Tennis, Alejandro Davidovich Fokina: “Antidoping stressante, i 1000 devono durare una settimana”
Dopo la semifinale raggiunta a Montecarlo e i quarti a Barcellona, Alejandro Davidovich Fokina si presenta tra i possibili protagonisti all’ormai imminente Masters 1000 di Madrid. Lo spagnolo è testa di serie numero 28 e comincerà il suo cammino dal secondo turno contro il vincente del match tra il connazionale Pablo Carreno Busta e il […]

Dopo la semifinale raggiunta a Montecarlo e i quarti a Barcellona, Alejandro Davidovich Fokina si presenta tra i possibili protagonisti all’ormai imminente Masters 1000 di Madrid. Lo spagnolo è testa di serie numero 28 e comincerà il suo cammino dal secondo turno contro il vincente del match tra il connazionale Pablo Carreno Busta e il portoghese Nuno Borges, con un possibile sfida al terzo turno contro il tedesco Alexander Zverev, testa di serie numero uno.
C’è sicuramente attesa in Spagna per Davidovich Fokina: “Quando ero all’inizio della mia carriera ero più nervoso a giocare in casa, ma con il passare degli anni ti rendi conto che devi gestire bene la pressione, mettere in conto che il pubblico, per due settimane è con te al massimo e devi dare quella parte di motivazione in più. Le due settimane di un Master 1000 non sono semplici da gestire, devi essere concentrato giorno dopo giorno. Vedremo come andranno i primi turni”.
Proprio sulla decisione di allungare i 1000 a due settimane, con tante critiche da parte dei tennisti: “Sono d’accordo con quello che ha detto Carlos riguardo alle settimane dei Masters 1000. Dovrebbero essere di una settimana, perché per noi è molto impegnativo stare lontano da casa per due settimane. Se vai bene inoltre vai subito all’altro torneo. Un mese per due tornei è un po’ un calvario. È una questione di tutti i giocatori, bisogna trovare un accordo. ATP e l’ITF vogliono che noi ci siamo sempre. È difficile riunire tutti i giocatori per questo. È vero che gli aspetti relativi al montepremi stanno migliorando poco a poco, ma c’è ancora molto da migliorare, non solo in termini di montepremi. Il calendario, purtroppo, è sempre stato molto fitto”.
Lo spagnolo si sofferma poi anche sull’antidoping, altra questione molto delicata per i tennisti: “È molto stressante. Dobbiamo stare molto attenti a cosa tocchiamo, a chi tocchiamo, perché se hai una crema che ti dà doping, come faccio a dimostrare che non stavo usando quella crema? Sono molto esigenti. Chiunque vorrà doparsi risulterà positivo, e quelli di noi che non si dopano non sono da biasimare se, ad esempio, alcune vitamine migliorano le nostre prestazioni. Penso che siano molto esigenti nei nostri confronti anche per le cose più piccole. Per alcuni sono molto utili, per altri non così tanto”