela e assistenza attraverso un collegio di professionisti avvocati, medici, psicologi e commercialisti, tra cui l’avvocato Giuseppe Sorrentino di ‘Legal’, tra i massimi esperti nazionali in materia di azioni collettive, che coordinerà l’iniziativa con il penalista Sergio Pisani”. “Chi ha subìto danni ha il diritto di essere risarcito e chi ha inquinato deve pagare”,

ANCORA FUOCHI – “È impressionante che ci siano ancora i fuochi, è quindi c’è una questione di sensibilizzazione della popolazione nel denunciare e delle autorità di intervenire in modo deciso su queste azioni che sono criminali” dice Pichetto. “È comunque in corso una valutazione con l’Avvocatura dello Stato circa la proponibilità di un ricorso alla Grande Camera”. L’Italia, ha ricordato il ministro, “è stata condannata ad adottare, senza indugio e comunque entro due anni dalla data in cui la sentenza diventerà definitiva, misure generali in grado di affrontare in modo adeguato il fenomeno dell’inquinamento in questione, in linea con le raccomandazioni delineate dalla stessa sentenza, ossia: a) l’adozione di una strategia globale che unisca le misure esistenti e quelle prospettate; b) l’adozione di un meccanismo di monitoraggio indipendente; c) la creazione di una Piattaforma di informazione pubblica”.

AZIONI NON SUFFICIENTI – “Ormai da una decina di anni, sono state messe in campo una pluralità di azioni che hanno cercato di raggiungere gli obiettivi di risanamento ambientale e di tutela della salute dei cittadini” ma “ciò che è stato fatto non è sufficiente, ed è evidente che occorre dare un ulteriore slancio alle azioni di risanamento con maggiore rapidità come ci ricorda anche la sentenza della Corte europea. Queste azioni – ha spiegato il ministro – hanno visto il coinvolgimento sinergico di tutti i livelli istituzionali che, con grande senso di responsabilità, hanno cercato di portare sollievo ad una terra martoriata. Il contributo settoriale del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica è stato inquadrato nell’ambito di una strategia complessiva che comprende, oltre ai temi ambientali, temi sanitari, salubrità dei prodotti agricoli, sicurezza del territorio, prevenzione e repressione degli illeciti. La pluralità e la complessità degli interventi è ben riscontrabile da un esame veloce del Contratto istituzionale di sviluppo alla cui attuazione presiede il Dipartimento per le politiche di coesione e per il Sud”.

Pichetto ha ricordato che “tra i motivi per cui la Corte ha condannato l’Italia per violazione dell’articolo 2 della Convenzione (diritto alla vita), vi è la mancata tempestività nell’adozione di misure risolutive prima dell’adozione del decreto-legge 136 del 2013, considerato come la prima risposta su scala nazionale al fenomeno dell’inquinamento del territorio della Terra dei fuochi. Solo con questo strumento, ha sottolineato la Corte, le autorità italiane hanno iniziato a parlare ‘per la prima volta di mappatura per rilevare della presenza di contaminanti esplicitamente legati allo scarico illegale, all’interramento e all’incenerimento di rifiuti, sia pur limitatamente ai terreni agricoli, ‘nonostante le autorità fossero a conoscenza di tutti gli aspetti significativi del problema da quasi due decennì”.

CHIUDERE SIN GIUGLIANO – L’impegno del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica “è quello di addivenire rapidamente ad una positiva conclusione della perimetrazione del Sin dell’area vasta di Giugliano, al fine di dare un segnale immediato al territorio e anche alle richieste della stessa Corte europea”. In relazione alle operazioni di bonifica, Pichetto ha ricordato che “l’area della Terra dei Fuochi non è identificata quale Sito di Interesse Nazionale (Sin) e che, pertanto, la competenza per la procedura di bonifica non è attribuita al ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, ma alla Regione Campania”. A normativa vigente, ha detto Pichetto, “solo l’art.53 del decreto-legge n.76 del 2020, n.76 ha individuato ‘quale sito di interesse nazionale l’area interessata dalla presenza di discariche ed impianti di trattamento dei rifiuti, compresa nel sito dell’Area vasta di Giugliano (Napoli)’ precisando che ‘con successivo decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare debba provvedersi alla perimetrazione della predetta areà. Si precisa che, ad oggi, il procedimento di perimetrazione del Sin, come disciplinato dal Testo Unico Ambientale, è ancora in corso”. In merito ai finanziamenti relativi alle attività di bonifica, ha proseguito Pichetto “le strutture competenti del Ministero hanno gestito le procedure di trasferimento alla Regione Campania delle risorse residue presenti nella contabilità speciale del commissario delegato, dott. De Biase, incaricato nel 2010 di provvedere alla realizzazione degli interventi urgenti di messa in sicurezza e bonifica delle aree di Giugliano e dei Laghetti di Castelvolturno, dopo l’approvazione di uno specifico piano di interventi proposto dalla stessa regione avvenuta nel 2021”.

REGISTRO DEI TUMORI – “Senza escludere nessuno e senza venire meno alla trasparenza credo che il gruppo di lavoro possa pubblicare i nostri dati” ambientali e sulle acque “ma altrettanto la Regione Campania deve pubblicare il registro tumori – dice il ministro – È chiaro che è una questione sanitaria prima di tutto”. Il Dl136/2013, ha ricordato il ministro Pichetto, “ha disciplinato lo svolgimento delle indagini tecniche per la mappatura dei terreni della Regione Campania destinati all’agricoltura, al fine di accertare l’eventuale esistenza di effetti contaminanti a causa di sversamenti e smaltimenti abusivi mediante combustione. Tale attività è propedeutica alla successiva indicazione dei terreni che non possono essere destinati alla produzione agroalimentare, ma esclusivamente a colture diverse, o solo a particolari produzioni agroalimentari. Per lo svolgimento di predette attività è stato costituito, con direttiva interministeriale del 23 dicembre 2013, presso il ministero delle Politiche agricole un apposito gruppo di lavoro, coordinato dal Comandante pro-tempore del Cufa, e composto da rappresentanti della Regione Campania e di Ispra, Agea(Agenzia per le erogazioni in agricoltura), Crea (Consiglio per la Ricerca e l’analisi dell’Economia Agraria e Iss. Il gruppo di lavoro ha svolto indagini dirette sui siti della Regione Campania ricadenti nelle classi di rischio da 5 (rischio molto alto) a 2 (rischio medio)”.

LE RISORSE – Sulle risorse per interventi sulla Terra dei Fuochi “bisogna muoversi in modo ordinato, vanno spese bene. Oltre ai 200 milioni ci sono altri 200 milioni previsti dal contratto istituzionale di sviluppo per triennio 25-26-27. Io credo che non dobbiamo disperdere” queste risorse “su 90 comuni, altrimenti diventa tanti piccoli campanili” ha detto il ministro rilevando che “l‘emergenza sanitaria che c’è non meriti questo questo cattivo trattamento. Questa è la mia opinione poi è il Parlamento che dà gli indirizzi e il governo collegialmente a dare le indicazioni”. Il rapporto deve essere con il territorio ma questo deve essere rappresentato da un solo organismo che può essere il “coordinamento dei sindaci o la Regione o la Provincia o il prefetto” altrimenti come già “emerso per mettere d’accordo 10 organismi con procedura scritta ci si impiega degli anni e credo che l’emergenza sanitaria che c’è non meriti questo cattivo trattamento e questa è una digressione che faccio con sincerità e che esula dal ruolo che ricopro”.

L’EX MINISTRO COSTA – Il governo Meloni si sveglia dopo due anni e mezzo, si accorge solo ora della Terra dei Fuochi? In tre anni da ministro dell’Ambiente sono state fatte più cose che nei precedenti 50, dalla cabina di regia che ha coinvolto lo Stato, la Regione Campania, i Comuni interessati e i comitati, sino alla direzione unica sulle bonifiche al Ministero, poi alla definizione del Sito di interesse nazionale a Giugliano. L’unica cosa che questo governo invece ha fatto è stata cancellare la direzione unica sulle modifiche – dice all’Adnkronos l’ex ministro dell’Ambiente del governo Conte I, Sergio Costa – Voglio ricordare che la condanna della Cedu è riferita al periodo precedente al 2013”, evidenzia Costa, ”Sull’oggetto della sentenza, sino a una certa data non è stato fatto nulla, i primi inquinamenti delle falde risalgono al 1971-1972, poi c’è stata l’escalation negli anni ’80 e ’90, poi si è preso coscienza della realtà, ma allora non c’erano leggi sull’ambiente: il primo decreto, quello Ronchi, risale al 1997, la prima norma più aggressiva al 2001, quando il danno era già fatto”, ricorda l’ex ministro.

“Ho investigato sul tema Terra dei Fuochi sino al 2018, quando sono stato nominato ministro. Mi resi conto che tutto era ricondotto alla questione giudiziaria, ed è stato un errore perché si doveva anche procedere alla messa in sicurezza del territorio e alle bonifiche, ma devo dire con onestà che fino al 2018 il tema non era all’ordine del giorno della politica, andando oltre la distinzione tra destra e sinistra”, racconta Costa. “Da ministro, il mio primo atto fu istituire la prima cabina regia Stato-Regione-Comuni-comitati-associazioni. Quella cabina di regia esiste tuttora, ha prodotto il Commissario straordinario della Terra dei Fuochi alla Prefettura di Napoli, il coordinamento quindi c’è, contrariamente a quanto dice il ministro Fratin. Se non la riunisci, non funziona”. Sull’accusa del ministro Pichetto Fratin di “eccesso di coinvolgimento e concertazione” che porterebbe a una “mancanza di coordinamento”, Costa risponde così: “Dico al ministro che si deve fare i conti con la Carta Costituzionale che conferisce determinati poteri a Stato, Regione, Comuni. Vanno rispettate le competenze, non dico se è giusto o sbagliato, quello che dice la legge non può non essere applicato”. “Se ho preparato le fondamenta del palazzo, ora si dovrebbe solo partire con l’accordo di programma, con la messa in sicurezza e poi la bonifica dell’area, ma il governo Meloni non l’ha fatto. Anzi, la direzione generale sulle bonifiche è stata cancellata. O negligenza, o sciatteria, o idea precisa di mettere da parte la questione. La storia dice che le cose sono state fatte”.

DON PATRICIELLO – “Tutto quello che è stato fatto per la terra dei fuochi, come ha detto la Corte europea per i diritti dell’uomo, è veramente poca cosa. Ma non sarà e non deve mai essere troppo tardi: lo è per coloro che già abbiamo accompagnato al campo santo, certo; per gli altri no, e la speranza assolutamente non deve morire mai” dice don Maurizio Patriciello, il prete simbolo della lotta in prima linea contro la criminalità organizzata. “C’è stata tanta distrazione, ci sono state tante omissioni. Siamo stati umiliati, bistrattati, mortificati; abbiamo pagato un prezzo altissimo, accompagnato al campo santo i nostri fratelli e in troppi si ritrovano a combattere con questo male. Domenica scorsa ho celebrato una messa in una chiesa gremita di persone. Mi sono trovato in difficoltà – spiega -, perché da un lato dovevo denunciare il male costato la vita di tante persone, dall’altro vedevo in chiesa tanti volti amici, di quanti in questo momento stanno combattendo contro il male e hanno bisogno di sperare ancora. Dovevo misurare le parole per condannare da un lato e dare speranza dall’altro. Questo è il mio dramma di prete nella terra dei fuochi – continua – Siamo 3 milioni di persone, abbiamo avuto una legge sui reati ambientali, la dichiarazione dell’Istituto superiore di sanità nel 2021 che ha confermato il nesso di casualità tra i rifiuti tossici interrati e bruciati nelle nostre campagne e l’aumento di patologie tumorali. Sono risultati ottenuti dal basso, e questa è una cosa che mi dà grande gioia e speranza e mi fa capire che dobbiamo capire che dobbiamo continuare su questa strada. Dobbiamo essere noi, abitanti di questi territori così bistrattati, umiliati, mortificati, avvelenati, ad alzare la voce, a farci sentire, a chiedere i diritti per noi, per i nostri bambini e per quelli che verranno dopo”. “Accolgo con grande gioia le parole del Ministro – conclude don Patriciello – E spero che dopo le parole veramente arrivino i fatti. Io, prete di questa grande battaglia che si è combattuta, ho il dovere due volte di tenere viva la speranza. Non posso permettermi il lusso di rinunciare alla speranza per me e per quanti stanno combattendo una battaglia durissima. Andiamo avanti grazie ai volontari e a quanti, nelle Istituzioni, non si sono voltati dall’altra parte e hanno fatto il loro dovere”.

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